Critica Sociale - XX - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1910

294 CRITICA SOCIALE e) di G ore, per ogni pauagglo da una linea all'altra della stessa Amministrazione, qunndo la merce deve cambiare convoglio nella stazione di diramazione; d) di 2-i ore par la traver::iata dello Stretto di Mes– elnn. l'el tras11orti da consegnare a domicilio, ai termini di resa eopraindicatl sl aggiunge Il tempo occorrente per tale consegna. ,, 'l'alo articolo fu posto per premunire le l<'errovie contro l'andazzo dei reclami eccessivi ed esagerati, ma Il ri– medio - e poteva invece essere quello che escogitarono gli americani e gli inglesi - raggiunse l'effetto con– trario. Ognun \'Ode tnratti come 1 con questa disposizione essen• zialissima di tariffa, su cui \'Onticlnque anni di progressi industriali e commercie.li non han potuto nl!lla, si Isti– tuisca il sl6tema ferro,•iarlo della lumaca. Per ossa, un trasporto di merce, che da Bologna venga spedita, sup– poniamo, ad Arezzo, o ,•ice,·ersa, Impiega soltanto 112 ore per giungere, cioè cinque giorni ( 1 )j I quali, se si tratti J)OIdi una spedizione non a carro completo, possono allungarsi ad 8 o 9. Ma, anche col soli 5 giorni stabiliti come, termine di resa, gj ha che Il trasporto raggiunge una \'&locità media di chilometri 45,MO al giorno, quanti cioè ne percorre comodamente un carro a cavalli. So poi si tratti di porconi non superiori ai 45 o &O chilometri, i limiti di resa del trasporto ferroviario sai• gouo a 76 ore - se abbiano da attra,•ersare una linea di montngna - ed altrimenti a 58 ore, mentre un carro a cavalli percorre 45 e 50 chilometri in una giornata, con risparmio economico, di tempo e di possibili danni alla merce, cui si evitano duo trasbordi: E ciò spiega come i trasporti a piccole clistanzt, rirug– gano dall'uso delle Ferrovie, J)referlscano anche oggi_ anacronismo vergognoso e dannoso per l'esercizio ferro– viario - gli antichi mezzi di locomozione, e diano luogo alle lunghissime processioni di carriaggi, che, la notte, in h1pecie, muovono ancora dal grandi centri ai paesi della perireria e viceversa. Nò si creda dai profani di cose rerroviarie che Par• tlcolo 70 delle 1.'arifl'e stabilisca soltanto un massimo, glaccbò I limiti fissati vengono normalmente raggiunti e spE'sso non ~ono sufficienti, un po' anche per la men– talità fiscale, che le Società private diffusero in gran parto del personale esecutivo e direttivo delle stazioni Il quale, come ritiene che non si debba permettere ai viaggiatore, munito di biglietto per omnibus, di viaggiare In diretto, o, con biglietto di una classe, di passare gra• tuitamente nella superiore - a costo, magari, di rile– vnntl ritardi a treni importanti per la ricerca dei posti - cosl ò convinto di faro l'interesse dell'Amministra– zione trattenendo I trasporti a piccola velocità secondo Il tempo stabilito in tariffa, anche se si presenti l'occa• slone di Istradarli prima, perchò le merci a piccola non abl.)lano a godere gratuitamente del vantaggi riservati al trasporti a grande velocità. E qui, di sfuggita, ci sembra 0J)portuno ossenare come le F'erro\'ie di Stato abbiano completamente trascurato l'elevamento della cultura professionale del J)ersonale, ciò che, sia pure embrionalmente, si fa nelle Posto o Telegrafi i al che è {1) l'or hl consegna del tras1,orto 111 convoglio, tom110 utHc, ore :u Orl'l 21 por ogni 12:, cl1tlomotrl lndlvl81bl11 (distanza fra sperabile \'Orranno provvedere, d'ora innanzi, le orga• nlzzazioni del personale. A riprova di quanto aHeriamo, nell'esercizio 1907-1908 - secondo t dati ufficiali che, so mai, peccano in diretto - si pagarono, di indennizzi ver le merci, lire 9,394.228.02, delle quali 3.347.220,77 per 603.238 tai·date nse; o not 1008-900 lire 7.00I.B07,59, di cui 1.652.919,03 per 412.315 ritardi. Altre cause di 11aralisi nel tral'flco. f;, come se il falso miraggio delle economie di com– bustibile mercè le minimo velocitÀ.dei treni merci, e il disposto dell'articolo 70 delle Tariffe, non bastassero a paralizzare il traffico, vi sono altre disposizioni e altre preoccu11azioninon meno esagerato e dannose.Quella, por esempio, di voler diminuire ad ogni costo il peso morto del treni merci e utilizzare completamento i carri in riguardo alla loro portata o capacità, J)reoccupazlone che conduco all'assurdo di prolungate giacenze dolio merci noi magazzini o sul carri, sottrattl per giornate Intere alla circolazione. Ciò somigha un po' al caso di quel Tizio che, per ricorcare un soldo che a,·eva per– duto, consumò una. candela da dieci centesimi. Sembra. che non Hl sia ancora sufficientemente com– preso che l'economia di un esercizio, immenso e compii• cnto corno quello ferroviario, ò assurdo ricercarla insi– stendo eccessivamente ed unlla.toralmentesu qualche par– tlcolaro, ma <leve scaturire dall'intelligente e razionale coordinamento di tutti I servizi, e eia disposizioni avve– dute, larghe e comprensivo. Cosi che, mentre tutti gli esercizi ferroviari cercano, come è logico 1 di diminuire il pii1 possibile l'Ingombro del carri, dei magazzini, delle stazioni e delle linee, Il quale costituisce la mag– giore jattura ferroviaria; da noi un tale malanno, cbe dovrebbe essere maggiormente sentito per la meschina potenzialità. delle nostre linee principali, finisce per es– sere considerato come un ripiego provvidenziale onde utilizzare I mezzi di trazione e diminuire Il peso morto del COH\'Ogli. Con perspicacia, l'ing. Spora, nella sua opera ripetu– tamente citata, osserva che, se l'utilizz&1.ione dei mezzi di trazione o la possibile diminuzione del peso morto sono duo elementi importantissimi di un buon esercizio ferroviario, altro coefficiente, non meno importante per Il rapido ed economico svolgersi del movimento dei trent, ò la massima circolazione possibile del veicoli, per modo cbo siano evitate loro tutte le soste inutili e ne ala moltiplicato il percorso chilometrico annuale. Infatti, quando si riuscisse oggi a far percorrere ad un veicolo Il doJ)plo del chilometri che percorse Ieri, diminuendone di metà. la sosta, il ~detto veicolo ce ne ra.ppresenterebl.)o due in riguardo all'utile 1 o mezzo rispetto all'occupa– zione e all'ingombro degli impianti fissi. La dlrflcoltà sta appunto nelFequillbrare in una giusta valutazione queste diverse e, in certo qual modo 1 antagonistiche C!igeoze dell'organismo rorrovlarlo. l~afacoltà. di spedire le ,uorci " ferme stazione ,,. Àl'CZ:tO e BOIOl(llll k111. 2'?7) 1,ccorrc11::a dalla mczz11not1e succcuh·a alla conscgnà - In metila Un'altra causa della lentezza delle operazioni di ca– rico e scarico delle merci e della poca rapidità dei tra– sporti sta nella facoltà di spedire le merci ferme in stazio11e. Con la quale si creano inevitabilmente e in --te permanenza gli ingombri e Il dleservlzio, e si aumen- 10 tano le somme dovute a tardate rese, ad avarie, a man- Trin-cra11.1adella rorrclla COl18f'Q'IHI. A domicilio, al DllllllllO 11 cauze, ecc. __ 12 È facile a comprendersi. I commercianti non bene or- Totate ore 112 ganlzzatl 1 o che non banno sufficienti mezzi di scarico e

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