Critica Sociale - XX - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1910

CRITICASOCIALE 281 ea:si stessi proprietari: mn non già oziosi, bensl coltiva.– tori della terra da essi con tanta fatic_nacquistata {'). " Per le Puglie occorrerebbo 1 per essere esatti, un esame minuto, per tener conto dei diversi caratteri delle diverse zone. Nelle zone montuose, i fenomeni della prossima Bastlicata si ripetono con identità piena. Nelle zone granarie del piano, se gli effetti dell'emigrazione (aiutati anche dalle Leghe di resistenza dei ccmtadini) si tradu• cono in condizioni molto migliori per il contadino, non è però da attendersi una rapida sostituzione dell'emi– grante reduce al proprietario attuale. La grande azienda granifera ha tendenza ad accrescersi e non giÌl a smi– nuzzarsi. Qui ed altrOYOl'effetto della emigrazione sarà quello di trasformare le colture, e di far uscire l'agri– coltura pugliese dallo stato attuale di precariotà 1 di mutabilità e di disorganizza1.ione, per attingere sh,tcmi di coltura o forme di contratto più stabilì e più adatte al rendimento massimo di ciascuna zona. Pure, fatte queste osserva1.ioni, non ò men vero cbe, anche nelle Puglio, il grandioso fenomeno della emlgro.– ziope produco una vera e propria sostituzione di classi sociali. Udiamo ciò che scrive il prof. Presutti nella sua Re– lazione tecnica per la regione pugliese: " t: una crisi sociale che ha luogo, crisi la quale si concreta nel decadere di una classe sooialo, quella dei medi proprietari borghesi, e nell'elevamento, o,·o più, ove meno lento e sensibile, della classe dei contadini. In fondo, è tutto un vecchio mondo che crolla, tutta una antica concezione della vita che scompare. Questi medi proprletart, che hanno costituito e costituiscono tutta la classe dominante, non hanno saputo, nella maggior parte, adattarsi al nuovo sistema di vita. L'intensificarsi dei bisogni, l'elevamento dei salari li conducono alla rovina. In realtà le loro risorse sono state sempre molto limi– tate; ma lo sono diventate ancor pili oggi por i cresciuti bisogni, per l'elevamento dei salari. Oggimai essi potrob• bero salvarsi ad una condizione sola, quella cli discen– dere di un gradino la gerarchia delle classi sociali, tornando ad essere proprietari coltivatori. E' un 1mcri– ftcio di vanagloria che e,.si dovrebbero fare; Il più doloroso per uomini del Mezzogiorno, e quindi non lo faranno. Essi percìò saranno travolti dalla crisi, o non riusciranno a superarla. Ma non per questo la crisi non si risolverà.. 14 Alle spalle di questi condannati e, forse già, nel– l'animo loro, rassegnati alla sconfitta, in molti punti incalza l'onda della nuova democrazia rurale, sorta dal lavoro. Alludo ai contadini tornati dall'emigrazione, che si affacciano e continueranno ad affacciarsi su questo campo di lotta, sempre pieni di ardore al lavoro, sobri, economi, ma con la mentalità allargata per le nuove idee acquistate, e con piccoli capitali, prodotti dai loro risparmi. In qualche paese, a costoro si aggiungeranno quelli che migliorQrono le loro condizioni a furia di lavoro e di risparmio senza emigrare ('). 11 Le conclusioni sono dunque concordi. Nel Mezzogiorno si opera una grande mutazione por virtù degli strati umili, e mercè quella emigrazione che pareva - ancora qualche aono fa - una plaga dolorosa da sopprimere con provvedimenti legislativi. E non ò solo u11flusso e un riflusso di uomini, che escono dalla patria miseri cd abbrutiti e vi ritornano più istruiti, più esperti, più agiati; ma è anche uo continuo fiotto di oro che viene dalle Americhe a ravvivare una economia che pareva destinata a non rinascere più. Oli emigrati mandano denaro ai loro congiunti e ne portano anche al ritorno. Quanto f Il prof. Lorenzoni calcola, sui dati dei' I907, cento milioni all'anno per la sola Sicilia. Un miliardo in dicci anni! Così è una nuova ricchezza che affluisce (I) Voi. v1, tomo 1, parie Hl, IV e ,,, pag. ~Go. (') Voi. 111, 1omo 1, pag. 