Critica Sociale - XX - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1910

CRITICA SOCIALE 289 nito. E aggiun~iamo subito elio non pnrlecipinmo al pessimismo dei critici che abbiamo ricordati. [I pessimismo, che è spesso un ottimismo deluso, e attesta un affetto delicato, l>erchè più teme chi pili ama, ha un'utile funzione anche nei partiti, ammo• nendo dei pericoli lontani. Purchò non scamhii le diagnosi, suggerendo rimedi che aggra\·erebbero il male. E questo ci pare il caso delle accennate censuro; le quali forse un po 1 nascono cht una nostal:?ia del passato, forse da un erroneo ap1u·ezz[unento del pro· acute, o dalle due cose riunite. LI periodo fra il 1890 e il 900 fu di lotte vivissime, coronate da un su~cesso che 0Hrc1>nssòle speranze: la conquista della libertà politica e di organizzazione, che si andò poi consolidando. Allora, l'unità ideale del Partito in sò e col mo\'imento operaio eri~facile; più ancora, crn ine\'itabile. Unn sola lotta, e intc3a da tutti j un solo bersaglio, e non scelto dR..noi, mn imposto dalle cose: il Governo. Facili gli entusiasmi i frequente, in un pncse ancor fresco di tante bnt– tnglie contro altre tirannie, l'aiuto anche da nitri ceti e da altri partiti; si \'icle nella Camera in ore decish·e, si ,·edc\'a do\'unque. Giovani generosi ve• nivnno n. noi dalla borghesia, i quali) vinta quelli\ battaglia, si appartarono, \'Olgendosi itgli affari. Lit persecuzione assidua - mezzo prezioso di selezione nelle nostre file - scuoteYa 1ft fibra sentimentale del nostro popolo latino: la galera politica. era rostro ccl ariete. li secondino combatteva per noi. Ln bor– ghesia se ne accorse ..... Ma la libertà conquistata mutò profondamente questo stato di cose. gssa immediatamente disnsprì i rapporti fra il Partito e i Poteri dello Stato. Sinchò il Governo - si chiamasse Crispi, Rudini o l'elloux - era il manutengolo armato d'ogni pre1>0tenza pn• dronale, contro lui tutti i colpi! Ogni nostra impo· tenza era suo delitto. Quando quell'arbitrio cessò, poi che quella spachLdi Brenno fu ringuainafo, e la contesa si ridusse direttamente fra le classi av\"erse, mutò, dovea mutare, l'atteggiamento e lo stile. Le stesse Leghe contadine ci vollero a difesa. del :Ministero ribelle. In ogni paese, date condizioni simiglianti, il Partito socialista e il proletnriato, a dispetto del rigore delle dottrine tradizionali, si trovano a questi ferri. Non citiamo il mercantilismo politico delle 'l'rade.'f Uuious: ma ecco 1 nt~lla rigida Oermania marxista, irnpeuitenti sempre, il Baden e la Ba,•lera. Se al }(eich– stag l"occasione è più rara 1 si deve al carattere feu-. dale dell'Im1>Cro o al rigore granitico di quei partiti borghesi, lrnn altri che in Ttalifl o nei paesi latini. Fatto libero il proletariato di temprnre a sè i suoi destini, il perpetuo digrignare i denti diventava un anacronismo e una 1>0sa.L'atto d 1 uccusB 1 che ci si vorrebbe sentir recitare ogni sera e ogni mattina, non conti-o il fatto dell'uomo, mn contro lo stadio economico, nel quale vi\•iamo, sarebbe, per dei dc - terministi quali noi siamo, una grottesca caricatura. V'è amai hen nitro da fare! La mutata condizione di cose, l'improvviso imporsi di una battaglia così diversa, a cui tutti s'era im• pre1>arati 1 se s1>iegano un tal quale rimpianto, giu– stificano anche la sosta dell'azione, che aggnl\'ava il rimpianto. La lotta delle tendenze ru lotta cli adattamento interiore, utile, se è tale anche il danno quando è inevitabile, ma che disperdette anni di lavoro, devastò tesori di entusiasmo. S'era invoc,\ta la libertà come un talismano; possedutolo, si fu imba– razzati a serviracne. La libertà risana le ferite che apre, ma non prima di aYerle dischiuse. Primo effetto fu il dissolversi di quella unità spirituale, che In coazione custodiva. Ciò in doppia guisl.l. 