Critica Sociale - Anno XXI - n. 6 - 16 marzo 1911

90 CRITICASOCIALE r,onsorelle, esigendo un contegno che imponga norme meno restrittive e più umane, in fatto d'immigrazione, rna la loro azione nazionale stessa non dev'essere indi– rizzala - ah! Samuele Gompers! - a procurare l'in– scrizione degli emig1·anti nelle Società del rispettiv,1 mestiere, aderenti alle grandi FedeN1zioni estere. Possiamo ripetere con A. Cabiali che « il favorire la iscrizione degli operai emigranti in quelle organizza- 7.ioni è un enorc, perchè non toglie al fallo dell'emi– gl'azione il suo carattere economico, quello di livel– lare i salarì, e, per contrario, dà nuoYc forze a quella politica protezionista, i cui danni non sono minori di quelli che essa produce nel campo della difesa doganale capitalist:1 ». Sarò. evilato, allora, il danno di vedere opeeai ita– linni, che lavorano all'estero, scioperare, reclamando l'esclusione del lavoro straniero. Non si diminuisce così il principio e il metodo in-. sicme della lolla cli classe, anzi, lo si rinforza. Non sappiamo se abbiamo « scompigliato.. per il– lnminarli » i nostri pratici, ma al lume d'una logica :;;cmplice - scompiglia anche questa? - ci sembra che gli uomini preposti alle ol'ganizznzioni italiane compiano un errore nel far iscrivere gli emigranti nei ~indacati esteri. Gli emigranti si devono organizz:1re in modo autonomo, inclipenclcnlc, e appoggiai.i ai Sindacati dei paesi d'origine. • Ben lungi dal nostro animo il denunciato nichili– smo e il dol ce fa r niente deU'on. N1lti. Anzi il camp<: t': aperto a lui.le le attività, poichè c'è ancora quasi tutto eia fare: 1 n ostri miseri viandanti, disorganizzali - anche i Cinesi ci precedono su questa via - abban– donati nelle mani cli mille vampiri, che succhiano loro il sangue e il sudato peculio alla pal'lenza ed all'ar– t·ivo, att.endono ancora, non una formn cli prolezione, nrn che la società ç lo Stato, pur caccinndoli dal loro ~c-110, l.ulelino i più sacri diritti d'ogni citlaclino. i\la forse, questi poveri analfabeti, questi miseri r:-irninghi, sono essi dei citladini? *.* li secondo anello, d'allualilà, unisce il protezioni– smo demografico al commerciale. Sin.mo perfettamente consenzienti con l 1 on. Turati nell'aff ermare che « vi è una protezione iniziale nella nrsl.rn società, quella a favove del capitalista, che lotta , armalo, non dalla natura, ma dnllo Stato, dalln legge, contro una folla enorme e inerme cli uomini. rhe egli può sfruUare, schiacciare, afTamare come più gli garba: e, contro questa, che è la protezione delle protezio ni, la protezione fonclalllcnlale, quella che gener a lui.le le nitre ... » noi socinlisti insorgiamo con lui.le le nos tre forze. Pc"t'ò, pur non essendo dottori o p rofessori in Economia, crediamo non si possa am– rnetlern il principio: i socialisti devono tenersi << equi– d isl.:inti eia\' liberismo e dal prolezionismo » ed esse1·e << secondo i casi, per l'u na o per l'altra soluzione, :i !-.<-'conda che pili profìt .ta al prolet.nrial.o ». Se perdurn, l:1 forma protezionisLica è sempre dannosa. Noi pure desideriamo « distinguere e graduare» _ non 11ropon.iamo dall'oggi al domani la completa abo– lizione d'ogni rorma. cli protezionismo, sì commer– r.inle che demografico -- si avrebbe una crisi enorme cd un'eguale distruzione di capitali -: procediamo pure secondo la legge, eternamente vera, della gra– d11alil.à, ma procediamo però e non bnrcolliamo fl'a il prolezionismo e il liberismo. Diremo cli pili: riteniamo che, per alleviare gli urli, i salti bruschi, e tnlvolla i capitomboli, fra i diversi momenti economici, o per afTreltare il passaggio da nna forma agricoln ad una induslrinle, si possano prendere dei prov\ed imeni.i d'indole protezionista: rn:1 questi devono essere. espedienti tram;itori in modo r1.