Critica Sociale - Anno XXI - n. 6 - 16 marzo 1911

82 CRITICA SOCIALE POLEMICHE SUFFRAGISrrE lo 1101► l'ÌC'sco ad aclil'rll'llli leggendo la prosa salverniniana, inserita nell' nilima fascicolo del In C:rilica. Dirò a11zi che lullo quel balenio di lampi 1~ rumore di tuoni mi diverte assai. Mi pare, Jcggcndo, _di assistere ad una gustosa t:oinmcclia veneziana. [o vi faccio la parLc del bo- 1-1orno crcdenzone, che si accontenta anche del po– co e clic trova la sua gioia anche nel lume a olio d'un ideale modesto. Egli 1 il prof. Salvémini, è il mio pedagogo e il ir1io mentore; suo cOrnpito è avvertirmi delle fallaci illusioni della vita, sua l'u11zione è temperare il mio ridevole olLimisrno con l'amaro calice d'un pessimismo dagli occhi d'Argo, el1e scopre, ad ogni piè sospinto, traboccheUi,. in-– :;idie, avvolgimenti tenebrosi. Ad ogni passo ch'io inuovo, ad ogni parola ch'io pronuncio, egli, il 111aeslro, mi ammonisce: « sciagurato, non vedi .;lte ti burlano? non capisci che dietro c'è l'agguato, e che Fausl Luzzalli con Mefistofele Dc Bellis al– tentano alla tua virtfr cli ingenua Margherita?)). l'osi, nella commedia, Todoro brontolo" ha facile vittoria sul rassegnato ottimismo del nobi.lomo Jlidal. Ebbene, io sono lieto cli essere raffigurato così nella rappresentazione scenica ciel prof. Salvémini. L·ottirnismo è, alla fin fine, una grande SOl'gcnle di energia e cli equilibrio; mentre ce1'li pessimismi e certe irrequietudini non hanno mai servito ad al– Lro che a rompere la Lrama di quel po' cli buono e di solido, che i poveri creclcnzoni, gli impenitenti ottimisti, gli uomini dai desideri limitati hanno Lcssulo nlo per filo, moclesli ma lenaci, nel labo– ratorio elel'nO della storia. Del resto, il prof. Salvémini 11011 poteva assegna– re a sè una funzione divei-sa. Non senza sig·nifi– l'aLo egli assunse per molto tempo •lo pseudonimo di Pessimisl.a. Egli ha, fra tante virtù di ingegno e di coltura (il mio ottimismo mi lascia essere equo a11che in quesli sconlri polemici), due dif'elli capi– ledi: ha l'infallibilità del papa ed ha una slrana fa– ciliUt a credere tutLo il male che gli viene sussur– ralo all'orecc11io. Dell'infallibillà pontificia egli ha dalo prova più volte. Per rimanere in tema di suffragio, ricorderò i sarcasmi che egli, alcuni unni fa, lanciava a co– loro, che avessero voluto agitare il problema del ~uffragio universale polilico ad ambo i sessi nel Mezzogiorno d'Italia. Gli stessi sarcasmi egli lancia 1)ggi a colo_ro, che si mostrano dellu sua antica opi– nione e non cl.i sposti u segui rio nc.l rapido mularoento delle sue idee. Il prof. Salvémini non Lollera clubb1 c 1 Lnnto meno, discussioni: ipse clixil, e basta. M·a egli, pel'ò, come è facile a lanciare scomuni– .che a tutti coloro che non crnclono nei dogmi ch'ei ra mano mano proclarnunclo, è altrettanto facile a creclel'e a tulle le voci che gli giungono, massime se queste voci <rii paiono dar ragione di certi atteg– giamenti e cÌi certi indirizzi, che egli, quale sto– rico, avrebbe il dovere di esaminare obbielliva– menle, all'infuori delle mormorazioni maligne. f:.osì, ad esempio, egli ha potuto avallare della sua flrrna le voci calunniose che sono corse intorno ;;11 movimento cooper_ativist.ico; e ha potuto, anche og-gi, tentar cli far credere che in mc vi sia un'osti– litù inconfessata verso le «plebi)) del Mezzogiorno, ostilità, la quale sarebbe la ragione recondita della p1ia_opinione circa il suffrag·io. Ora, io non ho alcun bisogno di purgarmi di _questo pcTleso peccalo. Il Mezzogiorpo d'Italia, il quale da un po' di tempo minaccia di diventare, 11elle noslre polemiche politiche. il Garibaldi del 'l'ec·oppa· menegliino, non ha mai avulo da mc pa- BibliotecaGino Bianco role aspre e ingiuste. Nella