Critica Sociale - Anno XX - n. 21 - 1 novembre 1910

324 CRITICA SOCIALE ... Tali rirorme, cosl schematicamente accennate, rite– niamo siano necessarie specialmente come integrative dell'ostensione dell'elettorato; e siano anzi, con quodn, le rlrorme elettorali di prima necessità e di più raclle Introdur.Ione. l..'allargamento del Collegio colla rappresentanza pro– porzionale completerebbe l'opera riformatrice; ml\ le dlfflcoltò. 1 che tali rlrormo tuttorfi Incontrano, potrebbero consigliare di dare per ora la precedenza. a quelle, che possono ormai dirai tanto maturo quanto urgenti. MARIO Oov1. Siamo interamente d'accordo col nostro collahora– tore, anche in ciò che IH\ tratto alla riforma dolio incompatibilità o inolol,!glhilitìi olcttornli. E chi scri\'O hl present.o postilla ebbe co111po 1 di recente, di espri• mero e sostenere tale opiulone, anche praticamente, sia. come membro della Giunti\ delle elezioni, sifl come <le1)Utnto semplicemente. Così, 1>er la elezione del deputato di Firenze 1, Otello ~.!asini, rerro\'iere, lo scrivente, a dispetto della lettera dell'art. 82 della le~gc elettorale 1>oli– tica1 e in Giunta, e alla Camera (tornata 26 giugno 1909), ne sostenile l'eleg~ibilità, e ciò essenzialmente sulla baso che le leggi costituzionali debbono inten– dersi ed applicarsi a seconda delle esigenze politiche, e,•oh•enti nel tempo. Perciò l'art. 82, scritto quando non si pensa,•a ne(>JHlre all'esercizio di Stato, non pote"a ritenersi letteralmente ap1>licabile ai ferro– \'ieri1 per la circostanza accidentale che, un bel giorno - senza cho la sostanza della loro funzione venisse a mutare - ai trovarono formalmente allo dipend"nze dello Stato. Ossena\'amo allora che la destituzione di intero masse di cittadini dal diritto politico non può ammettersi che a\'venga tacita– mento ( 1 ); o in questa tesi ci conrorta,·a, sia l'indole prettamente tecnica del scr\'lzio ferroviario, sia la proclamata autonomia della relnti\'a amministrazione, per cui nò il ferroviere dipende dal Ministero, nè il bilnncio ferroviario si confonde nel bilancio generale, come non vi si confondono i bilanci del fondo per il culto, del Magistero mauriziano, della lista ci\'ilc, ecc., l >Cr rendere ineleggibili i cui impiegati la leggo nrt. 82) credette di doverlo espressamente dichia– rare. Finalmente - sempre in tema di diritto posi– tl\'~ - ci soccorre,,a la diAcussione della legge rcr– ro,•inrla del 1905, durante la <1ualo fu esplicitamente arnmess~, dal Oo\'erno e dagli oratori deputati, che la questione dell'elegs:ibilità dei rerro,·ieri non s'in– tendeva, per allora, coll'art. ,1 1 pregiudicata. Ma, nl disotto di tutti cotesti argomenti più o meno curialeschi - e 11011 lo erano meno rrli ar•~omenti a\'versariamcnte s\'olti <lui relntore 1 o~. Cap 0 aldo - stnva il concetto rondumentalo dell'assurdità di pri– vare dell'eleggibilità un numero sempre J>iÙgrande di cittadini, degni, capaci, Interessati ad avere una rappresentanza elettiva, come, d'altro canto, la na– zione ha interesse ch'essi 1>ossano a\'erla, mentre l'evoluzlone moderna dello Stato (come dei Municipi o dello Provincie), estendeudo sempre più i servizi pubblici, tende a conglobare nell'esercito dei suoi dipendenti la massima purto, e la pill eletta e com– petente, elci cittadini. O,•c il progresso dell'inclustria– llzzarsi dello Stnto non l'ispettassc la integrità poli– tica dei cittadini, si \'Orrebl>o alla atrnna c:onseguenz1\ ( 1) l.'on. O!Ollttl lnterrul)J)C notando ohe, anche sotto l'Impero delle Com1>ll1r1110, I rerrovlorl 11Arollbero11at1 lne\C!gfl'll.JIIIn ,•11 tì1 llell'11r– t1colo U, cl1e rende la11 ootoro che 1111::io retribuiti Ila Imprese 1u1- 1ldlate dallo StAto, ecc. Olu1uame111eull 011pone,•a Il ~orrl che le Compairnle ferroYlarle non 11 lrovauno nel Cll80.e cltan, rra 111 allrl, l'e1em1,10 della 11ro1irla elezione, conYall!Sara quaud'eirll era 1mp1e1a10 delle compa1n1e. che, instaurnndosi