Critica Sociale - Anno XX - n. 21 - 1 novembre 1910

322 CRITICA SOCIALE si chiarirebbero! Come le vedute false, arretrate, unilaterali, i preconcetti arbitrari, i sentimentalismi malsani si liquiderebbero! Come si rafforzerebbero i consensi, e si unificherebbe e intensificherebbe l'a– zione! Quanto ingombro di passato, quanta acori-a di tradizione, si fonde nel crogiuolo di questi dibattiti, isolirndo, purificando il metallo nitido dell'ideale co– nnrne ! Ma la stanchezza imperversava, i treni partivano, le cure quotidiane richiamavano tutti ,ai focolari lon– tani. ... . .. Dopo, a lumi spenti, a sipario calato, era. facile spulciare i discorsi; contrapporre la frase alla frase, il gesto al gesto; ricordare gli applausi 1 sottolineare le urlate; constatare la Babele e denunziare il pan– demonio. Le critiche dei censori si accaniscono tutte sul frammento. E non sono che plagi. Sono - non una eccettuata - tutte le critiche nostre, rievocate, gonfiate, deformate, riverniciate. Ma le frasi, i gesti, le grida crono il pulviscolo che il vento delle assem– blee suscita e disperde. Altra cosa e altrove, o ste– nografi, o copisti, o plagiari) fu il Congresso socia– lista. ]'u nella sintesi sua. Cioè: - non appoggio a destra, come proclama– rono gli uni; non appoggio a sinistra 1 come senten– ziarono gli altri; non vittoria riformista, come stam– parono i più. E neppure riabilitazione del ministe– rialismo, che può essere di un'ora, uè rivincita (che sarebbe l'opposto) dell'intransigenza. Tutte queste cose assieme: ossia libertà conquistata di moti, di atteggiamenti, di pro\'e, nella pieua sicurezza di sè. 1\fa, sopra tutte queste cose, una, decisiva: la vittoria del lm:oro. La vittoria di chi ha lavorato, sgobbato, sudato, sopra chi ha denigrato, brontolato, querimoniato. La vittoria del la,,oro, anche se in esso fu l'errore, che è esperienza salutare per tutti, anche se fu aberra– zione, che significa la vera via ritrovata, alla fine, conquistata e spianata per tutti; la vittoria dell'azione, che cimenta e corregge se stessa a tutti gli urti e i sobbalzi e le asperità del cammino, e piega, e si raddrizza, e si rinfranca, e persiste - soprn le volate seducenti, negli aeroplani fantastici, a cento cubiti da.I terreno delle cose ,,iventi. Sì, dell'azione anche minima: dell'umile goccia che, penetrando nella zolla squarciata per suscitarvi la ,,irtù occulta del seme, irride alla fatua vanità dell'arcobaleno smisurato 1 che variopinge il firmamento e dilegua. I discorsi di Chiesa, di Rcina, di Ma.zzoni, di Cabrini, cli Rigola, dello stesso Bissolati, hlocchi di vita vissuta, rico– perti, tatuati da tutte le stimmati delle lunghe vie polverose battute sotto il sole, dei sentieri aspri do– mati sotto la tormenta; quei discorsi rimanevano là, irti come spettri, sull'alto della tribuna, e nessuna scampanellata presidenziale riesci va a snidarli, mentre daJla stessa tribuna pioviginava la irosa e querula nenia dei sorvissuti, mentre la critica ipercritica dei " giusto mezzo '" sgomentat.a dall'aspetto di quella 1ma caricatura - simbiosi invano deprecata! - si esalava, come un gemito schietto, nella onesta con– fessione finale di Gaetano Sahémini, che l'Avm1ti! ebbe gran torto a sopprimere, e ha ragione lui di dolersene, pcrchè condensava in pochi accenti tutta lit filosofia del lungo torneo e si traduce\'a così: " io dovrei pur votare, in coscienza, contro me stesso; ma come faccio, povero Cristo inchiodato, a rinne– gare questi due compagni di croce? ,, . * • E allora? ·11 11. Partito ciel Lavoro ,, ? Venà? Co– mincia a venire? ci caccia di nido? ,, Ma. sicuro che viene, che ò venuto, o anime tre– mebonde, e voi stessi, senza