molla prosa clic a.l'– fldo alla sta1npa, 11011 ho mai scrilto 1111a rig-a che possa far credere esservi in nic preconcetti regiona– listici. Ho lamentato, sì, clic nel Mm·.zogiorno, r non per colpa sua 1 vi sin un g-radq cli educazione politica pii'1basso che in alcune rer,io11i ciel Nord d'l– lalia, ma nel dir questo rr1i lrovo in buona compa– gnia cli rnolti meridionali. Una cosa sola ho larncn– tato e la111c11lo:che nel Sud vi sia molto sole di Tarascona, cosi che le ornbrc più cvancsccnli vi ac– quistano apparcscenza di cosa salda. Ed è proprio per qucslo sole di 'J'al'ascona, cl,e il Salvémini vede, attraverso agli occl1iali neri del suo pessirnisrno, le cose più fantasticamente ,nc– ravigliose. Io ho creduto dimostrare, in una lettera pubbli– cata sull'Avanti!, che la dizione << certificato cli pru– scioglirncnLo >) non poteva .i11tcrpret;1rsi corne un li– lolo più a,·duo per o\lencrc l'clelloralo. Ho dello. e potevo dirlo con fondatczz:-t: che gli autori drl disegno cli legge non avrebbero avuto difficoltù ;1 togliere ogni equivoco. Fiato sprecato! Ll pl'of. Sal– vémini fantastica anche oggi di oscure manovre, di falsificazioni mcclilale, cli. Lranclli lesi all'allrui i11- genuità. Ancora. Il prof. Salvémini aveva credulo, sull.1 fede cli non so quale informulore, che il disegno Creclal'o avesse peggiorato quello Danco nelle di– ~posizioni riguardanti le scuole per gli analfabeti. Dimostratogli il suo errore, si accampa 11ellc trin– cee cli un articolo 8 che non dice proprio nulla. Dimostratagli ancora l'infondatezza dell'accusa, pe– sca alcune frasi della Hcla1.ione Credaro, per p1111 lcllare un'argomentazione che pr-ecipita eia lutto le parti. Eviclenlemenlc, anche qucsla volta, il prol"es– sor Snlvémini, avviatosi alla caccia grossa ciel mi– nistro Credaro, ha finito per incontrare il :Icone spe– lalo della moschea. Dopo cli che, come potrei confidargli la cura or– lopecl.ìcn, a cui - se fosse possibile applicarla ai cadaveri-- vorrei sottoporre 11 clisep;110di leg~·c Luzzalti? [n qualunque modo io mi ingegnassi di accomodarlo e cli rnigliorarlo, caclt'ci sempre soll.o i sospetti e le ironie ciel mio maestro. Egli mi coi-– reggerebbe, rni raddrizzerebbe, mi rmenclercbbe, con molti scapaccioni nella sede della mia ingc– nuitù imperdonabile. Per esempio, io polrci ac.;eltarc la proposLn, del- 1' f\nciloLti di Genova, dl chiamal'C le Commissio11i elettorali comunali a g-iuclicare deµ:li esami elci 1'11 Luri elettori. << Orrore! - griderà Salvémini: - si vuole, per fini occulti, permettere <e lo bricconate di qneste camorrisliche Commissioni )). Ebbene, chiamiarno il pretore, come si fu attuai.– mente. << Ecco - avvcrLir,'1 Salvémini - In prov;1 dell'ostilità occulta dei socialisti settentrionali verso le "plehi" del .\lezzogiorno: il prcLorc è il braccio lungo del Governo corruttore e imb1·oglione n. /\ILra proposta: aecellia1110 l'ispellorc scolaslico, con la rappresentanza ciel Consiglio Comunale. - C la trappola - escla1r1erà il Salvémini - : la ,·np– presenlanzn del Consiglio comunale surù manipola• ta in guisa da escludere la minoranza, e l'ispettore scolastico << non è preferibile al pretore )L Ultjmo tentativo: buttiamo via tutlo. e ,·imetlia– moci al maestro. Peg·gio che mai - urler~t Salvé– mi.ni questa volta: << il 1naesll'O 6 il lunzichcncccu del la camorra locale>). Dopo di che, mi pare ch'io abbia ben clirillo a non voler costnrrre un controprogetto, che indichi in quale modo, e con quale dosatura precisa - non un grammo più, non u11 gra1111110 meno - io possa essere contento. Giù, tanto, sarebbe f':ilica inuLile. li prof. Salvé– mini_._co1,:ie qu?l tale, non tro\fer·cbbc m;:ii l'albero a cut 1mp1ccars1.

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