un giorno lo Stato socialista, esso, che do,•rcbh'csserc il più democrntico degli Stati poasibili, rimarrebbe, per converso, senza un solo elettore. Ma, per rimanere nel presente, certo è che ai fini che ht legge si propone, de,•e bastare - com~ il Oori giustamente sostiene - alla \'alidità dell'elc– ,dono dcll'impie,:ntto, li do\'ere dell'opzione. J.n Camera, dietro appello nominale, con voti 213 contro 44 - avendo, con esempio insolito in questioni di questn natura, votato anche il Governo - respinse l11.proposta nostra. Sempre sotto l'ispirazione del concetto medesimo - che risponde, più che a UD 1>rincipio di giustizia a un'esigenza pratica dello Stato moderno - e no~ offotto per considerazioni personali o partigiane chi scri\'e sostene\'a pnrimenti, come relatore della' mi– noranza dellu Oiunta, l'eleA"gibilità di Camillo Cor– r,tdlnl, olotto n Popoli, o Direttore generale dellt\ istruzione clementnre alh\ :Minerva ( Docmu. VJI f N. Hl-bis). L'art. 82 della legge, al comma f esol11cl~ dall'ineleggibilitit e nmmette ft. rimanere nella' Camera fino nl numero complessivo di 40 fra im1>iegati pro– fessori o ma~istrati, sotto1>onc11do l'eccedenza all'alea ~lel sorteggio, i membri dei Consigli superiori del– l'istruzione, della sanità, dei lavori pubblici e delle miniere; e ritenne quasi sem))re la Camera che tali qualifiche asborbano in sè, spogliandole dell'ineleg– gibilità1 le funzioni di impiegato che l'eletto even– tualmente coprisse. Appartenendo il Corradini ope ltgis al Consig·lio superiore della pubblica assistcnzn, che non esi_st?v8:quando la leggo elettorale fu scritta, ma venne 1st1tmto 1>cr legge come i quattro men– zionati, nè è inferiore ad essi per importanza - nè pote~do_ presumersi che ai membri di quei quattro Consigli rosso stata fatta arbitrariamente una condi– zione di privilegio - noi sostenemmo che identiea essendo la ragione della legge, identica ;d impli– cita dovesse ritenersi, nel caso dell'eletto di J>o. poli, la norma legislati\•o. La Camera, nella tornati, pomeridiana cl~I 2 luglio 1909, ci clava torto una seconda volta ( 1). Ma, se la Camera è rcstln ad aprire le porte agli impleA:ntl _dello Stnto, sopratutto quando, come noi casi citati, o la loro elezione rappresenti un movi• mento democratico di clusse, o la loro persona sin m eno g radita al ca1>0deJ Governo· lo è ancora di 1> iù.ad escl~dere, pèr ra~ione cli inco~1patibilità, quei suoi membri, _che sembrmo aver acquistato, per con– suetudine, una specie di diritto al mandato. Fu per ciò che, il 26 febbraio di quest'anno, a iniziath1\ di alcuni deputati di \'ari settori, \'Cni\•a proposta una " modificazione all'art. 88 d~lla legge elettorale J>O· litica 11 (Disegno di legge N. 387), nel senso che 11esonero dal sorteggio, ~nncito, per raofoni ovvie, a favore dei ministri o dei aottosegretari di Stato u. nncho <1uando cessino dn. tali uffici e siano rinomi~ nati a quelli, civili o militari, che antecedentemente coprivano ,,, venisse esteso ai membri della Camera che fossero stati al Governo ... in qualsiasi passata'. Jes:islatura! La pro1>0sta non pote\'a essere più repugnanto al concetto della legge, più antidemocratica in se stessa e antipatica per II carattere di Sl\hataggio personal~ che _presentava, a fu\'Ore di alcuni colleghi, por i quuh tendeva a stahllire una specie di vitaliziato senatorio in seno alla Comern elettiva. Ma, a renderne possil>ilo l'approvazione, concorreva, oltre il senso di cmnarader·ie abilmente hlvorato, l'Interesse di molti nitri lleJ)Utati -- oltre quelli, o non erano che sei clirettnmellto contemplati dalla proposta - che coli~ esclusione di quei aei dal sorteggio il nume;o dei t•; I: nolo come, In quell'oeculone, o per e1Jet10delle dlchlara:r:lonl del l're&ldence del ConillllO eontrarle alla noslrA tesi, minacciasse le dlml1tlonl l'allorA Ouarda1lgt111, on. v. t, Orlando,

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