Critica Sociale - XX - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1910

CRITICA SOCI ALF. 283 Por queato ò racilo errare. Chi va nel Mezzogiorno, non ferrato nella conoscenza J)rofonda dei fenomeni economici che avvengono noll'lntimo della struttura so– ciale, corro rischio di scambiare I lamenti della borghe– sia cho muore 1 e lo sue lrnprocazlonl rivoluzionarie con– tro l'inen:la del Governo, per I lamontl od i bhwgn\ di tutto Il llezzogiorno. f.,a realtà ò invece molto diversa. La crl11ic'è, ed è veramente una tragica crisi; ma per la vecchia borghesia ò preludio cli morte, per i conta– tadini ò crisi di crescenza. Tutta la AocietlLmeridionale ò scoua, da pareccbi anni, da un grande urto: Il vec– chio mondo che scomparo sotto I colpi del nuovo, che non rie11coancora a trionfare dl tutti gli ostacoli. Donde duo ragioni di malessere e duo Invocazioni allo Stato perchò Intervenga: la vecchia borghesia lo implora sat– vntoro perchò la rafforzi col credito o In difenda dagli alti salarti la classe contadina lo 111\'0Ca perchè acceleri la tra~formaziono e attenui lo reeltttouzo della proprietà fondi11.ria al trapasso della terra dallo vecchio mani alle nuove. Duo programmi si profllano cosl nel Mezzogiorno, sul quali - dopo le ricerche della Inchiesta parlamentare - non è pilt possibile cadere iu equivoco. Il programma della piccola o media proprietà non coltivatrice, dei civili che vh•ono oziando sui magrls– elmi redditi delle loro torre, si ria!lsumo in questo pro– posizioni: sgravi di imposte, per potere far fronte al rincaro della mano d'opera; nessuna subordinazione di questi eeoneri fiscali a pntti agricoli plt1 onerosi, porchò lo sgravio non dern andare nelle tasche dei contadini, ma nelle tasche di loro, che eono I pii, danneggiati dal rarefar,! della mano d'opera sul mercato del la,·oro; credito facile o a buon mercato, dlstribaito in abbon• danza dallo Stato, por riparare a quella assoluta scar– sità di capitali, che è la caratteristica e anche la ra– giono d 1 impoto11za della loro classe. Naturalmente, questo programma non ò il programma del contadini che tornano dall'America, e neppure di quelli cbo sono rimasti in patria. Questi ultimi mirano a migliorare i loro patti agrari e quindi - se av1;1lìsero conoscenza delle nostre leggi - ,·orrcbbero che l'eso– nero fiscale rosse sempre subordinato all'elevamento del loro tenore di ,·ita. I reduci dall'America, poi, non hanno Interesso a ,·eder aumentato artit1clalmente il valore del terreni; non hanno alcun bisogno del credito dello Stato, anzi desidererebbero di collocare pii, fruttuosa– mente I loro capitali. Il Nlttl ossena che oggi, che Poro degll "americani II alHulsce, chi merita il credito lo trovt1. Se i signori, i civili, non trovano crerlito pre11so gli " americani ,, o lo chiedono 1>orclòa.Ilo Stato, ò segno che non meritano fiducia o che prestare a loro vuol dire preparare il disastro ('). Un altro, quindi, ò il programmo. della classe nuova, ebo si affaccia ora alla ,·lta economica del llezzogiorno. •:!l!IO !li ria!lsume in una parola: rompere la crosta che re!li!lto tonaco al suo sforzo. 11contadino torna dall'America o ha vivo il desiderio di comperare terra. Altri, reduci come lui, hanno lo stesso desiderio e la stessa. ambizione. Ma la malaria, la mancanza di strade, spesso l'Insicurezza contro i malviventi, non permettono ,11andare lungi dal paese: bisogna comprare le piccolo prop~iotà vicino alPabita– zlone. La vecchia borghesia Jo sa o rincara i prezzi. 'l'erreni di scarso nlore salgono a prezzi fantastici. Qu.alcbo " americauo 11 si rovina, e allora Il civile ricom– pra a ba8So prezzo: è questa la sua vendetta. 