Critica Sociale - XX - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1910

302 CRITICA SOCIALE linee fondamentali del nuovo edificio, lo perfezio– narono. L'ossatura del nuovo organismo fu concepita soli– l111mente.La legge del 1898 costituì un ente morale nuovo 1 a sè, il quale avrebbe 1>0tuto spingere le sue cento braccia in tutte le regioni 1 in tutte le pro– vincie, in tutti i più riposti Comuni. E neppure il problema fu guardato da un punto di vista ristretto, perchè si intese subito la necessità di non scin,lere la invalidità dalla vecchiaia, a imitazione di quanto, sin dall'inizio, a\·eva fatto la. Germania. }~rnuo stabiliti duo ruoli: contributo alienato e contributo riservato. Si limitavano, però, le iscrizioni " ai cittadini italhrni d'ambo i sessi che aliendauo a lavori manuali, ovvero prest-ino servizio ad O})era o a giornata 11 , facendo ohhligo di pagare un contributo annuo non inferiore a sei lire per poter godere dei contributi della Cassn. Invece di determinare quote integrative annuali, come in Belgio, proporzionali ai versamenti, invece di stabilire premi all'atto della pensione, come nella Cai:sse 11ationale de ,·elraitts francese, lo Stato italiano dotò la nuova istituzione di un fondo iniziale di 10 milioni e le assicurò altre risorse patrimoniali a non lontana scadenza. fn secondo luogo, fece in modo che alcuni modesti rivoli potessero alimentare, ogni anno, le entrate ordinarie. Le entrate annuali dovevano servire a formare quote di concorso della Cassa a favore di ogni iscritto, nella misura non superiore alle lire dodici. La quota di concorso non doveva essere proporzionale ai ver– samenti, ma eguale per tutti quanti. Nel caso di avanm, alla fine dell'esercizio annuale, · 1 / 10 di esso era.no destinati a costituire un fondo di invalidità, 1 / 10 a fM·ore della risnrva straordinaria, il rimaneutc per le quote dell'anno successivo. Erano necessari 25 anni di versamento 1)Cr la liquidazione della j)ensione dì vecchiaia. Però biso– gnava. aver raggiunto il 60° o 05° anno di età per poterne godere. In caso di invalidità, la liquidazione era ammessa a qualunque età, qualora però si fossero pagati contributi µcr cinque anni. Erano stabilite norme transitorie per favorire gli operai in età ma– tura, not·me però assai meno liberali di quelle che abbiamo visto nel Belgio. Un ;litro punto debole della legge fu quello di non aver stretto rapporti intimi colle Società di mutuo soccorso, le quali erano solo autorizzate a versare alla Cassa Nazionale i fondi raccolti per la invalidità e la vecchiaia. e i contrihuti successivi.· r caratteri generali della Cassa italiana erano dunque questi: libertà di assicurazione - contributo indiretto dello Stato -- limitazione del diritto di isl:rizione ai salariati di amho i sessi - autonomia di amministrazione. Le maggiori novità introdotte dalle leggi succes– sive, lasciando da parte quanto riguarda il funzio– namento tecnico della Cassa, sono queste: 1° Colla legge 30 dicemlJre ltlOti il fondo di invalidità fu accresciuto di IO milioni, prelevati, in quote annue di due milioni, :sugli avanzi degli eser– cizi finanziari dello Stato dal ltl06-07 al IDIO• 12; 2° Furono migliorati gli impieghi dei fondi rac• colti, stabiliti nella legge fondamentale con criteri eccessivamente ristretti e paurosi; - 3° Il diritto all'iscrizione venne ampliato. Per la legge del ID06 " possono essere iscritti i. citladini italiani d'ambo ·i ses.si, che prestano servizio ad operci od <t giornata o che in generale attendano a lavori prevalentemente manuali per conto di terzi, o anche pe,· conto proprio, quando però, in quest'ultimo caso, non paghino, sotto qualunque forma, una imposta allo Stato, superiore