7S3, al Sud, e va' a riparnro In po,·ortà estrema a cui s'era ridotto. ,: Quel capitalo circolante - scri,•e il :Kitti - che era scomparso dal Sud per effetto di molteplici circostanze storiche, dall1unilù. nnzìonale in poi, quel capitale cir• colante che la borghesia ba ,•auamcnto e lungamente chie;1to allo Stato 1 mercè @gra,·ì tributari, opero pub– bliche, diffusione del credito, oggi lo va formando li popolo, mercò i risparmf sugli alti salari guadagnati all'estero ed in,•iati io patria. Quella ele,•azione di cui· tura e di incivilimento, che la borghesia dirigente o quietista non nVO\'R saputo ancora assicurare al minuto popolo, sono stati conqui~tati dai pili umili, andando fuori patria, mescolandosi fra democrazie pili operose e piì1 ricche(')." Fra l'antica borghesia, che decade, o In uuova demo· crazia rurale di proprietari coltivatori, il dissidio morale e intellettuale si fa sempre pili profondo. La borghesia non aveva provveduto case ai suoi lavoratori; i tuguri, tramandati dall'epoca feudale, sono rimasti intatti attra– verso a tanta \'icenda di anni. Basta leggero la. des~ri– zione, che degli abituri di .Matera, sca\'ati nella roccia, fil. il Nltti, por rabbrividire. Invece i tornati dall'Ame– rica hanno sentito il desiderio e l'amore clel\a casa. Intorno agli antichi agglomera.ti urbaui sorgono ora lo casette degli " americani 11 • Il rinnovamento edilizio del i\lezzogiorno si opera, non per ,,irtlt degli antichi pro– prietari (i quali, dice Il Kitti, " non sanno nemmeno avviare, alla terra, alle industrie, ai commerci, il capi– tale circolante depositato dagli emigranti negli Istituii di credito e di risparmio ,,), ma per lo sforzo mirabile di questi lavoratori, cbe recano in patria l'oro guada– gnato, a frusto a frutJto, nella America lontana. Di fronte alle antiche abitudini della media o piccola proprietà non la\'Oratricc, di fronte alla rassegnata ser– viti1 delle plebi meridionali, si avanza una classe nuo\'a, che non è più la classe dei cafoni, sottoposta all'arbitrio dei civili e dei qahrntuomfoi, schiava di tutte lo super• stizìoni del passato. 14 I ritornati, nel contatto di ))Opoli economicamente più progrediti, hanno visto le organi1.zazioni dei la\'O• ratori loro compagni, la indipendenza morale di cui go– dono, la partecipazione del popolo al Oo\'erno e ai be– nefizi delle pubbliche spese. Tali esperienze, per quanto brevissime, hanno cominciato a sov,·ertire le vecchio esperienze, stratificate nel rozzo o ingenuo animo dal secolare servaggio feudale. I ritornati, pertanto, comin• ciano dal non manifestare phì l'antica re,,orenza per il signore, poi galantuomo locale, se ne sentono indipen– denti. Si S\'incolauo anche dalla sottomissiooe al prete, i cui tentativi per riprendere l'antico ascendente cam• blano affatto metodo, mercè la nuova azione demo-cri• stiano. Viuanco i rapporti verso il deputato politico si avviano a maggiore indipendenza e schiettezza. L'am– ministrazione locale, qua e là, comincia ad essere argo– mento d'interesse, di discussioue 1 di aspirazioni per i ritornati d'America, i quali, assai pii1 che nei tempi an– dati, vogliono ora il miglioramento delle condizioni lo– cali o dei servizi pubbllci 1 dell'istruzione, la eui man– canza fa sentire danno o \'ergogna. Si delinea così l'a– va111.amentosociale delle plebi - finora, del resto, len– tissimo - per oJ)era degli II americani w Senza socialismo, le masse meridionali tLLttavia.avanzano nella lunga e dolorosa ,·ia dell'ascensione sociale (2). 11 .Ma,quanto piì1 lo masse contadine a.,,anzano, di tanto retrocedono gli stra.ti modi non coltivatori della terra. Que!:lteclassi medie, che ha11no fln qui menata una vita para;isitaria, inca.1>aci di fecondare l:l agricoltura col credito, incapaci di dirigere la produzione verso forme meno arretrate, avide di impieghi pubblici o perciò ra- (I) \'OI. v, tomo 111. tlll(!". 114. (fJ Yol. v, 1omo Ili, 1mg. Il~ *

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