Critica Sociale - Anno XX - n.11-12 - 1-16 giugno 1910

!62 CJ{l'l'JCA SOCIALI; ciue condannare il Grnppo, che, nella neccssiti1 di a;.rcro\ill'C quella riformai aveva t.rnvato la rng'ionc princ!palc del .suo contegno aspettante e 11011 flg• g-rci-s1vo. Bii-o:,.rn:waquindi (e il Modi~liuni, che ha ingegno da. vendere, lo capì subito) ;.,rirarc hl posizione; e fondare la censurn sulla supposbt insufficienza L' ina• nità della riforma promc:-:i-ud,ll ~linistcro. Ossen•a perciò nel suo ordiuc del µ,'iorno (e questo co11sidc- 1·azionichiama." clecisÌ\'e ,,) che la promessa riforma olcltoralc, per le cautele procedurali cui si annunzi!, rho sad1 subordinata la i11scriziv110 dei 1111ovi clcttori 1 per la diminuzio11e di efficacia che le dnivcri1 dallo scrutinio di lista, spccial111e11tcse circoscrit.to alle grandi cittù, per il minacciato ri11vi; ..wrime11to del Senlìto, per la omess:, introduzione della rapprcscu– tanza. propon:ionalo, non appare essere 1111 muta– mento radicale, ca.pace di importanti esplicazioni future; e che, " oltl'Cchè gcncrica111entc non inno• vat.rice della potenza. elcttornlc delhl dl'mocrazia e del proletariato, css<Lappare pii, particolarmente ina· d;1tta ,i rimuovere l'impotenza polit.ica delle classi che 1 nel :\lezzogiorno appunt.o. dchbono essere re• dente dal sc·n'i:tggio politico,,. O'iiltroudc il Uo\·erno 1 11011 presentandola immerliatamontc, dimostra all'ovi• donza di non volere for nulla .. Perciò il Gruppo - di cui si nega una funzione p1ulamontan· specifica e la cui atUvitìt si ripercuote su tutta l'azione del Par• t.ito - impegnandosi a sostenere la Jll'Cscnte comhi• nazione ministeriale, senz.<.tun sicurn ecl evidont.c concspot.tivo polit.ico, diminuisce la propria. comhat• ti\•itit, aggrava l'incertezza che tormenta il pensiero del Partito, scema, di rilnlrnlzo, la sua stessa auto– ritil cd influenza dentro il Parlamento; mentre, se tencrn un contegno opposto, le stesse riforme sa1·eh• hcro state presentate dal Governo, " e poi anche la 1·iformt1 elettorale, che non ha. fatto perdere al Mi– nistcrn neppure il voto dei più retrivi:;; ma," quan• d'anche ciò non fosse avvenuto, e si fosse invece ve.. rificata la ipotesi poco verosimile di un ~linistoro decis,tmento consorni.toro 1 la situazione parlruncntaro o politica si sarebbe fecondamente doline11ta,così ,la rendere mag~iore la combattivW1 della democrazia. e del proletariato, o 1,iì1profondo o pii1 v11sto- e forse non pili lontano - il radicale rinnovamento dell'istituto parlamentare nelle sue basi o nel suo funzionamento,,. Se tutto ciò non apparisse ahbastanz,1 perspicuo e documentato, ,,alga la couclusiono sintetica: l'atteg• giamcnto del Gruppo "contrasta. colle condizioni di sviluppo del Partito e colle necessità del movimento socialista in Italia ,,. . .. Noi non abhiam0 alcun motivo personale di difen– dere un voto, che, nel Gruppo, ci ebbe dissenzienti. :\la, dichiariamo, per dovere di lealtà) che nessuno deg·li argomenti, che fodclmentc riassumemmo - tranne l'ultimo, a malgrndo del dommatismo appit· rente - ci sembra, nonchè decisivo, neppure con– cludente. Occorre egli dimostrarlo? L'amico Modi– gliani - il quale, ripetiamo, ha ingegno da vendere - ne dev'essere più convinto di noi. Ah! quella povera riforma elettorale a quale strazio è assoggettata nel sorite del Modigliani! Alht demo· crazia e al proletariato non serve a nulla; anche i più retrivi la accettano; ma il Ministero, tanto essa è formidabile, la presenta per burla. Però un .Mini– stero più decisamente reazionario la concederebbe, magari, 1>iÙ completa e pili vasta. 