Critica Sociale - Anno XXI - n. 6 - 16 marzo 1911

Critica Sociale HIVIST .Il QUilvJJ/C!N.llLE DEL SOCl.f/LISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia aiCUfficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E., 23 Anno XXI - N. 6 Non si vende a 11:tt1ne1·i Sf!pa1·ati Milano, 16 marzo 1911 .Agli abbonati in ritardo è fatta viva preghiera di inviarci spontaneamente l'importo dell'abbo– namento entR'o la corrente quindi• cina. In caso diverso, vogliano almeno disporre pel pagamento della tratta postale che perverrà loro ai prim.i del prossimo aprile. Ringrazja_menti ! SOtvIMARIO Poi itica ed Attualità. li capllnmbolo (LA CRITICA SOCIAU]I Polrmtch~ >'Uff, uy,ste 'IY,\?,OE BuNO!lll), Lit pulit-iw dell'a/.1,taztùne: ·il p,oblona delle aree (Dott.GJULIO CA– SALHìI). Mezzadrirt e bracclrrnlalo in l(o111ay11a: 111. / problemi del b1·accla11- tato \Pl'Of, A.NT ()NlO ÙRA;/;IADE;Jj. Studì economici e sociologici. ll prntl'z/.oni.~m,1 ope,·aio e ta politica este1·a (/elle organi,zzazionl p,·otefarit' (Ei\llLIO COSA'l"l'l.H). L'acq1m JJ1Jl11/Ji,1e ai Ct11111,11l: a proposito (\(•! (llSCl(nO di legge pen– (\entt1 avanti ll l'arltHllCHIO (l'ror. El<NES'l'O B~~HTAJU:LL!). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. ~ L<t CMtura popoUire ,,; La C/Jlllir(t prnblema di vita. Net movi.111e11toi(•len1/'lz1.,.1wll': La pollUca (Dalla ronnula al ratto; Jnternai1!una11~rno ,,1ttorloso). - L'm·r1a11izzuzto11e ecunomicrt rr.a più gr1111de Cooverutlva (\cl mondo). - Notizie vm•ie 1Pror. 010- YANNI M~'.Rl,ONI). Recenti pu/Jblicazio11i della Critica Sociale. IL CAPITOMBOLO Quel che avvenne (scriviamo eia Homa, con tre giorni cli rilardo sulla data del fascicolo) non po– teva non avvenire-. Chi ha seguile le noslrc dia– gnosi della sjLuazionc g-overnaLiva e parlamentare non ci accuser.i cli farci belli del senno di poi. Po– leva una contingenza qualsiasi, una maggiore abi– litò di mosse, coadiuvala dalla concomilanza delle feslc cJnquantcrwric imminenti, procrastinare re– vento di una scllimana o di un mese. I dissidi in– terni della mag·gioranza parlamentare, la rjlullanza persistente clell'crcclc necessario, l'inccrlczza, pau– rosa per lplli, dell'indomani erano allrellanli barba– cani posticci dell'equilibrio instabile. Ma, al primo colpo di vento, era il palalrac. E il marzo è allret– tanto inevilabilo nei Parlamenti, quanlo nel calen– dario .... I quotidiani - ci par cli vederli - gonrieranno i minimi coorfìcienii della crisi, per cavarne artifì– ciosc indicazioni a profìllo cli gruppi e di persone. }In il vero è che le leggi della meccanica politica non si eludono a lungo. La burlella - e questo ci conforta - non pllò èssei·e in eterno la base di un regime, nepjlUÌ'e n.el paese classico di Lutle le .rna- sc)lere. · BibliotecaGino Bianco E, in verità, la budella era già troppo durala. Cominciò colla composizione stessa ciel Gabi– nello; si chiari colla prcsenlazione della riforma eleLtoralc, congegnala a trappole e a contrappesi; si accentuò nella clesisrnazione, dallo sless.o Go– vcr1101 dei Cornmissar'ì ··per Ja legge, avversi in varì modi, e dal trionfo elci più ostili; culminò nel– l'ordine del giorno Bcrlolini, senza precedenli, spo– cleslanle Governo cd Assemblea, inesplicabile nel senso che gli fu appiccicalo per un postumo senso di pudore, ma che - nel senso suo vero - era Ja 'derisione, la caricatura, il lazzo palese, che non si preoccupa neppure della decenza. Onde avvenne ciò che è•- rarissimo nei Parla– menti. Un discorso - quel meraviglioso discorso ciel Barzilai, il quale, la11ciandosi oltre b questione accidentale, prorompeva al fondo delle cose, fo- tqgl·0fnva b situ~zi?ne 1 ~ nel qua_le l'arguzi~ non era il prodotto eh v11tuos1lù oralor1e, ma spnzzava dai folli, immediata ed irresistibile - un discorso, quel discorso, sfatava le finzioni consucle, impe– diva le ritirale e i vagheggi.ali accornoclamcnti. Quel discorso era già il volo. Il volo clic, arlalamente, non rnir:iv:1 al Governo, e lo feriva di. ri1nbalzo più lctalmcnle. Lo feriva, dandogli unn maggioranza strabocchevole. Crcdcle, poi, all'aritmetica! Se un insegnamento rimane, è questo: torniamo alla sincerità, alla probilà semplice e~piana, che è ancora - in politica come in comme1·cio - la mi– glior-e clclle tattiche, il più grasso degli affari. La democrazia - se esiste - non presuma di gover– nare per frammenti, per machiavellismi, a cui man– cano, a laccr d'allro, la· menle e il cuo,·e di un autentico Machiavelli. ·· Se l'Italia oresenle merita un Governo consel'– vatorc, lo abhia e se lo goda, in nome di dio! Fac– cia esso le sue prove; susciti le reazioni 1egiUime; non viva di complicità avversarie; si tragga d'im– naccio eia sè. La democrazia 1otli e si prepari; avrà il suo domani. [ radicali al Governo ebbero numerose occasioni cli riscallarsi, ritirandosi, dall'errore di essere en– trali - senza viatico di patLi chiarj e sicuri - in una combinazione d'impotenza. Non lo vollero co– gliere. PoLevuno scendere di ~ella; preferirono es– serne balzali. Balzati, tuttavia, han salva la vila. A loro dispel– lo e con loro diminuzione. Ma c'è tempo e modo a riforsi. E ai socialisti l'esperienza insegni a non imitarli; a .non credere, essi meno cli chiunque, nelle ·rorzc d'accatLo; a cercare le sole e salde e vere loro basi d'azione nella classe proletarla, che è fuori, che li igno!·n. in gran pi1rle, che non li segue, che dovrà segu1rl1. 1~ una lezione, anche questa, cli pazie,nza e di ve_rità. LA- CmncA Soc1AL~-

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