Critica Sociale - XX - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1910

271ì CRITICA SOCIALE L 1 nrme politica ò il corollario imprescindibile della l civiltà industriale. Dove il proletRriato è ancora privo dei diritti politici, ivi la sua lotta economica ò paralizzata, e troppo speeso alla mercè delle classi dominanti 1 spalleggiate dai Governi, dalla polizia, dall'esercito, che loro prestano man forte nelle lotte fra. capitale e lavoro. ~fa. la coscienza polit.ica di classe, la lotta per la. conquista. dei diritti politici, la ,•iva partecipazione del proletn.riato al!iL vita politica, queste necessitìt storiche, che scaturiscono dalle necessità della lotta di classe economica, 1100 conoscono differenze di sesso, e s'impongono, per paritit di ragione, a tutto il prolet:1riato, agli uomini come alle donne, indi– stintamente. Perciò i partiti socialisti di tutti i paesi, fin dal loro inizio, non già in ossequio a formule astnitte o per un platonico omaggio a un'eguaglianza di là da venire, ma per le immediate necessità della loro battaglia, inserissero nei loro programmi i diritti politici delle donne, e, fra le masse operaie, nei Congressi, nei Parlamenti, nei periodi elettorali: si fecero te11aci propugnatori del suffragio universale esteso a entrambi i sessi. TI movimento socialista è il solo, dopo il cristia– nesimo, che abbia saputo trarre la donna dal suo isolamento, svegliare la sua dignità• di donna e di lavoratrice e farne la co~ciente cooperatrice di tutte le lotte proletarie. E, dovunque le donne furono chia– mate a parte dell'opera di redenzione, esse diedero prova di tanta solidarietà, di tanta energia e fervore, nella propaganda come nell'azione, da convincere coi fatti anche i piì1 retrivi e 1.1 filistei ,, - ohe non mancano, pur troppo, fra gli stessi socialisti - della importanza dccisiviL del contingente di forza e di entusiasmo, che esse aggiungono alla difesa e alla battaglia comune. Germania cd Austria, dove il partito socialista, pe1·virtù sopratutto di poche valorose agitatrici, seppe attrarre a sè numerose schiere di lavoratrici mili– tanti, sono anche i paesi piì1 avanzati nello sviluppo del movimento proletario. Nell'epica lotta, combat• tuta i11Austria, nell'ultimo ventennio, pel' il suffragio univers11le 1 il proletariato femminile, col fervore della sua prnpagand11 orale e scritta, colla parteci1>u:ione diretta in tutte le agitazioni e manifestazioni, recò tale un contrihuto di energie battagliere, da meri– targli tutta la riconoscenza dei compagni, che col suo ausilio conquistarono intanto il voto universale nu,.schile, e che certo sentiranno il dovere, quando– ~hessia, di giovarsene per compiere la vittoria, ot– tenendo l'estensione dei diritti politici alle loro va– lorose compagne. Solo vent'anni fa, in Germania come in Austria, il movimento del proletariato femminile era altret• tanto rudimentale quanto il nostro. Oggi, in Austria) si contano più di 42 mila donne organizzate eco– nomicamente; le inscritte nel Partito socialista, da 7 mila che erano nel J 908, salirono nel J 909 1ì ben 1,1 mila; dal 1907, nello spazio di due anni, le ab– bonate al giornale delle lavoratrici, la Arbeiterinuen– Y.eitung, salirono da 11 mila a 20 mila. L'essere le donne rimaste escluse dal suffragio universale, aon solo non rallentò il movimento femminile, senì anzi da inccnth•o a intensificarlo. In Germania, il progresso delle organizzazioni femminili, econo– miche ~ jJOlitictie, è piì1 mirabile ancora. Abolita, nel 1908, la legge che preclude,•a le associazioni politiche alle donne, queste, nel Partito, salh•ano da :!!:i mila a 62 mila (9382 nella sola Berlino), e que– st'anno raggiungono le 82.642 - un ottavo di tutti gli iscritti nel Partito. Nelle organizzazioni