Critica Sociale - XX - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1910

280 CRITICASOCIALE ili rO\'inn della l>orghcsia meridionalo sia stata appunto F:tbbondanza e la facilità del credito. Nel meno di questo periodo di crisi, si è precipitato come un bolide un fatto nuovo, di una importanza ccce1.ionale: l'emigrazione dei contadini. I contadini hanno trovata - per uno di quei meravi– gliosi i1-tinti clellc razze vitali - la via della liberazione e della rinnovazione: l'America. A centinaia di migliaia ogni anno, .hanno lasciato le plaghe pili povere del Mezzogiorno o vurcato l'Oceano. I paesi, spocinlmente dell'interno, si sono vuotati; gli uomini validi se ne sono andati lontano, vendendo il lo.ro campiceno per mettere insieme il denaro del viaggio. Torneranno piìi tardi e con una nuova ricchezza materiale e intellettuale; ma intanto oggi lasciano il nalìo borgo sfollato. I rimasti, mc110densi, esperimentano gli effetti della l<>ggeecono• mica della domanda e dell'offerta. Meno braccia, maggior salario. I proprietari debbono cedere: o pagare di pili la mano cl'opera, o abbandonare la coltivazione delle terre. I due fenomeni anengono contemporaneamente: ,,i sono terre abbatidonate e vi sono salari piì1 alti. Ossia c'è una claase che progredisce e untaltra che declina; c 1 è un mondo che crolla e un altro che si atraccia. 'J'ale ò il momento odierno, e tale è la fisionomia della crisi del Mezzogiorno. Il momento ò pieno d'inte– resse, o la Inchiesta lo scolpisce con una esattezza mirabile. 1 1 Udiamo ciò che avviene nelle Calabria e in Basilicata. [.'on . .Nitti, '.lellr.. sua limpida e acuta Relazione, che , condensa una somma enorme di dati e di notizie, de- I scri\•e a lungo il senso di smarrimento, da cui sono 1 invase le classi proprietarie, seguatamente la media 1 1 borghesia 1 per lo svolgersi di questa grande trasforma· zione sociale. " Ì•: stata viva dovunque - così egli scrive - la voce di dolore della media e della piccola proprietà non collivatrice. La nostra Commissione non incontrava. che persone dolenti: - Volete vedere como stanno i conta• i clini? e percbè non \'edete come stanno i proprietari? " La piccola stampa localo pubblicava molti articoli, per dire che obbligo della Commissione rosse occuparsi sopratutto dei piccoli proprietari. Sono essi che soffrono di pili. 11 Ciò forse è vero. Esisteva in queste provincie da gran témpo una massa di piccoli e mcdi proprietari, che con ruodesto recldito vivevano, poco curandosi di impie– gare la lorù attività. L 1 A.meri(:a, e quindi Paltezza dei !ialari, lo sviluppo dei bisogni, l'aumento delle impostt-, hanno rO\'inato questa <'lasso. Si agg\uuga che il gran numero di professionisti usciti dal suo seno non trova sempre collocamento, e contribuisce molto ad inas1 rire le lotte locali (I). ,, Questo constatazioni sono analorate eia un numero grandissimo di risposte, date da proprietari, e raccolt.e dal Nitti. Ne trascegliamo qualcuna. li presidente del Consiglio provinciale tli Cosenza ,liceva: ;; La condizione del medi proprietari ò addirittura orrenda, essendo grnndemente scemato il nddito, e co– fltando assai di più la mano d'opera. " Un proprietario dì .Reggio diceva: 11 ba piccola proprietà non•colth·atrice ò grandemente danueggiafa per il fatto dell'emigrar.ione. Tende a sosti• tuirsl ad essa la piccola proprietà coltivatrice, formata da coloro che tornano dall'America." Il sindaco di Belvedere Marittimo diceva: "I proprietari hanno dovuto restringere il loro tenore di vita, e vivono In graudiSSlmo e progressivo disagio: per loro non rimane elle Pespropriazlone e la rovina.,, (1) Yo\. Y, tomo lii, lllljl". 