Critica Sociale - Anno XX - n. 22 - 16 novembre 1910

CRITICA SOCIAl,E 345 leg,·a {l.ca - potessero rormarel una cultura epecializzata sulle materie ferroviarie, come necessiterebbe che rosso accolto e mantenuto fermo Il principio che gli Uffici di– rettivi debbano es11ereimprontati veramente ai servizi attivi e costituiti con persone provenienti da queati e che li conoscano a pieno. Ma 1 più ancora, urgo che l'autorità, oggi illimitata, o I criteri, chiusi, crletallizzatl, di casta della burocrazia superiore vengano lentamente a modificarsi al contatto di altre energie e di altre veduto, rispondenti agli inte– ressi larghi e generali dello forze veramente attive e feconde che operano nel paese. La Francia, che nella storia ebbe Il còmplto nobllls- 11imo di aprire sempre nuove breccia alla marcia trion– ·fale della civiltà, accenna, maestra, alla soluzione radi– cale del problema burocratico: la gestione autonoma delle pubbliche amministrazioni, a tipo Industriale, da parte dell'alta burocrazia. direttiva, della burocrazia del servizi attivi e della élite dei commercianti e degli in– dustriali, come i più diretti rappresentanti del bisogni del Paese. li Parlamento e il Governo abbiano su cli esse la suprema vigilanza, ma, da quegli Istituti essen– zialmente politici che sono, non siano lasciati soli alle prese con l'alta burocrazia nelle questioni tecniche e amministrative, nelle quali, data la loro inevitabile incom• petenza, finirebbero J)er esser rimorchiati, come lo rurono sempre fin qui, agli Interessi e alle vedute della bu– rocrazia, i quali anche quando sono onesti - ciò che J)UÒanche non accadere - urtano e ostllcolano e negano o Ignorano gli Interessi generali. Ormai questi interessi - quelli di classe delle immense falangi di lavoratori che passano al senlzio dello Stato, con l'allargarsi 'e l'estendersi delle funzioni statali, e quelli più ampi del P!lese - è tempo siano direttamente rappresentati, In conrronto agli alti gradi della gerarchla 1 in tutti I più importanti organismi direttivi delle aziende pubbliche in genere e del!& ferroviaria in ispecie. Ma, contro ciò, contl'O la collaborazione delle forze vive del Pae!le e quella p\ì1 specialmente del proprio per!lonale dipendente, ei erge la burocrazia sdegnosa dei gros bo,intls e solleva tutti i mlsonei:1mi, I preconcetti, I sentlmenU di conservazione e di reazione, e grida ali& dissoluzione del l'autorità. e all'Instaurazione dell'anarchia amministrativa. Ciò che, se non è in mala(ode, è stolto, . poichè val quanto dire che la libertà è Incompatibile con l'ordine e la disciplina, Jn effetto, non è mezzo migliore per Impedire la rou– tine e l'apatia rugginosa nei servizi pllbbliel, che quello di dare al funzionari la libertà e la rospons&bilhà nel loro lavori, stimolandoli a mettervi tutta la Intelligenza e il buon volere di cui sono capaci. 11 Liberi - scrive Maxlme Leroy - I funzionari saranno responsabili; re– sponsabili, saranno attivi e rifletteranno sul loro lavoro a tutto vantaggio dei servizi. • D1altra parte - come si leggeva nel Rapporto 8UI bilancio dello Posto e Telogratl rrancesl per l'eser– cizio 1902 - 11 l'uomo moderno, giudicato abbastanza saggio per partecipare, come elettore, all'organizzazione del potere pubblico, deve anche divenire capace di partecipare, come lavoratore, al~ 1 organizzazione della opera al cui compimento attende e collabora.,, E, più forte e più irresistibile della ragione fUosoftca e poli– tica, e·o la necessità, che scaturisce dall'evoluzione te– cnica del mezzi di cui oggi sl dispone nelle industrie statali, e dal bisogno assoluto perciò di una pre:1tazlone d'opera Intelligente e fervorosa. Nella fabbrica moderna, alla disciplina dura, ftsaa, regolamenlare di una volta, sottentra sompre più, fra direttori e operatori, un