'l'opograficamente. U problema della libertà era uno da Bardonecchia a Pachino. Qnello del socialismi.) va• riava da negio11ca rc,!.!'ione.Ncll'ltltlin erano, u dire il meno, due ltalic. Al Nord le industrie e la ch•ilb\ industriale; al Sud un feudalesimo agricolo in invo• luzione. Al Xord la lotta contro il cnpitalismo, 11cscr– cizio diffuso del diritto politico, la necessità della legislazione che tutela il la,·oro; al Sud il desiderio, anzi, del capitalismo, l'im1>erio dell'analfabetismo e delle camorre, l'in\'0Cazìonc di u11r~ appena decente democrazia, di una piccola proprietà lavoratrice, nrn– gari di " nmcriconi ,,, h1quale soppianti quella acci– diosa e prcd:ttrice che "i esiste e franga il latifondo. Due ltalie - due epoche - duo economie. Quindi due azioni e due anime per il socialismo, non dh,crse, contrarie ( 1 ). Oaetauo Sah·émini, cui spetta il merito insigne di aver fatto sentire ai socialisti del Nord l'importanza decisiva. ciel prohloma meridionale e di avere offerto alle due [talio proletarie un ,•essillo comune di lotti\ nel suffrngio universale, è fra. coloro che rimprovc– rnno al Partito il difetto di unità d'azione e di vo– lere. )[a ltt stul requisitoria trasucln da ogni sillaba il delitto che denunzia e condanna. Spirito superior(' 1>er tanti versi, la sua concezione socialistt1, come della pili parte dc' suoi conterranei, ò pervasa dalla ossessione meridionalista. Il disdegno della legisla– zione sociale, lii fobìa dell'opera delle nostre Coope• r:1tive, la polarizzazione tutta politica e perenne– mente antiministeriale del suo pensiero, tradiscono questo localismo. La sua uniti\ è l'unità di 1111 mon– cone, e sarebbe, se il Partito lo seguisse oltre un certo segno, la so1>pressione di quello che, in ltalin, oggi, è più ,·eramcnte socialismo. Ma, per un altro verso, l'unità doveva rallentarsi: nelln stessa materia di lavoro. Per la libertà, si do– veva demolire; nella libertì1, ricostrurrc. Lavoro rudo e campi divenuti molteplici. Nel periodo primo, l'a– zione era unica e quasi indifferen~iata. L'agitdorc propagandista era insieme l'orJ.,t'anizzatore. il coope– ratore, il consigliere comunale, il deputato, se ~li riesciva 1 e il giornalista del Pnrtito. Ora, il lavoro, intensiticandosi 1 si specializznrn. L"nzione politica, amministrativa e parlamentare si straniavano dal– l'azione economic:l e questa si scinde\'a in se stessa. La cooperazione sequestrava numerose energie, che sovente poi l'insuccesso disperdeva per sempre. La resistenza diventava un·arte, tanto più ardua, dncchè il capitale, men protetto dal gendarme, si organizzarn a sua volta, e le masse, adusate 111 garibnldinismo delle origini, sde_gnavano la strategia sapiente, ignoravano la necessità dello munizioni, la politicn delle alte quote, ed erano, e sono, ben lungo dall'apprezzare il valore di un Seg-rctario di Lega, llCCorto, compe– tente e specializzato. Questa svarinta attività e la libert:'t della sti1mpa facevano pullulnrc una miriarlc di settimanuli, uno quasi per ogni borgo, ra,:coglienti l'efflato tli questo socialismo lillipuziano; e non è da muoverne rnrnpogna; si nasce come si può e si nasce piccini; ma neanco questo conferirn, poi mo– mento, all11 forzil reale e all'intinrn. unità del Partito. 111 questa duplice di\'isione del lavoro, locale e t.ccnir.a, l'anima. del socialismo si sminuzzava. La di\'isione del lavoro è segno e strumento di sviluppo obiettivo, perreziona il prodotto frammentario, ma sc- 1mra e diminuisce ciascun produt.torc. Di ~enerici che s'era, impron'isatici quasi tutti specialisti, ciascuno approfondì il proprio solco, scnzll curar$i del Yicino. r socialisti si moltiplicaronoj il socialismo si ahhio– sciò. 'l'eoricnmcntc tutto questo ern, quanto inevita– bile, altrettanto assurdo. Chi scl'ive hR sulla coscienza, flu <h11l'oraprima, forse un centinaio fra discorsi ccl a.rticoli 1 tutti intonati al concetto dellft. neccssttria. solidarietà e fusione delle ,·1\ric a.tti,·ità, la operaia {1 1 lln.:;n1ne.u11enle 1tlh1ppll questo conccmo Claudto Treves, Il 18 1ettemllre. nel <llecorso al auol elettori,

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