Critica Sociale - XX - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1910

CRITICA SOCIALE 285 aUcndcva dall'ultima jattura le supreme riscosse, ma, anzi, di ogni vittoria parziale faccvn a se stessa fulcro e incitamento e viatico a vittorie maggiori. Di qui la importanza eminonto assunta dalla tat– tica1 dall'arte cioè di ndci;uarn l'azione alle rt!si– stunzo e ngli accidenti elci terrcuo. L'essenza del socialifuno, dal miraggio dei fini ultimi, si trasfc1·i,•a nel travagli del di\'enirc quotidiano, e la riforma conquistata, o anche solt.anto proseguita 1 assurgeva per se stessa a un alto valore pedagogico di pro• parn1.ione. B', ripetiamo, la vira tutta intera che irrompe nel socialismo delle origiui 1 aprioristico e concettuale. Nò r.erciò temerà il socialismo - mescolandosi al presente, alleandosi con altre energie: drappellando, a volta a volta, rivendicazioni, che altri partiti non ricmmno - di tralignare in un radicalismo piì.1 o meno fi111ntropico, la/Jourisf{i o socinle. Il pericolo sorgornbbe quando, o si perdessero di \'ista le finalità supreme, che del resto :;li i11sann1Jililrntal,{onismi dol presente ussetto economico s'incnricano di rammen– tarci ad ogni svolto di ,•ia, o quando quello, che è 1 e che dev'essere, un movilncnto cli massa, diventasse - per deviazione o diserzione - il gioco di alcuni capitani, separati dal grosso del1 1 csercito che dee francheggiarli. .Fin che ciò non av,·enga, ogni passo in avanti, e sia pur breve, sulle preseguate \lirettive, varrà sempre meglio delle iperboliche promesso 1 scritte nei presagi. La riforma, così intesa 1 è la ri· voluzione senza il bluff;" hl rivoluzione in cammino,,. III. Le lacune della piatt:1lòr111a. La coltum popolare. - l scr,-i,i pubblici. Rispondono i gruppi di riforme, no,·erati nell'or– dine del giorno dei nostri lavori, a tutte le maggiori esigenze del Partito e dell 1 ora:' V'è chi sorride del programma, di ogni pro– gramma. La vicenda politica - argomentano costoro - sovverte i ben contesti elenchi e impone i temi a suo libito. Ciò che preme ò la <lireftiva, chiara, presente, è il criterio, da applicare alle emergenze improvvise. ~ Sii socialista - tale sarebbe il precetto - e d'altro non ti curare. ,, Certo, è dell'infanzia, o infantilità, dei partit.i, la smania degli eleuchi interminabili di desiderata, destinati, i 1>iù 1 ad nmrnutlìro e inzitellonire nelle sterili attese. A ogni ora del tempo, basta di fornire il suo còmpito. Ma vi hanno pure obietti,•i, che - nel quarto d 1 ora che un partito traversa - la realtà stessa sembra designare ai calcohiti suoi sforzi. Che ,·arrebbo un Congresso di partito, se non tentasse di fcrmi\rli, di assoggettarli alla. sua critica, di gra• duarli e coordinarli, di adunare le l'orze e di accomu• 11i1rointorno ad essi le veduto e le "olontà? Or, so questo, che ci sta dinnanzi, è lo scorcio: al– meno, di un programma, è. il connto d'una piatta– forma, due lacune ci si parano agli occhi, ben sin– golari. Mentre l'esperienza quotidiana ci narra l'infran– gersi della nostra miglioro pro1>aganlla nell,1 miso– neicn mentalità prOietaria, e h1 istcssa borghesia foggia leggi e racimoh1 milioni per sgomimlre, non fosao (e pur troppo non sarà) che alla superficie, l'obbrobrio del primato italinno nell'alfabetismo; mentre i riposi 1 conquistati al IRvoro salariato da nudnci resistenze operaie o da provvido leggi, nulla tro"ano, in no,•e decimi del nostro paese, che li di– sputi alla ta\'Crna 1 che con:5enta di tesoreggiarli per l'elevamento morale e pei fini ulti della vita; mentre denunziamo a noi stessi quei "conflitti di categoria,,, che adulterano la. lotta di classe, e negli eccidi pro- letarì - che i Governi incoraggi.lllo colle guarcntito immunità ,hgli omicidiarì - confessiamo la com1>li– cità inco11si1pevole delle nostre folle. inuiilmcntc