Critica Sociale - Anno XXI - n. 10 - 16 maggio 1911

CRITICA SOCIALE 147 più grande aspirazione, aver dichiaralo la realtà della lolla di classe, aver fornito alla storia un eanone d'interpretazione qual'è il materialismo sto– rico: ecco ciò che non muore del pensiero di ·Marx. Qui è la sua « scienza ));. e qui è pure - ed an– còra - l'essenza del socialismo ... Ben poco ciò apparirà a chi nel « Ca1jitale >> potè un giorno credere di scorgere sicuro e di avere in pugno l'a'(venire. Ma è così. Se un lib1'0 tra– monta, vive l'idea, più raccolta, più fulgida; vive l'azione, indomabile, eterna. TuLLIO Cor,uccJ. L'ULTIMO CONGRESSO SOCIALISTA· FRANCESE e i conflitti internazionali 'l'ra le Relazioni del recente Congresso socialista ,di Saiut-Quintin ve n'ha taluna di importanza veramente notevole. Di una specialrnenfe, di quella che concerne la politica proletaria internazionale, è interessante la parte in cui è passata in rassegna Fazione antimilita– rista, svolta negli ultimi tempi dal proletariato di tutti i paesi. L'argomento è di quelli che attirano maggior– mente, per l'evidente dimostrazione che esso offre della esistenza e degli sviluppi significativi e impressio– nanti di una nuova forza politica e sociale, universale, grandeggiante ognora più nella vasta tela dei rapporti internazionali. E infatti quel che caratterizza maggior– mente - come nota a giusta ragione il documento dei compagni di Francia - l'~~ione dell'Internazionale " è il suo intervento crescente contro il militarismo e contro la guerra w Alla Camera francese, come in quella dei Comuni, nel Reichstag, come nelle Delegazioni austriache, quando sono venute in discussione proposte di nuovi crediti militari per armamenti e corazzate, i socialisti hanno fatto intendere, con più vigore che mai, la pro– testa e la voce del proletariato, reclamante unanime– mente la riduzione degli armamenti stessi come avvia– mento al reciproco disarmo e l'ù,tituzione di un arbi– trato internazionale, senza riserve e senza restrizioni, per la soluzione dei conflitti internazionali. Alla Camera francese l'azione dei deputati socialisti era stata così efficace, che dalla maggioranza stessa partì una proposta - dal Governo che aveva combattuto la mozione socialista accettata - con cui il Governo era invitato a negoziare, col concorso degli alleati e degli amici della Francia, presso gli altri Governi, affinchè fosse posta all'ordine del giorno della prossima confe– renza dell'Aja la questione del disarmo. Il Governo francese aveva avuto un bel fare il vi'so delFarmi allil mozione socialista, traente il suo impulso e la sua forza dalla coscienza e dalla solidarietà antimilitarista del proletari;to; alla fine aveva dovuto piegarsi a un voto, che effettivamente venne a dare parziale soddisfazione alle richieste dei socialisti, e ne avvalorò Ja battaglia antimilitarista e pacifista nel prestigio delle masse. Alla Camera dei Comuni il dibattito assunse un' im– portanza internazionale. La concorrenza imperialista anglo-tedesca faceva proporre al Governo inglese, per il 1911, un credito di un miliardo e 109 milioni, ossia 93 milioni di più ehe nel 1910, per le costruzioni na– vali. Il deputato Macdonald, secondato dal Posonby, fece la proposta di una risoluzione contro l'aumento degli armamenti. Il deputato King presentò una mozione avversa a tali armamenti, invitante il Governo a una intesa internazionale per la riduzione spontanea di questi Biblioteca Gino Bianco ultimi. Inoltre, un emendamento del Labou1· Party r·e-_ spingeva come ingiustifiçate le costruzioni navali pro– poste dal Governo, le quali "non erano, anzi, che un pericolo di più per la pace internazionale,,, D'altra parte, H 13 marzo, in un discorso che fu il punto di partenza in Inghilterra e negli Stati Uniti di una lunga agitazione in favore della pace, il ministro inglese d;gli esteri, sir Edward Grey, riconosceva la situazione pa– radossale dei Governi, che affermano la loro volontà -pacifica nello stesso momento che chiedono nuovi e .crescenti crediti milttari, e giungeva a prevedere che, se continuasse lo schiacciamento fiscale prodotto dalle spese militari, i popoli finirebbero per ricorrere alla rivoluzione pur di sfuggire alrintollerabile martirio. Naturalmente il Governo inglese no11rinunciava a scher– zare col paradosso; ma la sua adesione. formale alla critica antimilitarista e socialista non rimane per questo meno significativa ed eloquente. Le mozioni di Keir H3,rdie e di Macdonald erano respinte; ma quella, che fu approvata, del King suonava precisamente così: "La Camera ,guarda con profonda ansietà e con rammarico alla necessità perdurante per questo paese di mante– nere le sue attuali forze militari, e desidera la stipu– lazione di accordi internazionali, mercè i quali le grandi potenze riducano simultaneamente i loro apprestamenti militari.,, Il lG marzo, il Gruppo parlamentare socialista ger– manico presentava al Reichslag la proposta seguente: ti Il Reichstag, considerando che la Camera dei deputati francese e la Camera dei Comuni inglese banno espresso le loro buone disposizioni a limitare gli armamenti, decide di invitare H Cancelliere dell'Impero a fare su– bito i passi opportuni per una intesa internazionale agli effetti di una limitazione generale degli armamenti, e nello stesso tempo dell'abolizione del diritto delle prede marittime w Di questa mozione si fece interprete a nome dei parecchi milioni di proletarì germanici orga– nizzati dal partito socialista il deputato Scheideman, che denunciò i pericoli deli'imperialismo e del militarismo, e sviscerò le ragioni politiche e sociali dell'atteggia– mento e della volontà del proletariato tedesco. ·vari altri deputati socialisti intervennero nella discussione, tra cui Ledebour, che fu, come è noto, il relatore dena Commissione antimllitarista al recente Congresso inter– nazionale di Copenaghen, e che al Reichstag si assunse il cò~pito di rispondere, e rispose a dovere, al Governo, il cui discorso non era stato in fondo che la parafrasi rlella formula imperiale: u spada affilata e polvere secca ni una dichiara.ziorìe di guerra, come chiosò il Voh,vdrts, contro il disarmo, pur con apparenti concessioni all'idea di un'intesa con l'Inghilterra. Ma non solo nei Parlamenti s~ esercita la solidariétà internazionale dei lavoratori contro il mHitarii,mo, sib– bene nelle iniziative autonome delle singole Sezioni dell'Internazionale. I lettori ricorderanno ill prol)oSito l'illustrazione che su ·queste- stesse colonne abbiitmO fatto del caso di Flessillga, e gli accenni al Convegno italo-austro-ungarico che la lotta elettorale dell'Austria è venuta a procrastinare di qualche mese. Onde giustamente. il rapporto di Vaillant, nella com– prensione sintetica delle varie ma armoniche manife,– stazioni dei partiti socialisti di Europa confluenti alla medesima mèta, conclude con queste non presuntuose parole: u Per impedire i conflitti austro-italico e anglo– germanico e ogni altra minaccia di guerra, l'Interna– zionale si erge e agisce contro i Governi per i. popoli che essa trascina nel suo movimento liberatore. Ogni

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