Critica Sociale - Anno XXI - n. 6 - 16 marzo 1911

ORI'rIOASOCIALE i\lenlre scrivo qucsLc noLc polemiche, la Cou1111i~ :-;ioneparlame11Larc, Glie esainjna il disegno di "legge Lu1,zalli 1 ha deciso di non rncltCl'C la Ca11101·:1 in gl'aclo di clisculcrlo, se non quando si sar·~ mollo prossimi al termine della legislatura. Ùl'a, '! ,i.•::::fl) vuol dire - qualunque sia il pensiero clellu Ca– mera, chianwta a pronunciarsi sopra questa que– !-ilonc - che assai clifficilmcnlc il Ministero Luz– i'.nLLi polrù, esso, far discutere la sua l'ifonna. Or- 111:ii, il J\ 1 linislcro .Lu:.,-.zalli è prossimo a compiere la s11a funzione di parentesi, fra una siL11a·tionc po– lil ica clic si avvia allu liquidai.'.ione e una nuova di cui è difficile prevedere la nalul'a, ma che sarà, ;11.J ogni ff1odo, pili nella e prrcisa. E non è in que– :;le condizioni che si affronla e si risolv<' 11narduo pl'Oblema, come quello della riforma elettorale. Verranno i successori, verrà una situa'l.ione nuo– va1 nella quale l'Estrema Sinistra potrù, volendo, far pesare la sua forza. lV[aa q11esti successori e il questa situazione nuova che cosa dovremo chie– dere? Il su!'fi·a,qio univcrs:dc ad ambo i sessi, o l'al– largamenlo clell'elellol'alo? [o qui mi alleo volonLieri al prof. Salvémini nel chiedere una precisione di idee e di scopi, che non 111ipare sia oggi in molto pregio nel partilo socia– lista. Perchè, se si crede che un'allargarne11Lo del volo, sulla base c1·una modesta prova cli alfabeli– ~1110,sia un « Lraclimcnto)) 1 una « Lur-lupjnatura }), 1111 « impaccio a conquiste più soslanziali )) 1 allora :;i deve Jogicamente arrivare a sottoscrivere il ma- 11ifcslo dei repubblicani, pei quali il titolo della capacità è allrellauto odioso e iniquo quanto quello del censo. Che se invece si crede che un allarga- 111entodell'elettorato, con l'inclusione cli lutti gli alfabeti in grado cli provare il loro alfabetismo, possa giovare a crescere nella Carnera le forze de– n1ocraLichc, le quali potranno così iniziare una po– litica più coraggiosa di riforme ~;iovevoli a tulle le regioni. d'Italia; allora bisogna rip11diare aperla- 1nrntc l'anlinornia che si vuol creare f'ra suffragio 1111ivel'sale allarg-arnenlo del suffragio, ma consi– derare quest'ultimo come un avviamento al pi-imo, come un suffragio universale in potenza. · I~ qui, per la centesima volta e a costo cli parere 111on0Lono, io riaffermo jl mio credo. Coloro, che vogliono alluorc, non soltanto agitare -· - che è una forma ancora primjtiva clell'attjvilù politica - una qualcl,e riforma, debbono anzitutto valutare freddamente le forze sopra cui possono contare, in relazione :li fini che si propongono. Ora, in Italia, chi si proponga di conquistare a breve scadenza il suffragio universale, eslcso anche alle donne, deve conlal'e soltanto sopra la pressione della piazza. Noi, infatli, non attraversiamo un'ora :;lorica così eccezionale, da permetterci cli avere 1111a monarchia come in Austria, un Bismarck come in Germania, che concedano, pei loro fìni parti– colari, il suffragio universale. E meno che mai è da fare asscgnan10nlo sulle influenze parl:irnenlari: c1ll"i11fu0ridei socialisti e elci repubblicani, non si itLconlra, nella Camera il::tliana, alcun altro partilo. disposto a battersi per il principio della piena so- 1Tn11ilàpopolare. I.lesta la piazza. i\ra siamo noi capaci di chiamare 11cllepiazze 1 n on i nost ri. numerali gregarì, ma tutto il popolo, gli. uomi.ni e le donne, ,Q;lia11alfabeti e ,sii alfabeti, gli elettori attuali e coloro che non lo ~ono? Siamo noi, in Hali:1 - paese non ancora ben guarito dall'aslensionismo anarchico - capaci di i11fìammare il popolo, pcrchè, senza abbinamenti di sorta, senza il « soave licore )) dell'abolizione del ca,·o-uiveri, sappia volere fermarncnte, risolu– lamenle, minacciosamente jl s11ffragio universale? E