ç.soluto. La vita economica odierna è falla di con– I 1-nsti, cli dolori, di gioie e di pianti, come quella nmana, e il pretendere di sostituire la. graduale evo– luzione ve1·so forme migliori, instaurando, colla legge, la mobilità perfet.La, è una pura illusione. Per esem– pi9: non sono certamente le aristocrazie operaie au– straliane e americane, delle quali ci parla il Prato, genernte dal protezionismo demog1·nfìco e commer– riale, le falangi cli avanguardia che npriranno « le breccie per cui passerà poi tutta la tribolata umanit:J proletaria». N·on è edifìcando su una bnsc di privi~ legio e d'ingiusti,-.i:i, rhc :1rrivcr<'mo n\1:1Ci1U1fut11r:1. Biblioteca Gino Bianco Le Sirene attirano ancora gli Argonau\ i, raminghi per i mari, ma Orfeo dov'è? Ecco allora come s'impone naluralment.e la neces– sità che il Partito Socialista - il quale è stato, quasi ovunque, il meraviglioso artefice, che ha dato vitn al movimenlo operaio, e lo sprona, sia nei momenti cli baldQ.nza v ittoriosa, sia dorante gli accoramenti che seguono le sconfìt.le, sulla vi:7.luminosa di sem– pre maggiori con quiste - che il Partii.o Socialista combatta il protezionismo nelle sue due forme tipi– che, invitando le Ol'ganizznzioni ad instaurare una politica scevra da esclusioni e da limitazioni. Deve assumersi questo C6mpito di educazione delle masse, in forza dell'ideale che lo «sospinge», per il fermo convincimento che la ve1·a morale sociale - conie di– mostrò il fondatore del posit.h,ismo italiano - deve consistere, nella collell,ività come nel singolo, nell'i– deale che si impone al volere dell'uomo e ne riesce a dominare le tendenze ègoistiche, e deve saper im porre, alle categorie e alle frazioni del proletariato. !J necessità di far gettito spontaneamente ciel proprio egoismo e delle proprie conquiste, se q11esle ostaco– lano il cammino del proletariato. li protezionismo apre, sl, delle breccie nell'cclifl– co capiLalist.ico, nrn sono breccie dnllc quali si spar:1 :1 mitraglia contro gli eterni esclusi. Non per questo. Non per questo ... ! -E~nuo CosATTINJ. L'ACQUA POTABILE Al COMUNI (A proposito deldisegno di legge pendente avanti il Parlamento) ( 1 ) li Parlamento fu chiamalo a discutere la legge, che concede ai Comuni ilaliani aµ;evolezze finanzia– rie vernmente notevoli, per risolvere il problemn dell'acqua potabile. La leg_ge è assai ulile, se si pensi al numero enor– me di 1;omuni - specialmenlc rurali - che non seppero ancora provvedere a 11n buon rifornimento idrico) sebbene la legge sanitaria .italiana dali dnl 1888. Mette conto, perciò, riassumere an,.ituUo i punti fondamenlali del disegno di legge, per ag– giungere poi alcnne considerazioni di carntlere ge– nerale, che paionmi appena accennale (a differenza cli alt,·e, larg·amente svolte) nella Relazione Sana– relli. Lo Stato, per la esecuzione di opere riguai·clanti la provvista di acque poi.abili, autorizza la Cassa deposili e prestiti a concedere mului ai Comuni pel' una somma coir1plessiva di 250 milioni di lire, in ragione cli 15 milioni per gli anni 1912-913 e rispel– tivarnenle 20 e poi 25 dal 191/i al 1923. Lo Stato, inoltre, assume l'intero pagamento degli inleressi per i Comuni di non o!Lre 50 mila abitanti, e il pa– gamcnlo della quoln d'interessi che superi il 2 "/,. per i Comuni da 50 a 100 mila abitanti; e la legp;e stabilisce i modi e i limiti delle garanzie che spet– tano alla Cassa depositi e prestiti., per le q11ot.e cli ammortamento. Ove i Comuni non si valgano delle concesse con– di?'.io11icli favore e il Comune difelli cli acqua pota– bile, le opere potranno essere imposte, sostituen– dosi ai Sindaci il Prefetto, che si varrà dell'azione tecnica del Genio Civile. E lo SI.al.o fornir•;) ai f;o– m11ni bisognosi e privi cli risorse idriche (forse il testo voleva dire « rrpparenlemcnl.e privi di l'isor~f' idriche») gli opportuni niuti di cnrnltcrc tecnico, geologico e igienico. /\ li disegno, che ho riassunto in ciò che è il suo midollo spinale, è :issni buono, e rr-ra ai Comuni ( 1) Questo <11eegno <li legge, gli, npJm}Vato 9n11a camera, pende tn qnest.1 giorni avanti 11Senato. (Nota tiella CRJ'l'ICA).

RkJQdWJsaXNoZXIy