11) Volume "• tomo 111, pag. ZS3. Porchè, anche in quc~te com1>ro o ,·endite 1 e'ò !"urto delle 1tue classi che si contendono l'avvenire. Il l.oron– zonl osserva : 11 11 meri.io e il piccolo proJ)rietruio civile vendono 11orchò costretti. ma ,·endono il l)iÌ1 caro possibile 0 1 anche so \'Ondendo fanno un buon affare, non vedono di buon occhio il sorucro di una nuova cla:ise di proprie– tari colth·atori. Sì sentono menomali ed umiliati d! do• ver rinunziare alla loro antica posizione esclusiva o di far posto agli sprezzati vicl<lr,m; perciò attendono con anslet1\ il momenio della rivincita (') ... E1Jualmente si comporta Il latifondh1ta, il quale a– vrebbe interesse a ,·endero parto delle sue terre i ma per un pregiudi1.io nobiliare o un profondo rancore verso remlgrazione cho ha elo,•ati I salari, osteggia gli II americani II e contendo loro il terreno. I.'intonento dello Stato - ed ecco profilarsi il pro– gramma cVnsono agli interessi elci coutndini e alla nuova classe che sta per sostituirsi alla borghesia parassitaria - donelJbe mirare a questi due 1>unti: 1° Facilitare il tra1,asso della proprietà dagli attuali detentori al contadini rimpatriati, evitando le eccessive ,·a.lutazioni del terreno; 2° As.,icurare la permanenza di questa nuo,·a classe di 1)roprietari coltivatori, con tutte quello provvidenze, che possono 1•ermettore un pli1 alto o piì1 razionale sfruttamento del suolo. Ciirto, nei limiti 111questo uote, non 'ò possibile trac– ciare, sulla scorta dogli studi t'lell'Inchlesta, un plano di rirormo concrete, lo quali dovrobl>oro variare .secondo lo ,·arie plaghe del 11ezzoa-iorno. Diremo soltanto che, per rag~iuugere il primo scopo, occorro una nsta ri– forma che, inspirandosi ai concetti '{ià tradotti in atto In altri paesi - sf'g11atamonte in l'russia - chiami lo Stato a compiere opera di lntermerllario nei trapassi di J)rOJ)riot:\, sia allo scopo di lm1•ediro l'usura sulle terre, sia per racllitare (laddove le condizioni naturali lo por· mettono) lo spezzettamento del latifondo. Lo disposizioni per l'espropriazione dei terreni rrni quali debbono sor– J.{Oronuovo borgate, disposizioni di recente introdotto in una legge per l'Agro romano, potrelJbero trov11.re un ampio sviluppo nel .!lezzogiorno. Pili \'USta o piì1 costosa è l'opera dello Stato per un più alto o razionale sfruttamento della terra. E' questa un'opera che ,,a studiata 1•lnga per J>laga, secondo le peculiari condizioni dell'ambiente. Una sola aziono può essere comune a rntto Il Mezzouiorno: la lotta contro la malaria, questo tt~gello che, da HOeolie secoli, ha contribuito alla po,·ertà e alla lnreriorità. economica del Sud. Poi resto, ogni zona rlchierlo il suo rimedio. La 1.ona montana esige il rlmboechlmonto. La Uasilicata, dimoetra il Nitti, deve tornare un granclo bosco, e cosl la dorsale appenninica delle Calabrie. ltiratti i boschi, debbon1ti - non prima, come 11! fa adesso - sistemare i fiumi, bonificare le valli. Lo strade vicinali, la discesa delle popolazioni dalle alture al piano, la sicui:-ezza pub– bllea delle <'Ontrade, de,·e essere l'opera euccessiva. Per le Puglie, il grande flagello ò :a siccità, male, del resto, comune a tutto il Mezzogiorno o r11.gionoprima - come ha dimostrato il Cuboni - della povertì, dello culture erbaceo. Il problema dei bacini montani, e quindi della irrigazlouo, diventa cosl problomt\ essenzialmente me– ridlotHllo. 1'uttR questa enorme somma di la\'Oro accompagnerà Il tra11asso della proprietà. dallo antiche classi para~sl· tarie alle nuove classi lavoratrici. Le scuole elementari o la coltura agricola Insegneranno lo sfruttamento ra- (1) \'OI. ,,,, tomo I (parie I\' e V). 11a(r.83~.

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