Critica Sociale - Anno XX - n. 21 - 1 novembre 1910

Cri ti ca Sociale R/ VIST.fl (WINJJIC!N.f!LE VE!, S<JC!.f/L/Silf(J Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Leltm·e e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 1 23 Anno XX - N. 21 Jiton, si vende a 111nuc1·i sc1><u·ati Milano,1° novembre 1910 SOMMAl'tlO Politica ed Attualità. l)6po I/ <Xmprt/!80.' L{I 1:Uto,·l(I dtl /t1ro,·o (( ..\ CI\ITIC,1. S0CIAl.i:). l'ti· '" l'l(Ot'/11{1 tltllonrlt: flt/i'ilm:1011t (Il dtpllt(IU; hlfltQ(libWM t: i11comp11tlbUlt1); ,,,,.~1011«1"1dtp111,,u (Ooll. )IAl\10 Oon e •·- 1'1!· IUTI), /'(I" lo ,-1roi-m« ftn•oolc,ria: I\' {eont1n11111.lone) A11con1 u st,·i:1:io dtllt llltl"Clj \', T(ll"lfft, alazlo1tl t 11,u, (01110 BA0LI0NI). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. .. Dlii profomto • {l'rof \°JTTORIO Osu10). Cro11accr1odole: La~ nuo\·a ~ tntornu:lonnlo f(. ]).). /Jlblloleca di 1,,.op11gm1da. DOPO IL CONGRESSO La vittoria del lavoro. Urrn,cosa superamena. ~ci giornali borghesi è un allegro scampanare a morto per il nostro Partito. Per gli uni s'è già bell'e dissolto nel .. Partito del h.lVoro ,, ; Fidra - scri\'e Bergel'et - ha dettato il suo testamento definiti\'O. Per altri è così tralignato, s'è così O\'aporato 1 che nulla ormai lo differenzia eia un JH~rtito di marca borghese. Per aHri ancora, non è pii't che un \'iluppo di contraddizioni, un grO\'iglio di tendenze che si elidono, una ressa di egoismi, di pnrticolariami, che si danno lo sgambetto a \'icenda. 'aiuto ai bei tempi della santa Internazionale; il Partito è partito! Si stampa che questo sarà il no– stro ultimo Congresso; non lascerà proj!enitura. Po– \'Cl'O Partito socialista italiano! Per i clericali, non è piil che In massoneria; pr\}1>rioquando si ò deciso n guardaisene come da un contagio! Per i repubbli• cani - leggete Colajanni - è dh•entato il valletto della monarchia e il portacoda di Luigi Luzzatti. 1n goncrale 1 presso gli organi del variopinto capitalismo, solo la estrema punta rivoluzio11aria. trova qualche grazia. Ma gli altri! ma la maggioranza! l 1 'inita 1 sep• pcllita, infradiciata a dirittura! Quel povero Carlo .Marx, berteggiato fino a ieri come un utopista privo di senso comune, ha trovato finalmente i suoi leA"it– timi vendicatori - nel giornalismo moderato, contro di noi! l11tanto, delle pol1>egià sfatte di questo cadavere quatriduano, le gazzette, per dieci giorni, imbotti– scono cd infettano le loro colonne. Nessun Congresso ebbe mai cosl vasta eco di resoconti e di illustra.– :t.ioui.Qualcuno grida a perdi finto: perchè mai faremo la. réclame a questa miseri!l? ~~ poi, gil1 sci colonne di inter\'isto, <li commenti, di pettol;'olezzo ! Chi scri\'C ha \'areato 11età dei facili entusiasmi. La parte di ufficiosi del Partito non ci è mai con– venuta, e oggi meno che mai. Vi è del \'ero nel ri– lievo di quttlcuno dei nostri censori: la C,·itica So– ciale fu &empre, un po', la critica del socialismo e del Partito socialista. Eppure, uon temiamo di gri- ciarlo: questo Congresso risposo al còmpito suo. Gli chiedemmo la diagnosi sinccrn di sò e del rartito; co In diede intera, brutale-. Oli stessi errori, gli ec– cessi, che emersero nella discussione, concorsero alla schict.tciza dclFautoviviisezionc. Ness1111 nitro Partito -- lo scriviamo con orgoglio - ebbe mai tanto co– rn~gio dn. denudarsi, lla anntornizzarsi così, da git– tare dulia finestra tutti i rispetti umani, da infischiarsi così profondo mento del qti' en dira-t-011, o di ayvcr– sari o di amici. . .. E: qui è la chia\'e - inconsapevole - dell'interesse che non potè non destare. Noi mortorio della poli· tic:t italica, lo spettacolo di questo rngazzo indemo– niato elle agita in aria tutti i suoi cenci senza il menomo scrupolo di scandolezzare o di screditarsi j che non pone la sordina, per convenienza, a nessuna delle sue ire, elci suoi tormenti e timori; che scher– nisce la propria fede per rifarsi una fede; che, per rivil'erc, pronuncia - con Bissolati - il necrologio a so stesso; che affida ad un cieco: come si farebbe a uno zinJ.(aro, il mandato di guardare - e vedere - nel buio ciel proprio destino; questo india,·olato mo– nello rappresenta il colmo dell'irn·orosimilc, la hc– st~mmia di tutto ciò che \'i è di 1>iù" ricc,,uto ,,, di più " consacrato ., nelle buone traclizio11i dei par– titi che si l'ispettano. Non ha c~li soppresso i 19 ,·en– tesimi di se stesso, su una \'Cutina di temi discutcn– do:ic uno solo? Scnz!L dubbio; c, dal punto di \'ista del "proto– collo·,,, la cosa è enorme, disastrosa, non perdona– hile. l~ppurc fu un segno di vitalitt1. insospettata anche questo concentrarsi ipertrofico della discus– sione. l'erchè quel primo e solo tema - così assa– lito, frugato, s,•iscerato e vuotato come fu - era insieme se stesso e gli nitri diciannove, era assai piit di tutti e \'Cnti presi e sgranali ad uno ad uuo, come i pater e gli ave di un roimrio; era. tutto il Congresso, tutta la vita del Partito, che non si la– scia. suddividere, nò sminuzzare. ~ il Partito l'ha risolto; o con questo e per que– sto ha vinto. ~on sopra una formula, contro altl'O formule 1 su una tcndenzn, a danno lii altro tendenze, accidenti cflimcri e trascurabili; ma ha ,•into la bat– f.Aglia dell'essere. Ha debellata la malattia del sonno, che intorpidisce, d'attorno, uomini e cose; ha di– sperso la malaria degli oquh•oci, che intorbida,·a la \'ista nuche ai migliori; s'è guardato in ogni sorta cli specchi, piani e ricurvi, si è riconosciuto e s'è conosciuto. Conoscersi: ecco il gran punto. [ partiti, che conoscono se stessi, cho sanno confessarsi, che sanno sconfessarsi, che non lasciano agli avversarì " la parto del dia.volo,,, ma hL rivendicano a sè, questi son partiti vivi; i soli vivi per davvero. ~ noi, che delle ciarle non sapremmo esser teneri - troppe fummo condanru1ti tL udirne cd a farne nel corso della vita! - usci\'nmo, l'ultima sera, chi quelle " cinque i;:iornate ,, zeppo di parole, pesti, intormen– titi, intronati, ma con un solo 1>cnsicro: ce ne fosse, di questi Congressi, uno ogni sei mesi! Come le idee

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