siamo noi capaci di suscitare queste fìamme di volontà nel Mezzogiorno; e non nella Puglia sol- BibliotecaGino Bianco LanLo, 111anell'Abruzzo, nella Basilicata, nella Ca– labria, nell'interno della Sicilia? lo posso essere sospellato un uomo cli poca fede; rna so clic quando, quatLro o cinque anni fa, il prof. Salvémini non aveva ancora scopcrLo lo spe– cifico yer guarire i mali _cl~! Mez;,.ogi~rrw, egli scri– veva in qnrsta stessa H1v1sla che chi fosse anelalo nelle sue terre a parlare cli suffragio universale po– litico -- non amministrativo, che è tutt'allro di– scorso - e di volo alle donne, avrebbe trovalo parecchia gente che gli avrebbe riso sulla l'accia. I/allargamento del suffragio, invece, rientra nella sfera delle cose possibili. Le forze democratiche della (':1111eranon gli. sono avverse, e il falLo slessu d'aver trovato un MfriisLero, che lo ha posto nel suo progranima, Io trasmette conio un'eredità ,1i ~11ccessorj. Cerlo, questo all.1rgarnento può variare d"ampiezza; e può avere elci contrappesi, come nella l'ifol'ma Luzzatli. Ma, a rende.-lo accettabile, clel,- 110110 appunto provvedere la ferma volontà dei so– cialisLi e qucll'agiLazione - anch·essa necessaria - clic essi sapranno suscilal'e nel paese. Senonchè, a questo punto, io odo lo scroscio di risa fro11iche elci facili crilici del suffi·agio allar– galo. Vnl proprio la pena cli ballcrsi per Ja rniscria di uno o due milioni di clellori di più? ccl è csleli– ra111ent1}hello chiedere una riforma. che lnscicrù ancora le domande scrille, gli esami. gli accerta– menti, così conlrar:ì. al beato ozio cli Michelaccio c.;ltc 6 il genio cli. noslra gente? Non confuto queste ed allrellali obbiezioni. lo v:1do più in lù, e I.i-ascrivo clall'Auanli! ciel 24 g-en– nnio questo mio brano di pl'osa, che è parso n1ollu diritto e logico a più d'un org-anizzalorc, e molto eretico a più dì un esteta delle grandi riforme: Il proletariato non è, per se stesso, una forza l'i– voluzionaria. Lo diventa c1uando è tocco dalla virtù dell'organizzazione. Finchè il mollo marxista: « pro• lclari, unitevi!» non penetra nel suo cervello, egli è il servo del padrone, il puntello della rcaz:ionc. Suo l'appresenlante può essere Fra Diavolo. Suo grido di guerra può essere conlemporanenmenle: « Viva il re, e morte ai cappeddi! » Ora, in Italia, il fatto della disorganizzazione pro– letaria si accompagna, in generale, all'analfnbel i sino. Fatta eccezione per alcuni paesi - le Puglie, per esempio, '-- dove è diffuso l'analfabelismo, ivi I:\ organizzazione operaia manca od è qu~u,i ig1101"nh.1. 1I contrario avviene nelle regioni di lunga co11s1H.:l 11- dinc associativa. Dove sono fìorenli le Leghe e le Cooperative operaie, quivi il grado di alfobetis1110 ù allo. Se vi sono soci che non sanno leggere e scri– vere - e il fallo si verifica cli frequente - l'asso– ciazione medesima mira a dare essa o a sollecitar~ dagli enti pubblici l'istruzione. Data questa condizione particolare all'l.lalia, è cci-– lo che l'all:ngamenlo del suffragio a Lulli quelli che possono sostenere una prova modesta cli nlfobetrsrno \'UOI dire il voto agli organiz=ali; il suffragio uniYcr• sale, invece, vuol dire il volo a tutti: agli organizzali e agli inorgunizzati. Donde unu conclusione ovvia, che bisogna avere il coraggio di proclamare; oggi, in ltaliu, l'allargamento elci volo sulla base di una prova modesla di alfabetismo ha un valore più ri• voluzionario del suffragio universale. Lo sforzo se– lezionatore dell'apprendcl'c, in poche lezioni scl'ali, il leggere e lo scrivere ugiscc come un crivello: la– scia passare gli organizzati, che hanno appreso dal· la ginnastica dell'organizzazione l'importanza del vo• lo, e trattiene la materia bruLn, ancora schiava di tulle le .suggestioni e di tulle le superstizioni.

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