'l'orniamo dunque al " quanto peggio, tanto meglio n del socialismo apocalittico. E poii fosse anche buona la riforma pet· sò, le modalità che le fanno c0ntorno, la rendono detestabile. Quelle modalità, per vero dire, non fu. rono tilmpoco discusse, potrebbero tutte mutarsi lungo la.vin, e il sospetto è lecito che lo stesso Partito so– cialista non ahbia ancora, in prnposito, un pensiero hen definito. Ma, se il .Partito socialista è tormentato dall'incertezza, nessuna incertezza si può perdonare al Governo. So la nostra fede nell'allargamento del suffragio non è nata che ieri, se la nostra agitazione dlll'a. tanta fatica a prendere l'abbrivo, spettava 11I• l'on. Luzzatti di sostituirci, di prevenirci, di spin· gerci. Il Governo non ò pii1 una. risultante di forze; le riformo non sono pili una lenta e faticosa con– quista. della propaganda, della agitazione e dei par· t,iti. Vuole il Governo i nostri voti? vuole almeno una tregua~ Proponga egli, in vece nostra, il nostro progTam11rn,anche se mal noto a noi stessi nei par• ticolari 1 e non indugi un minuto! Questo concetto dell'aziono, non diciamo parla· mentarc, ma, in generalo, dell'aziono 1,olitica, merita fo1·so qualche revisione dal punto di vistn di quel "vile riformismo n che l'amico Mo< .liglill.ni rivendica com~ su,l fede. }!hltant'è; oggi il Partito è su questa via. J rivoluziorHu·i, che n1gionavano così, li ahbiamo messi fuori~ r rivoluzionari sono evapora.ti? Conviene pme, in ci1111\che 1Ì10do 1 far la loro parte. La veritìt è che il Partii.o socialista sofl'rn oggi in Itali,~ - e non in ltalh1 soltanto - di un contrasto interiore, che non riesce, esso slesso 1 a sviscerare o a risolvere. Il concetto catll.strofìco è morto; della azione pll.rlamcntarc non vorrebbe far senza; ma la intendo. tuttavia, con la vecchia mcntalitil mctafisica 1 che Rvéva fede nel prodigio. Non è i,ill, certamente, il prodigio dollrl barricata, che doveva trasformare l'assetto sociale, collo stessa facilità con cui si rove• scia e si surrnga lo stemma di un Governo o di una dinastia. Ma, alla barricata della piazza., si vorrebbe sostituita la barricata parlamentare, almeno simbolica. L'ostruzionismo non ha fatto miracoli? Non s'intende che l'aziono parlamentare non dove o non può essere che un'integrazione. l~ssa vale, fo Parlamento, quanto \'aie fuori, il Partito. 1\la 1\ patto che il Partito la intenda, la secondi 1 e non pretenda di sparire e di confondersi in essa. Quantitativamente sta iu funzione di lui; qualitativamente è altra cosa, sotto pena di non essere che un duplicato fuor di posto, ossia di non essere nulla. Oggi le forze pro– letarie, dove non sonnecchiano, aono intente a or• ganizzarsi in Leghe cd in Cooperative, o domandano ai deputat.i schermo e presidio di libertil o di leggi t.utelatrici; ma della complessa attività, degli accor• gimenti politici, che a quelle conquiste schiudono e spianano la via, delle coperte ostilità che le minac– ciano, dolio ditficoltà da superare per sah•aguardarle, esse non hanno il sospetto. Così sono sempre di– sposte a.Ile illusioni troppo facili, come agli sconforti, e vacillano tra un ingenuo possibilismo ottimista e un pessimismo semi-anarchico. Quanto alle forze µili 1>roprinmente politiche, che si concentrano nei Cir• coli, sentono le sedmdoni delle lotte elettorali, dove è un po' della gioia ferina del pollice i·erso, il fa– scino dello frasi e delle parate, il misticismo avve• nirista <.lollepalingenesi. Dei problemi concreti, che esigono sforzo perseverante di studi e di avvedi– menti per avviarli a soluzioni graduali e progressive, non hanno, per lo pili, la passione e la consuetudine. Non l'hanno ancora; la acquistemnno senza dubbio; e allora il riformismo, il socialismo di aziune 1 non sarà più una parola, nè una teorica. . .. Tale stato d'animo, di cui la l)irezione del Par. tito fu, e doveva essere, l'interprete, e che il Cou- 1-{ressochiarirà al Partito, porta. a. questo effetto: che l'azione parlamentare del Gruppo socia.lista, quanto pili è savia ed intensa e vorrebb'essere ef– fisaco, tanto meno è compresa e tanto più è ca– lunniata, quindi, in effetti, oscillante, incerta, impo-

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