Critica Sociale - Anno XX - n. 22 - 16 novembre 1910

340 CRITICA SOCIALE cismo; in quanto, con lo studio della riforma della scuola, con l'aiutare ogni iniziativa di cultura. ron il favorire le condizioni che le siano favorevoli, compiva uu utllo ufficio sociale: il che è il còmpito che 0801 associazione proresslonalo dovo collocare sempre accanto alla conquista di miglioramenti economici. Dottrina tu– ratlana1 che In queste pagine non apparirà ruori luogo. Veramente quOlla qualsiasi rorza morale, che la uostra Feclcrazio11e bbe o conserva, le viene appunto dalla sua aziono " morale n; ma frattanto diminuiva dentro di essa la rorza di coesione, di ~oneenso, di interesse, che In una associazione di classe ò, In sostanza, dato dal ve– dervi uno strumento di conquista economica: quost'è, per coel dire, il tessuto connettivo dello organizzazioni; quello - l'idealità sociale - no sia il sistema ner\'oso: la Federa2io11e st nutrì per parecchio tempo di troppi nervini, e l'equilibrio venne turbato. Seguo dol turbamento fu Il ftorlro di associazioni per " categorie,, il cui unico programma ò di far guada– gnare la precedenza alla rispettiva richiesta singola: precedenza, che Il Consiglio Federale doveva, come si è detto, assegnare. L1e11perie11za mostrò che questo lavoro di Minosse, o sia pure di Padre Eterno, non ò Il più acconcio por far andare d'accordo i colleghi, federati e non; potrei citare me stesso come antico e facile pro– feta: per ciò, con un fil.tale agnosticismo, il Co11siylio attuale deliberò di mandar avanti insieme lo varie agi– tazioni, che troveranno fuori di noi la via più o meno SJ)edlta, a seconda della loro ragionevolezza. J,ule il'ae delle II categorie ", che avevano 11 rancore del Proci contro la ritrosa e imparziale Penelope: la gran bat– taglia fu sopra la parola coutempora11eamente (gli av– \'ersari odiuano le metafore, ma più gll avverbt} 1 che si voleva cancellare dall'ordine del giorno, in cui si segnavano le richieste da sostenere. La gran parola fu accettata anche dal tra<lizlonalhitl, i quali dovevan esserle i più ostili; ma le "categorie,. ebbero torto a. contrastarla., come ebbero torto a pren– dersela con questo ConsigUo, prima di tutto perchò c'ero anch'Io; e poi perchò alla loro concezione materialista era più degli altri incline ..... come Il vicino campanile. Jncline senza cascarvi dentro, e infrangervi l'unità spi– rituale della. classe, e sperdervi la dignità. di persone colte e intelligenti, il che fecero certi professori di gin• naslo. L'uno del quali si rallegra che Il Sa.lvèmlnt e il Rlchieri sian mezzo fischiati e che la }"ederazio11l di • socialistoide II si faccia "apolitica,,: son molto lieto che Il abbiamo avuti avversari. Non è mera.viglia, con quosti umori, che la discussione sopra 1 miglioramenti economici aequlstasse grande am– piezza: sulla base di un unico ruolo el accomodarono alla meglio gli interessi di tutti; quando qualcuno stril– lava che aveva avuto poco, li relatore - benigno mi– nistro dei Tesoro - aumentava il • dare,, di qualche liretta, e il Congresso, con ingenua serietà, approvava. Jo urei prererlto si dicesse: "Pagatoci come Il nostro ap1>etlto(non uso il lusso d'un plurale) esige, ed esige la necessità della scuola, che già va spopolandosi di insegnanti,,; e poco d'altrOj Invece i miei colleghi an– davano frugando fra le pieghe degli organici le insidie o i danni, come usano frugare i solecismi nel còmpiii degli alunni; o con grande sottigliezza costruivano un diligente progettino, o\'e ogni caso singolo fosse contem– plato, come si trattasse di far gli schemi dei verbi ir– regolari. No