im• pulsivc; aflìdercmo, dunque, alla sola sollecitudine delle classi dirigenti il prohlcma, ,·italo e formida– hilc, dell'educazione del proletariato? Su questo tema. che pur comincia, anche frn noi, tl richiamare un ,•ivo movimento di opinione, nulla di proprio, di cnrnttcristico, ha il Partito, ha il Co11gresso socia– lista, da dire, da consigliare, dn ri \'Cndicare, da ini· ziarc? B che produrrà la nuova legge scolastica, che fruttificheranno i " patronati " - centro e richiamo possibile di collaborazioni volonterose - se non sorga intorno ad essi, ad oporn della classe pili in– teressata, quel calore, quella liomma di iniziative, di emulazioni, di co111petizio11i 1 senza cui leggi ed bstituti non saranno mai cosa. \'iva 'f Noi augurnvamo, nell'ultimo Congresso, chc 1 so– pite alfìnc, o superate, le contèse cli tendenze astratto e di formule, lo biennali assiso del Partito divcn– husi:iero, 80pratutto, un rosuconto i\lust.rato e docu– mentato delle vive esperienze, della :;ara lii inìzi.1- i:.ivc o di faLti, di tutte le nostro Sezioni. nell'azione concreta, rh·olbt a elevare. arinarc, ag:,ruerrirc il pro– letariato delle \'arie plaghe. I~ oggi invochiamo cho il Cougresso almeno trovi modo di innestare uelle sue discussioni - gli addentellati non mancano - la preoccupazione e il proposito di un'azione socia– lista, determinata ed intensa, per lu coltura. popo, lare; cli un'azione, cioè, che ahhia cli mirn il prnle• tarh~to come inlellelto e come anima. D'altro cauto, l'industrializzarsi progressivo dello Stato e dei Municipì, a nrnlg-raclo delle querimonie dei liberisti dottrinali, e dei:li altri che del liberismo fanno volontieri pecunia. 1rnnc iu 1>ri111a liuca 1 nella politica odierna, il problema dcll1orclìname11to dei pubblici. servizi. nei rapporti comhinati dell'ente col– lettivo, del 1,ersonale 1 degli utenti. I•:, sebbene muo• vano 1>erquesta via -- sforzati dall'incalzante pres– sione delle necessità economiche - anche Governi e Municipi prettamente borghesi i tuttavia sgorga dal nuovo indirizzo una folla dì quedt,ioni uuovc, tutte questioni sociaUste, se è vero che il socialismo si dovrìt sostanziare nella unitaria. " amministrazione delle cose 111 sottratta agli sperperi e olle rapine ciel mo– nopolio proprietario. Ferrovie, poste, telegrafi, telefoni di Stato, credito di Stuto, bouifiche, demani colletti \'i, monopoli indu– striali go,·ernativi (sali e tnhacclii 1 alcool, assicura– zioni, ccc.), st,1tizzazione cli acque e cli foreste, mu– nicipalizzazione di trasporti, di aree, di abitazioni, di forza, di luce, cli mercati, di llpere di cultura, di opifici, di spacci-calmieri, ccc., ccc., tutto questo è puro - a cli8petto, bene spesso, degli iniziatori - del socialismo -iniziale; ò il i;usLrato materiale e la trama, sopra cui si \'Crri'tcomponendo la futura società, che esso già annuncia, come gli scogli madreporici, che ofliorano sullo specchio dol mare, annunciano e anticipano i continenti in formazione. Di ogni in– successo in c1uesto campo, si fan forti. e con r:.1gione, i nostri avversari teorici, come di 1rn,t nostra banca– rotta idc~1le. ~ il 1>rocesso si accelererebbe ed avva– lorerebbe, se fin d'ora lo ,·igilussc, secondasse e pe– netrasse la competenza ter.nicn e lo spirito demo– crntico delle masse lavomtrici. onza tlirc della l'outc lii ricchezza - ben più lautn cho un qualche timido ritocco al congegno dei trihuti - che potrebbe sca– turirne, quando Stato o Municipi ucquisbtsscro le imprescindibili capacità industriali -j ricchezza lla de\'0lvcre ad alte iniziative di redenzione. La volitica dei pubblici serviti - che le organiz– zazioni del vario 1>ersonale dei servizi stessi h,rn già 1>osta sul telaio della pubblica discussione - trO\'Cl'à essit un cantuccio nel J)rogramma del Congresso fu.

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