sistema di rapporti, Il cui scopo è d'impedire tutti gli arresti nella ricerca e nella produzione e stimolare i lavnratori al massimo interessa– mento. Soppressa la disciplina gerarchica, tutta consi– stente nei regolamenti stampati e nella sorveglianza, l'operalo non ò più l'automa e la bestia da ratica, ma l'essere lntelligonto, che noi lavoro tlen desta l'atten– zione a tutti gli ostacoli, gli Intoppi, le resistenze estra. nee ed anormali, le perdite che diminuiscono l'intensità e Il valore del la produzione. Tale disciplina o tali criteri - non dovuti a sentimen– talità, ma rampollati su, per necessità, dal terreno dell'ln. dustrlallsmo - ò neccs!lario che s 1 inslnuino 1 prevalgano e siano accolti nelle Industrie statali come quella ferro– viaria. Solo quando saranno spazzati via tutti i concetti an– tiquati e meschini che andammo esponendo, e che ge– nerano l'apatia e l'avvilimento negli uomini, lo spreco nell'esercizio, l'ingombro sistematico negli impianti, la insuffl.oionza soffocante e l'opprimente pesantezza noi movimenti, solo allora sarà veramente possibile sperare in un servizio ferroviario, capace di adattarsi con facile duttilità ai bisogni Innumeri o svariati del nostri com– merci nelle varie regioni. " Ma, chi può dare queste direttive - si chiedeva Filippo Turati nel poderoso discorso pronunciato alla Camera durante la discueslone del bilancio degli Jnternl f - li Parlamento, nelle sue funzioni ordinarie, no. Noi siamo Incompetenti: ci mancano Relazioni che ci ,li ano la conoscenza viva di cillscun servizio i lo le ho Invo– cate sovente, ma sempre invano; per noi, e per la stessa Giunta del bilancio, i bilanci non sono che astratti, aridi elenchi di cifre, In cui manca la vita. 1 ministri? Meno ancora: essi eono 1 per definizione, degli Incompetenti, anzi, In questa materia, dei perturbatori. 11 Per lo più 9000 competenti in materie diverse da quelle a cui il criterio politico o geografico li ha appli, cati. Dietro di loro, però, 8000 i diretwrl generali, la tesoreria generale, l'alta burocrazi a; quella che appunto ha creato queeta babele, che si ò cri:1talllz1.ata in questi si!!teml assurdi, e 11011 può certo trasrormarll. " ~eco perchè lo chiedo una Commissiono, comm:11tadi Parlamentari e di forze giovani pre~e dagli Ufflei, e anche di competenze tecniche J>rese da fuori degli Uf– flci: percbò l'indnstrlallzursi dello Stato esige che anche uomlnl provati nel cimenti della libera indut'ltrla portino il loro contributo In quetot.'opera di rifachnt!nto della compagine delle aziende dello Stato. • E questa importantissima innovazione accennò la legge 7 luglio 1907, con la Istituzione del Consigllo Generale e <lelle Commleslonl compartimentali del Traffico, ma vi accennò cosl da lontano e malamenLe, che - più che affrontare con serietà e con buone Intenzioni il pro– blema - par\·o volesse gettar la polvere negli occhi ai gonzi. Nelle Commlesloni compartimentali - che dovreb– bero, secondo noi, restare quali Commls!lloni locali nel maggiori centri ferroviari, anche dopo l'auspicata aboll• zlone delle Direzioni compartimentali, per compiere la maggior opera di elaborazione di studi e di proposte d'indole locale da sottoporre al Consiglio generale del Traffico - ne1>pure si ammise la rappresentanza del personale rerroviario dei servizt attivi, la quale avrebbe 1>otutosostenere e Illuminare - con la competenza ohe proviene dalla pratica e con I mezzi di studio che pos– sono fornire le organizzazioni professionali - i rappre– sentanti della industria e del commercio, i quali finirono naturalmente per onere sopraff~tti dall'elemento buro– cratico, molto più forte per preparazione e competenza, nello ,tesso modo come avviene per il Governo ed Il Par... lamento.

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