avvedervene, gli siete in j!roppa. Il " Partito del Lavoro ,,, se non è una arcaica scemenza, un rinculo di un secolo, un'invo– luzione galoppante, è bene questo Partito socialista, elle lavora col lavoro e per il lavoro! Ciò che muore, o ipercritici, ciò 1 anzi, che non è mai nato, è il so– cialismo che sctrebbe, che dovrebl/essere, il socialismo che 110n è; che, per illudersi di essere, deve aggrap• parsi a quell'altro 1 come l'ombra fa colle cose salde. La morale del Coni;resso fu questa: lezione di realismo severn, rivendicazione dei diritti della quo– tidiana conquista, che non eone su binari tracciati di lunga. mano, ma si schiude essa stessa la via fra difficoltà sempre nuove. Una cosa, crediamo, è li– quidata per sempre: l'aerea. ideologia campata nel \'uot.o. I futuri Congressi - questo Si è voluto e votato - saranno rassegna anzitutto dell'azione con• creta. delle Sezioni del Partito. Il numero dei voti sal'lì allora. simbolo di opere; l'opinione troverÌl. nel– l'azione compiuta la misura del suo valore; la veri• fica dei poteri scruterà non tessere bianche, ma isto• riate di fatti, di sforzi, di sacrifici. Il giornali borghesi conservino dunque sul pancone il nostro necrologio i ve1TlLbuono, stiano certi, per parecchi Congressi futuri. Il Partito socialista è con– dannato a morire in eterno! LA CRITICA SOCIALE. PER LARIFORMA ELETTORALE Retribuzione a deputati - Inele[[ibilità e incompatibili Funzionari 1lepntati Quando si parla di riforma elettorale, si ricorre per lo più col pensiero alla estensione del diritto di voto o, a dirittura, al suffragio universale, riforme più facilmente intese e che ph'1appassionano i partiti o lo masse. Altre riforme, per altro, sollecita la democrazia - e non essa soltanto - che non mouo concorrerebbero al fine di dare al paese una rappresentanza più Yeramente sincera e di qualità superiore. Alludiamo alla retribuzione ai de– putati1 all'allargamento delle circoscrizioni, alla rappre• sentanza proporzionale o a un rinnovamento Jegislati,,o degli istituti della ineleggibilità. e incompatibilità par– lamentari. La prima, che pure sembrava accolta in qualche misura dall'ultimo :Ministero Sonnino, non ru, al pari della seconda, neppure accennata dall'oo. Luz– zatti; Il quale, a correttivo(?) del promesso quasi-suf– fragio universale (estensione del voto a quanti sanno leggere e serivere), accennò ad ammettere uno speri– mento proporzionale nelle sole grandi città; e, quanto alla materia della ineleggibilità, si impegnò, più tardi, soltanto - su un ordine del giorno 'l'urati - a farne tema di studt e di proposto future ( 1 ). 11suffragio, se ancbo nou voglia estenderei a tutti gli anAlfabeti (lasciamo per ora da un canto la delicata questione del suffragio femminile), dovrebb'essere con– cesso a quanti sanno leggere. La pura meccanica dello (I) hl 1111osnultlmt tem11t, I giornali accennarono Rll'lntcnz!ono dell'on. LllzzatU di 11roporre l'allargamento delle circoscrizioni e Il voto o\J\J\1gntorlo. Il Uandlnl dimostrò csA.11rtc11tementeelle l'nl1nr-' ;:-amento dello clrcoserlzlonl (scrutinio di lista), 0011sempllco mp11re• scnt1mza della mlneranzu, ma senza pro11orzlonfllo, ò slstemfl assurdo, non stneéro ed Elnildemol!rfttleo !)Orcoccllenza. Quanto al voto obbll• glltorlo, seb\Jcne non mancll1 qunlehe esempio, è facile lmaglnare, In un 1mesccome l'ltalla, Che ,·atore 11osSfl avere l'nzlone 110\ltlcacoatta; e SMit 11ureda elllectersl con che logica s! vorrà Impedire o punire la vendita di un voto che, per legge, non presupJJOno alcuna eoselenr.n politica, cd ti dato sollo.nto 11cr srugglrc alla 1n11ltlil, o 111 cara\Jlnlcre. (Nota della CRlTlCA).

RkJQdWJsaXNoZXIy