Critica Sociale - Anno XX - n. 22 - 16 novembre 1910

CRl'l'lOA SOCIALE: 339 tmpeg11a la Direzio,ie del Pa,·tito e tulle le Sezioni a i11lensifi.ca, ·e l'opera di prop<1ga11da, di agitazione, di 1stn,. zio11e del proletariato su tutto ciò ch'è azione generale e parlame11tare del socialismo italiano, e a 1n-eparare pel p1·ossimoCong,·essoun re11dico1ito esatlo e speciflcato, lo calitù pe,· località, di cotesto lavo10 1 dal quale soltanto 1mò il P,1,rtito trarre le e11e1·gie necessarie - q1tali eh~ siano, a volta a volta, gli obbiettivi e la tattica - r,l successo della sua opera 1'i,formatrice. ... llitemlfo, da ultimo, che, cessate le 111·ge11::c della lotta per la libertà, le alleanze elettoruli, amministrative o po– litiche, se ,wii risultino giustificate da motivi eccezionalis– simi (cui 11rovvede l'autonomia della fallica.) e se tem/0110 a diventare sistema, scemano e adulteraiio 1 per l'illusione di be11efizi t·istrelti ed effime1·i 1 la forza e il caratlet'e del Partito, JJerpetuando situazioni jJOliliche artificiali, in contrasto colle esigenze tiella loti a di classe; il Congresso invita le Sezioni, a co11sfrlen1re i 1uricoli del perdurare della politica dei blocchi, tanto pii, dove nel Partito e 11elleorga11izzozio11i. proletarie si insinuino i11- ,i~t/t1te11ze (li corp<>razio11i 1 fondame11talme11te stranee allo spi,•ito della lotta di cl(isse p,·olelltria; " e dù espresso ma11dalo alla Direz(oue del Partito di " vigilare e intervenire energicamente, anche, ove occorra, " co,i diritto di veto, af{inchl> questi criteri di tattica 1:en• " (JUIIOlocalmente osservali w LACRISI DIUHA OH6AHIZZAZIOHE Sono due." YOCidiverse,, che ci giungono, a pro– posito del Congresso degli insegnanti medi; due " im– pressiòni diverse ,, di un medesimo aV\'enimento, a traverso la mentRlità di due autorevolissimi testi– moni e partecipi. Nell'una è il sordso honario 1 lie– vemente scettico, che suffonde tutti gli scl'itti di Enrico Carrara; lo scritto, al contrario, di Felice CeramicohL ò altrettanto severo quanto ottimista, e potrehbe pomposamente intitolarsi: filosofia <li una crisi. Ma, a dispetto del di\ 1 erso tono, forse i due pensieri, senza plagiarsi, convergono: e noi, a somi– glianza del classico somaro 7 non sapendo quale sce– gliere (ma forse meno somari all'atto pratico), li diamo entrambi. Scelga - se mai - il lettore, che ha, come tutti sanno, il dovere tradizionale, che i di– rettori di Riviste per fortuna non hanno, di essere 11 arguto ,,. Non è il caso, per noi, di soYrapporre alle analisi ,cli due così professori e così competenti una nostra disquisizione; tanto più che, in tema di organizza– zioni, c'è dell'altra- nostra prosa, e non poca, in questo stesso fascicolo. Solo - da quei pratici, o 1H·tt.ticoni 1 che siamo - il sorriso di Cal'rara 1 che gli ò un mal,!nifico alibi per non giudicare se non con un semplice e fugace " avevo preveduto ,,, e la filosofitL di CernmÉ– cola, che applica una specie di inttigralismo morg_arian~, ma conciliante i contrari nella lor0 successiva vi– cenda, ci suggeriscono un confronto, che non vorremmo apparisse ingiurioso od odioso, come si vuole sia maleducata. consuetudine di tutti i confronti: e cioè che quella unitaria selezione e graduazione di richie– ste, che 1 pei profossori, al Carrara. pare sia. sempre sembrata impossibile, e al Ceramfcola sembra. " cosa più_ che umana ,,, un'altra Ji'cdernzione, la quale, nella gerarchi~ intellettuale, parrebbe meno ecccls:t - quella dei modesti postini e telegrafonici -, è riu• scita, sia pure con qualche sforzo, ad effettuare, e .Ja mantiene tuttora; senza di cho le parrebhe di truffare il proprio appellativo. di organizzazione fe– derativa. Ma dal cqufronto non intendiamo, beninteso, deri– vare nessunit filosofia .... LA ÙRITI(',\ SOCIAU. Il Congresso di Pisa. Il libeccio, risalendo ardente e,1 impetuo110 la gialla corrente dell'Arno, si alJbattova con pioggie, baleni o tuoni sulla vecchia Pisa, che no ern tutta sconvolta ..... Questo, che parrebbe il principio d'un racconto per ra– gaz~d, preludia invece a una grarn dissertazione - la presente - sopra un Congresso di prore.