econo– miche, dal 1892 al 1908, erano aumentate dal!' 1,8 al 7,6 °;,, del J>roletariato organizzato. La Oleichlteit, il giornale quindicinale per le donne, con 82 mila abbonati, diventò una delle Jnigliori fonti di reddito per il Partito; mentre un foglio volante di propa– ganda più popolare per le madri e le giovinette supera la tiratura di un milione e un quarto di esem'plari ! In Inghilterra, la pili grande organizzazione ope• raia socialista, il Lctbour Party, novera inscritte mi– gliaia di donne. In Belgio, nell'Olanda, nella Svezia, nella Norvegia, il proletariato femminile partecipa attivamente alle organizzazioni economiche e al·mo– vimento socialista ed esplica una attività appassio– nata in favore del suffragio universale. In li'inlandia, nel 1907, le donne, nella campagna pel suffragio universale, conquistarono, accanto agli uomini, gli stessi diritti politici e, alle prime elezioni, nello stesso anno, su Hl donne mandate in Parlamento, V erano socialistej aumentarono a 13 nel 1908, e rimasero 12 nel 190!) e nel 1910. Questa meravigliosa ascensione del movimento fomminile si deve principalmente all'aver riconosciuto alle donne il diritto di cittadinanza politicn, che è la leva più efficace per scuoterne. l'apatia e trarle dalla secolare loro assenza dalla vita pubblica. Soltanto due paesi latini, fra i paesi più progre– diti industrialmente - la Francia e l'Italia - pur avendo un proletariato femminile proporzionalmente altrettanto numeroso quanto l'Austria e la Germania, non possono vantare un movimento proletario e so– cialista ugualmente rigoglioso ed in continuo incre– mento - e in questo movimento è minima la. par– tecipazione delle donne. D'onde così siugola.re anomalia? Per la 'Francia non mi è possibile assegnarne le cagioni. Per l'Italia qualcuno supporr:'t che le nostre donne Iliana diverse o in condizioni economiche e sociali molto inferiori. Quest'ipotesi però è affatto erronea, e basti riflettere che, in tutti i paesi industriali, le la,•oratrici sono egualmente sfruttate a sangue e, per effetto dei hassi salarii e della, mancanza di tempo disponibile, dovendo esse aggiungere al lavoro industriale le cure della casa, dappertutto è loro poco accessibile l'orga– nizzazione economica. In Germania, fino al 1908, la partecipazione delle donne alle associazioni politiche era ,•ictata dalla legge; tale divieto esiste ancora in Austria, dove una forte agitazione ne chiede l'aboli• 1.ionc. Si aggiunga l'autoritft maritale, che, nell'am– biente militaresco dei paesi teutonici, opprime, assai pili che da noi, la vita della donna. 'l'utte <1uestc non furono e non sono certo condizioni favorevoli a creare una falange cli donne socialiste 1 così attive, numerose, devote al Partito. Non è dunque alcuna essenziale differenza nelle condizioni i11tellcttuali, morali ed economiche delle nostre lavoratrici, che possa spiegare la quasi com– pleta loro asseùza dalle Camere del lavoro, dalle Federazioni delle loro industrie - si pensi soltanto alla teS"Sile- e dalle Sezioni socialiste, Piuttosto è, forse 1 da cercarne la causa nella. diversa anima del nostro Partito, che, nell'ultimo deccnui'O, sembra avere smarrita la originaria forza d'espansione cd essersi troppo straniato alla vita della massa prole– taria. V. Il partito socialista italiano e il voto alle donne. Lotta di classe e feminismo borghese. Il nostro dovere. Eccede i limiti del mio tema iodagare le cagioni di cotesta lenta trasformazione, che, di un partito battagliero di avanguardia di classe, rivoluzionario nelle finalità socialiste e profondamente riformatore nell'azione politica, minaccia, di riduzione in ridu– zione, di fare un partito prevalentemente elettorale,

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