Critica Sociale - Anno XX - n. 22 - 16 novembre 1910

350 CRl'rlCA SOCIALE . . . Che lo spirito dcll'l.:nionismo 0!)0ralo abbia per sua essenza l'egoismo, può prO\'arsl facilmente e meglio col sussidio della storia economica. l/1usociazione di sala– riati con fini di classe ritrova la sua origine nel ratto del trionfo definitivo del capitalismo sulle forme medio– evali di produzione. Il dissolversi della produzione di mestiere già segna l'avanzata accumulazione del capi– tale ed il suo grande impiego, noi commurcio bancario, da1>primn, nel commercio di materia prima o di 1>rodotti compiuti, di poi. 11 capitalismo, lungi dal recare una uuovn concetione o una nuova struttura nella tecnica produttiva, non fece, sul principio, pur ten,lendo a ne– garle, che utilizzare le vecchie forme esistenti. Ma Il dissidio stridente tra queste, cho rispondevano ai bisogni d'una produzione dirotta, o lo oslgcuzo imperiose del capitale commerclnlc, che richiedeVI\ stromcnti o mec– canismi sufficienti nd uun produzione indiretta, ratta, cioè, non por 11 consumo, ma por lo smercio, valso a rompere il plesso pacifico del mestiere, non s'accontentò ne11pure della di\'isio11e tlel lnoro Introdotta dalla ma- 11ifattura1 o determinò ln,·cce una scrio di circostanze, che condussero all'invenzione delta macchina ed Rprl. rono in ultimo Pòra dOlll\ fabbrica('). i,: troppo nota la depressione, che s'R.,•,•crò nelle condizioni della classe lavoratrice nel momento <'he segnò Il trloufo della dit– tatura capitalisti ce. Purt\ la stesim, macchina. che aveva mosso micidiale concorrenza agli operai, oltrechè prl– Y&ndoli dei mezzi di produzione 1 e cosl 1>onenfloll in una condizione dalla quale non avrebbero pii1 do\'uto rial• zarsi, anche, o peggio ancora, disoccupandoli; la stessa macchina, associando i la,·oratorl entro la fabbrica, scr– vh•a da fulcro principale, per operare la loro organiz– zazione in Sindacati di classe. Connessi a questo, tanti nitri fattori d'inte~a e di coesione operala sprigionavano, In quelPepoca, il J)roprio potere; principali, l'incremento naturale cd artificiale, prodotto dalla disoccupazione, della popola;donc, o Pagglomeramcnto di questa nelle città, J)rodotto In ispecie rla\le lnnumero,•oli espropria• :doni, già avvenuto qualche tempo Innanzi, dei la,•ora– tori indipendenti della terra ('). Appare, dunque, e,•idente cho PUnionlsmo si genera corno il prodotto ,•olontario dell'opera d 1 io tesa della nuova classe dei snlarlati, una ed unita per l'identità egoistica degl'intcrcssi 1 dei bisogni e delle aspirazioni, od insieme come Il risultato antltetlco 1 quasi per con– traccolpo, d'una somma di condizioni e di circostanze av\'erso o nocive al 11\\'0ratori, dello quali l'iniziativa o la perpetuazione spetta al capitalismo. Jniziatotil cosl, Il movimento operaio procede diritto e aerratu nella su& via, segnata dalla ricerca della mas– shna misura posalblle nellil massa dello utilità strappate alla clailso avversarla. Le i<leologio avveniristiche ap– paiono come la proiezione suggestivamente fosforescente della situa:.:iono terminale, a cui addurrebbe la concor– renza egoistica del redditi del lavoro rispetto a quelli del capitale: l'appropriazione del mezzi di produzione e di scambio da pinte della classe lavoratrice. ... Senonchè qui occorre fare un'osservazione, che apporta, ao non una Roluzlono di continuità, un'alterazione son• sibile nella delinoaziono di quel superbo processo rivo– luzionario. Non è cbi non veda che parlare di II classe 1 1 1 \'edi, R IRI 11ro1101ll-0, Il rece111e llbro del l,.i.BHIOLA: ·,, Cllplla• u,1110, Torino, IIOCCR, 1910. (') I.ORI,\: AIIRll" della Ji/'Op1·leM C(1pltaU,t1c(1, Torino, 18811,\'ol. Il. lavoratrice II significa servirsi di un'espressione