Critica Sociale - Anno XXI - n. 3 - 1 febbraio 1911

34 CRITICA SOCIALE pi tarsi nei corridoi; era un c,libi cogli elettori che gli si toglieva! Ma i radicali non si smossero .. Saldi come rupi. l! 1 edeli, sì, alla consegna: hanno al Governo i loro ostaggi e vogliono accompagnarli all'ultima malora. Ancora han da for passare le nuove t'ami, i nuovi aggravi militat·i per la guerra che non si farà, e placare le bizze dei ferrovieri, e dar passo alle altre piccole noie. Non diserteranno la missione. l\Ia i pl'incipl, questo è un altro affare. Col caro viveri nessuna mercè. Quindi dire s-ì al Governo, che dice no ai socialisti, darsi l'aria del sordo, e poi dire sì anche ai socialisti, non importa se le due positive faranno una negativa. Anzi, è quel che si vuole! I s~cialisti, s 1 intende, votarono contro. E' bugia che v1 fosse uu solo volontario assente. Ci voleva cl'aJtronde, poco coraggio. Ma è assolutamente ver~ che parvero i meno accaniti fra gli op1iositori. Ed è anche affatto naturale. A chi si accosterebbero? Il Governo è Pier Soderini. Di là, all'altra riva, son tt-oppi i Fucci e i Bonturi. Designarli alla succes– sione?! A chi accostarsi qua dentro? Dunque uscire, acco– starsi soltanto al proletariato, cerça,·vi nuove forze, suscitarle, ordinarle, armarle d'una coscienza, esserne la voce. Ma non è piccola impresa. Anche fuori impera una singolare lassitudine. Anche fuori suona un ri– tornello, che par l'eco - implebeito - del " più gran discorso del secolo•· La politica? il suffragio? il Parlamento? Puah ! Chi se ne intriga? ~Ieglio - non è vero? - l'azione dirntta; scate– nare le tremende collere proletarie. E infiliamoci sotto le coltri. Spengiamo questa seccatura di lampadina. Felice notte, compagni! A quando un filo d'aùl'Ora? LA ÙRl'l'ICA SOClALK INTRANSIGENZA VECCHIA E NUOVA Claudio 'l'reves ci scrive, a proposito delle ultime elezioni comunali di Milano: Cw·o '1''1erat1,, Dunque l'on. Greppi è prosindaco di Milano. Intorno a lui una sparuta compagnia di moderati e di clericali siede ad amministrare la nostra città . .A. questo doveva condurre la tattica intransigente del socialisti? Lasciami dire che non doveva. Perchè? La cosa può essere più complicata a spiegarsi che a intendersi. L'obiettivo della tattica intransigente doi socialisti era questo: rompere il blocco popolare per rompere il blocco clerico-moderato; ristabilire, con un violento sforzo di autonomia da parte nostra, l'autouo– mia di tutti i partiti; ricreare, rifondare la lotta ammi– nistrati va sulle idee anzichè sulle coalizioni dei Gruppi; allineare in tanti aggruppamenti perrettamente omogenei tutte le forze servienti idee determinate. Immane e pur nobilissimo c6mpito di verace educazione politica e, per– tn.nto, di progresso morale e sociale per tutti! Questo obiettivo è fallito? SI e no. Mi spiego. Ì<: rallito, se l'intransigenza dei socialisti si ritiene paga del risul– tato elettorale. È sai vo, se l'intransigenza socialista con– tinua a comoattere, intendendo che l'episodio elettorale non ò finito. ll risultato delle elezioni, per sè, ha precisamente giu– stittcata la tattica intransigente; l'ha giustificata tanto, ehe consiglia a continuarla con attività di agitazione! Ecco che tu cominci a scorgere crepuscolarmente il mio pensiero. Il risultato delle elezioni non è staio fa- Biblioteca Gino Bianco vorevole al connubio clerico-moderato, poicbè l'ha la– sciato in maggioranza relativa ed in minoranza assoluta di fronte ai socialisti e al Gruppo democratico-repub– blicano. Se le elezioni avessero dato la maggioranza assoluta ai clerico-moderati, il nostro tentativo di restituzione delle autonomie dei partiti a Milano sarebbe veramente da considerarsi crollato. Vero è che, neppure in tal, caso, avremmo avuto da dolerci della nostra tattica, Laqua.le, in tal caso, anche più visibilmente agli occhi dei più superficiali, sarebbe stata gìustìflcata dalla necessità e dalla opportunità di assicurare a noi la rappresentanza della minoranza. Ma, ripeto, fallito, interamente fallito, sarebbe stato il proposito di rinnovazione ab imis della vita amministrativa milanese per la risurrezione dei partili. Invece questo principio è salvo, o salvo sarebbe, se noi oggi, come mi pare volga la corrente, non lo per– dessimo di vista, non lo Lasciassimo precipitare, così 1 ·per lassitudine di guerra, per desiderio di quieto vivere, per apatia, per smarrimento dl noi stessi. L'amministrazione clerico-moderata è insediata a Pa– lazzo Marino. Sul suo diritto legale, nulla è da eccepire; sul suo diritto sostanziate, tutto è da eccepire. Appena è concepibile che, in una città. dl spiriti innegabilmente democratici, si possa costituire un governo di minoranza. Quando, per le elezioni parziali, si discuteva della tat– tica, nessuno dubitava, anzi, tutti ragionavano sul non contrastato e non contrastabile supposto, che, se l'am– ministrazione in car1.ca non avesse avuto ragione dei due partiti di opposizione, avrebbe rassegnate le dimis– sioni. Ricordo, al proposito, le fierissime dichiarazioni, che la Giunta Ponti faceva per organo del Corriere dell(I, Sel'a, che non sarebbe stata oltre 24 ore al potere se le urne non le davano una somma di suffragi superiore a quella delle liste avversarie, la socialista e la democra– tica. Se fossimo in regime elettorale politico, la nuova amministrazione Greppi sarebbe in ballottaggio. Tale ò il suo carattere ora, e nulla glie lo può cancellare: è una amministrazione in ballottaggio, cioè da sballottarsi. Ritenuto questo, la conseguenza mi pare ovvia: - Se l'opinione pubblica milanese ai muovesse decisa, sotto la spinta dei partiti popolari, e, prima di ogni altro, del partito socialista, e con tutti i mezzi agitatorii pos– sibili insorgesse a dimostrare di non volere restare sotto una oligarchia, io ritengo che l'oligarchia, bongré, malgré, dovrebbe in breve cedere. In realtà che cosa resta essa a fare? Che cosa rap– presenta? Si è detto: un programma di raccoglimento; cioè uno stato di impotente compromissione tra il pas– sato, che sconfessa e nei programmi e negli uomini, e l'avvenire, che non professa per la compromissione con lo stesso passato e con gli stessi uomini che si sono pro– lungati nella nuova oligarchia. Le mort saisit le vif. Una situazione, adunque, di gofl:'a nullaggine, di ibrida con– traddizione interna, di malcoverta intestina discordia, risolventesi a favore della parte nuova e più reazionaria. Per me non c'è dubbio, ad uua agitazione popolare in– tensa, che negasse il diritto sostanziale alla Giunta Greppi di amministrare per diretto di suffragi e per diretto di programma proprio, questa dovrebbe fluire assolutamente per cedere. A questo punto, tu, 'l'urati, rompi gli indugi alla tua impazienza già troppo contenuta e mi investi: - Ma a che scopo? Non ci troveremmo allo stesso punto? Oh! che tu credi che i socialisti possano rien• trare, pentiti e confessi, nel minestrone popolari~tico?

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