~sori- sia pure secondari; ed a ragione, perchè. rorse por effetto ili quel di ruorl, un altro uragano rumoreggi:\\'a nell'elegante sede di esso Congresso 1 minacciando di ti-avolJ{eronelle raffiche tumultuose, non solo il Consiglio /•'nlerale, cui pareva riserbata la sorto dei sovrani braganzesl 1 ma tutta la Federazione, o almeno la concezione sua tradi– :donale e gli uomini che la rappresentavano. Il Sal\'é– mini stesso fu rumoreggiato dalla irosa assemblea, per una frase un tantino immaginosa; ond<', scoraggiato, si ,·olso alla presidenza, esclamando malinconicamento: - Mio Dio, non è permesga neppure una metafora! Che i professori, letterati la pii'1parte, siano in rotta con lo metafore; e che si rilJellino alla più simpatici\ dello autorità, che è quella dell1ingcgno e della fede; e si aV\'entino contro i loro colleghi dirigenti, come contro a nemici 1 è un ratto notevole 11ellanostra vita associa· tivo, che ha maravigliato chi non era mldentro alla psicologia rederale, e che può senire di ammaestra– mento per i fatti analoghi di altro associazioni profes– sionali. Non ò dunque un pettegolezzo discorrerne. La Federazione degli lllsrg11a111i delle Scuole Medie sorse dieci anni ra per ragioni economiche o morali, ll<'CCn– trando In sè precedenti associazioni distinte dall'ordine delle scuole: classiche, norma\i 1 tMniche. Oià dai primi tempi si vide che ai pili premeva sopratutto lo stipendio, e por questo anebbero rinunciato alle conquisto di ga– ranzie giuridiche; ma, sia perchè era facile dimostrare che i soprusi amministrativi si risol\•evano in danni economici, sia perchò capeggiavano i più arditi e nobili spiriti, ai quali non isfug~i\'a l'importanza preminente del così detto "stato giuridico 11 , fu possibile orientare l'anima della l'ederazione verso questa concezione mora lo dell'opera associativa. Ma, venute cd attuate le duo leggi, accadde che, mentre le garanzie giuridiche risultarono in complesso soddi– sracenti, e qualche volta an~he ing_ombranti 1 per chi preferisre la scorciatoia del favore alla ,,ia maestra del diritto; i vantaggi economici invece si manifestarono insufficienti, specie dopo elle i miglioramenti dati dal– l'on. Giolitti ad altre elassi di impiegati, e il caro della vita, recero ripiombare gli Insegnanti nella sperequa.– zione assillante di prima. Ecco quindi acuita la questione economica; e, poicbè la nuova legge divise gli inse– gnanti1 non per ordini, ma per gradi di scuole, facendo condizioni dh·erse a chi insegna.\'a nelle inferiori (I ruolo) o nello sliporiori (Il ruolo) o materie secondarie (III ruolo); l'affinità delle condizioni economiche raggruppò natu– ralmente i proressori secondo le rispettive "categorie 11, contro la primiti\'a formazione federale. La Federazio11e reagì in vario modo, perchè ogni ente difende la propria consenazione: reagì o disconoscendo le " categorie n o avocando a sè la graduazione o il giudizio di precedenza delle loro richiesto; reagì infine alla. a.rida concezione materialistica, proponendo, o un po' imponendo, alla azione federale un flne sociale. In questo senso la F'eclerazioue affermò il suo politi-

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