metafo~ rica. Classe lavoratrice, una ed unita, non esiste, ma la sua nozione dà Immediatamente luogo all'altra di" gruppi concorrenti di lavoratori 11 • So l'unità e l'unione di tutta quanta la chuso lavoratrice poten asalcurare della con• tlnuità integrale nel tempo o nello spazio del processo di formazione del nuovi nlorl sociali, Il dirompersi di essa in una moltiplicltà di gruppi concorrenti infrangé miserevol men lo la bella unicità. del la vl~lone e dell'azion~'. La. clas10 del lavoratori non forma dunque un eolo Sindacato, con lrlentltà di funzione o d'intenti; ma ò spezzata in una varietà e complessità di organizzazioni. Ciascuna di questo ò governata da una legge di con– correnza, oltre che rispetto alla frazione capitalistica da cui dipende, anello rispetto allo altre associazioni di mestiere; ~ì che in essa non è difficile evincere motivi 111 tcndenzo al monopolio 1 sia nel campo ,economico dolla produzione e dolio scambio 1 sia, por ritlesso, nel campo della competizione politica. Sembra superfluo rlle,•are, teoricamente o storicamente, le ragioni e le manifestazioni dell'impulso monopolistico delle organizzazioni operaie. Rispetto alla classe capita– llstica1 allo causo, che spiegano e determinano la lotta di classe contro clas:Je 1 non po,qsono non riscontrarsi, eguali od equivalenti, quello della lotta di una fra– ziono lavoratrice contro una fraziono borghese. Senon– ehè ò chiaro che, in quest'ultimo caso, l'opposizione d'interessi fra un dato Sindacato operaio e la massa della classe dominante, che non sia con quello In un rapporto Immediato di sfruttamento, è meno sentita, e però è efficiente in miimra minore; può anzi talvolta, in contingenze spoelali, scomparire, per l'avverarsi di una casuale coincidenza di massimi edonistici. co:. muoque 1 il eonllltto fl.lndamentalc, insanabile, peren– nem~ote risorgente, resta pur sempre; l'antitesi degli i11teressi, suporftcialmente e fugacemente conciliabili In qualche momento particolare, non può giammai ridursi a sintesi; è necessario e fatalo che le due classi si muo– vano conco·rrenza o lotta - acca1ilta, ·com'è necessario o fatale, nel mondo capitalistico, che l'una debba vivere cristallizzando io valore il plus-lavoro estorto all'altra. f; perciò che li monopolio tendenziale dell1organlzzn– zione operaia si allarga ed estende contro tutta intera la clasRo avversarla, alla eut eliminazione mira inces– santemente e con tutti i mezzi, p~r potere alflne con~ cedere al Sindacato del produttori la libera disponibilità degli strumenti della ricchezza. hla, come si ò dcUo, la tendenza monopolistica del– l'associazione di mestiere esisto anche rispetto agli altri gruppi di lavoratori. t yero - e sarebbe assurdo il con– trario - che ciascun Sindacato sente l'unità della cla98o cui appartiene, ne condivide le ideali aspirazioni e, nel momenti in cui ò necessaria l'azione collettiva, vi par– tecipa con calore o con fede, In slanci mirabili di con– corde solidarietà; ma è vero altresl - o sarebbe pure assurdo il contrarlo - che, nelle quotldla·ne competi– zioni economiche, esso non guarda che al proprio esclu– sivo Interesse, oltre, e, tah•oHa, contro quello dei fede– rati, proletarli essi pure 1 in altro associazioni. Cosl che, mentre, rispetto ai capitalisti, la sua azione è pemata– mente e volutamente di offesa, rispetto al non capitalisti, a quelli che sogliono In genere chiamarsi II comrnmatorl 11 e rra i quali sono gli appartenenti alle altre federazlool, il suo atteggiamento è, diremmo quasi, a8'uostlco, di ehi non giudica, nò s'occupa, nè si preoccupa, bastandogli non altro che sia raggiunta, o soltanto ricercata, la pro• prla utilità, reale .o a.oche solo presunta.

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