allè 30 lire annue » i .J 0 Vennero autorizzate lJUOtespecioli di concorso a favore doi soci delle Società operaio di mutuo soccorso iscritti collettivamente; 5° Fu autorizzata la liquidazione della pensione a 55 anni per le donne e per gli operai di alcune industrie particolarmente dannose alla salute; 6° Venne fissata a 120 lire la somma minima da liquidarsi per invalidità, autorizzando l'Istituto a versare, con un suo fondo speciale, la somma man– cante al momento della chiusura del conto indivi– duale; 7° Si ringagliardì la rappresentanza diretta dogli iscritti e delle organizzazioni operaie nel Consiglio di amministrazione; 8° Colla recente legge del I!) LO si aprirono le porte alle mutualità scolastiche e quindi ai fanciulli delle nostre scuole elementari. Non ostante la solida impostazione tecnica della Cassa e i vantaggi non indifferenti che essa poteva offrire, il suo sviluppo fu, nel primo decennio, me– schino, notevolmente inferiore a quello delle istitu– zioni consimili belga e francese. In dieci anni il numero delle domande <li iscri– zione fu di 331.414, un terzo di quello della Cassa belga, coll'aggravante della notevole dh'e1·sità della popolazione nei due paesi. Degli iscritti, un numero non indi ffereu te a1)partiene a Comuni, a Opere pie, a grandi imprese economiche: che provvidero diretta– mente all'assicurazione obbligatoria dei loro dipen• denti. Degli iscritti por elezione spontanea, non è detto quanti abbiano continuato, con maggiore o minore regolarit!1, i versamenti. Alcuni li calcolano nel numero dj 200 mila, altri di 250 mila. La forn,a della I< Mutualità n e quella dei " Contributi riservati " quasi si pareg,riano numericamente. Ad ogui iscritto fu corrisposto un 1nemio annuo di L. IO. Finanziariamente, la Cassa. si trova in condizioni ottime, anzi rappresenta questo apparente paradosso: finanze floride, bancarotta dal punto di vista sociale. ti fondo patrimoniale, da L l milioni e mezzo, è salito a 27 milioni; il fondo di invalidità. da 113 mila. lire a 14 milioni e mezzo; il fondo di riserva di rischio da 28 mila lire a ~ milioni; il fondo delle iscrizioni abbreviate da 489 mila lire a 5 milioni; il fondo delle quote di concorso ordinarie è ora su1rn– riore a \l milioni. Complessivamente, i fondi sono saliti dil 12 milioni, a 101. Non si potrehbe desiderare un incremento finanziario maggiore. · Con tutto ciò le iscrizioni sono rare e la Cass<t può dirsi non aver corrisposto nè alle aspettative nò alle speranze dei fondatori. ]~ssa non ha portato che un contributo minimo alla soluzione del problema delle pensioni operaie. A che è dovuto un risultato così sconfortante, tanto più sintomatico se si tien conto e della salda impostazione tecnica della Cassa e della sua scrupo• Iosa 11mministrazione? Si possono trovare deficienze nella legge, che non provvide a portare la nuova istituzione nel cuore stesso delle classi che dovevano servirsene; si pos• sono trovare spiegazioni nello spirito deficiente di previdenza delle nostre masse; si possono anche muovere appunti alle amministrazioni, a cui manca• rono l'appassionante spirito di proselitismo e le virtì1 pratiche della µropaganda e della organizzazione tra le masse; ma la colpa maggiore sta nel metodo. L\tssicurnzione volontaria, spoutanea, è virti1 troppo elevata perchè possa essere di molti. Dovendo l'assi– curazione svolgersi tra pochi, il suo costo è troppo elevato e i suoi risultati concreti sono meschini e quindi ])OL\O allettanti. Là Cassa libera finisce quindi per essere rinserrata in un cerchio di ferro, dal quale non riesce a togliersi, non ostante ogni sag– gezza e il miglior buon volere.

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