129. Ed ecco la sintesi di questa. .situazione nelle J)arole cli un proprietario dl San Pietro A poslolo: " Qui c 1 è una classe che va avanti, e!I è quella dei salariati, mentre quella dei proprietari, sopratutto la parto che non lavora. si impoverisce, ed ò minacciata da rovina Imminente. Prima con qualche migliaio di lire di rendita si viveva, ora non più; e si aggiunga che la rendita ò diminuita; sono aumentate le esigenze e i consumi. La classe dei proprietari, cbe non lavora e che non ha grande proprietà, tentie a sparire; si salva qualcuno che esce dal paese e tende alla via dell'Ame- rica('). , 1 • • L'emigrazione produce dunque un vero dissolvimento della antica economia rurale ciel Mezzogiorno. In Cal8. hria. e in Basilicata, senza Leghe di resistenza (non c 1 ò movimento socialista 1 a c'è solo, in Calabria 1 un buon inizio di movimento democratico-cristiano), i salari sono aumentati, o talvolta. raddoppiati. Ciò ha fatto restrin– gere la coltura, ha ratto abbandonare le terre più sterill 1 ha rinvilito il valore dei rondi. Senonchè i contadini che tornano arricchiti d'America, gli" americani"' hanno un desiderio vivissimo di comperare, e le piccole pro– prietà Intorno ai vllla1Zgi salgono di prezzo flno a pro– porzioni fantastiche. Cbi vendo ra buoni affari; ma chi non trova da vendere subisco tutto il danno di questo srollameuto della mano d'opera. Cosl una classe, quella dei proprletart non coltivatori, cammina verso l'estrema ro,•ina; e si avanza invece uua classe nuova di piccoli proprietari colti vatori, cbe creerà una democrazia rurale ph'1 attiva e più sana. Il sogno di creare questa demo– crazia ruralP, mediante la quotizzazione dei demani e dello porzioni di feudo corrispondenti agli u.si civici, ò fallito· por la mancanza di capitall e per l'inesperienza e la debolezza dei proprietari coltivatori; ma il sogno 1 per altre vie, per imprevedute vie, sta per attuarsi con una rapidità Impressionante. La natura trova da sè le vie della salute. Ciò cbe abbiamo detto della Basilicata e della Cala– bria si ritrova in tutte le ricerche condotte nelle altra regioni del Mezzogiorno. Il dott: Jaracb 1 concludendo il suo esame delle con– dizioni dell'Abruzzo e Molise, rileva come 1 anche qui, per il solo effetto dello sfollamento del mercato di lavoro 1 ci sia un notevole miglioramento nelle condizioni dei lavoratori. E aggiunge: " Contemporaneamente all'incremento dei salari, alla diminuzione del fitti, alla modificazione dei contratti di colonìR parziaria a vantaggio dei contadini, si scatena sulla classe dei proprietari In genere e dei piccoli pro• prietari in particolare una crisi violenta, che alcuni, più avveduti, superano liberandosi in tempo ed a buone condizioni della proprietàj che altri subiscono Inerti, fino ad esserne precipita.ti nell1.1.miseria. Ora, questo contrasto violento e drammatico rra le sorti delle due classi detentrici, l'una del fattore lavoro, l'altra del fattore terra, rivela il valore degli avvenuti mutamenti nel mercato del lavoro e).,, Rguali cose si ritrova.no in Sicilia, dove pure l'emi– grazione dei contadini ha prodotto 18. grande trasror– mazione sociale che si opera sotto i nostri occhi. Il J)rof. Lorenzoni concludo il suo poderoso lavoro, consta• tando quanto segue: " Fra i molti effetti importanti della emigrazione, Il principale è questo: di operare un radicale rinnova– mento della compagine sociale, nel senso di eliminare più o meno lentamente e coinpletamente l'antica oziosa classe dei piccoli propriet~ri civili, dei minuscoli slgno• rotti loca.li , per mettere al loro posto la nuova classe dei c<,ntadinl, reduci dalle Americhe, I quali diventano 1, 1) VOI. V, tomo 111, 11111;.105, _11) \'OL Il, 101110 1, png, 273.

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