risultò, credo, une statoecom,mtco ideale, al quale non manca, come nel matrimonio di Arlocehlno 1 che Il consenso dell 1 " altra parte ,,. Può meravigliare Invece che Pantlco eplrlto critico e rlrormatore dolla Federazione sopravvivesse ancora, fra tanto proclamato materialismo, da tener legato più d'un giorno il Congresso, nella discussione del tema " la rl• forma della scuola normale ,, - che proseguiva Ideal– mente il luoro di studio Iniziatosi l'anno scorso a Firenze. Ma però ò da osservare che anche questa que– stione assunse un colore e un calore di " categoria,, i e non per interesse di parte, ma per la contingenza del progetto Daneo-Credaro. Questo disegno di legge Intende ripara.re alla scarsità. del maestrl, J>rendendoli da ogni dove, distribuendo sulle nrie ed ambigue culture una uniforme vernice di cul– tura pedagogica, e sfornandoli caldi con qualche stra• ordinarla sessione di esami. Oli Insegnanti dolio scuole normali, che erodono - e debbono crederlo - che la loro scuola sia necessaria a creare i maestri, non pos– sono ammettere che se ne faccia senza; e inoltre, esperti di quel che stano la professione magistrale, e i danni dolio. semi-cultura, e le deformità. lntollettuali della mala-cultura, Insorsero contro Il progetto. Dissero che il bisogno numerico di insegnanti non è quale la legge c0mputaj dissero <'be mancano i locali più che i maestri; mancano i quattrini; manca In troppi luoghi la volontà di averli. Deprecarono all'Italia Il danno e la vergogna di questi seml-maestri 1 che rinnoverebbero errori com– messi, e non ancora espiati, In altri campi: Insomma seppero trascinare Il Congresso nella loro visiono della questione, e vinsero anche parecchi rlluttantl, Nel 11uo complesso ml pare che l'ordine del giorno, approvato al proposito, sia notevole anche per i deputati, che do– vranno ritornare su quel progetto dalla duplice paternità. Pur troppo, assorti in questo punto del tema, ben poco si disse della scuola normale, come dovrebbe riordinarsi al ftnl professionali, e come le et dovrebbe porre ac– canto una scuola di coltura femminile, non professio• nate. Quest'ultimo punto, trattato dalla prof. Bice Sacchi In una Relazione originale e saldamente pensata {la mi• gllore fra le presentate), passò quasi inosservato e la Relazione stessa fu " mal vista o mal gradita "' La si• gnorlna Sacchi, partendo dal concetto che a1le donne, che non hanno da guadagnarsi la vita, compete l'eser– cizio di 8.tttvltà. sociali, studiò quali di queste conven– gono alle attitudini pratiche femminili (organizzazione dl patronati, opere dl tutela sociale, di previdenza e di prov– \'idenza, ecc.) e come e quale scuola possa svilupparle. L'errore della relatrice fu di non pensare che 1 tra le professioniste od operaie e le signore che possono at– tendere a cose • sociali ,,, c'è tutta la schiera, che le ragazze si augurano vlepplù numerosa, delle madri di famiglia, che debbono educare i ftgll, provvedere all'anda• mento economico della casa, senza avere li bisogno - ma neppure il tempo - di pensare ad oceupazlonl di fuorl. Son queste che pur occorre preparare alla flgllolanza, all'allevamento intelligente (e non eolo affettuoso) della prole. Per ciò la scuola della signorina Sacchi parve troppo aristocratica - benchè alla democrazia interessi che le classi effettivamente dominanti siano colte e ben preparate - e troppo ristretta. Una fiorente sposa congressista, diceva in un agitato crocchio: •- E le madri non contano nulla t Gll aecoltantl assicuravano che contano moltiulmo. E la scuola fu t,occiata. ENRICO CARRARA.

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