Critica Sociale - Anno XX - n. 9 - 1 maggio 1910

CRl'rrCA. SOCIA.i,~; 135 Chi .;i guardi attorno - nello Stato e nel Co– mune odierno - troverà che l'en11mcraz1onedel \:Vcl)h, e quindi il senso del suo sarcasmo, sono già di gTan lunga ollrepussat1 dalla ,·cattà. Ì\la, fra il Comune moderato, anche il più ciyilc e moi..lcrno, e JI Comune popolare, LJUale1101lo iutcnd1amo 1 e quale gli clctton prolelari posso– no 1ogg1arlo 1 v1 è sempre questa Jifferenza: il primo piega alla necessità delle cose obtorto collo, runorchiato, a _ contraggenio, dalla torza maggiore, a ntroso d1 tutte le lende1!zc, le tr~– ctiz1011i gli interessi personali de' suoi dirigenti; raltro 'asseconda cotesta necessità con fede, co11 convinzione, con entusiasmo; la aiula. I? prev1e- 11c, la a.niic1pa. Vi è, insomma, tra l'azione dcl– runo e dell'altro, la diversità che intercede tra le opere delra111ore e quelle della mcr~. conve- 11icnza; rra il pass,onalo ·vote1·e. e lo st1t1co 1 ar– cigno e necessario dovere. li vecchio Comune - diciamo il vecchi o, non l'anlico; non parliamo dei Comuni :{loriosi del.la Hinascc11za!- ò, e si sforza cli essei'(', quan to p1ll glt è possibile, il nulla; servo dello Slalo, qualche \'Olla servo ri1uLLanl-0 1 svoglialo e brontolone, ma non 111ai ribelle; percettore, arnmim~lralore, po– liziotto, in gran parlo per coni.o dello :::ilalo1quusi tcnes:ìC il potere per· ctelcgazio11co ner lollera11za di questo; non reagisce nt! influisce sul Governo, non sente bisogno di au1011omie 1 non lotta. per la 1wopria libertà; si scarica, quanto più può. Ui ogni funzione più essenziale sullo $Wto o sui c1Uadi11i;si difende dagli an11ninislrali; vorrebbe ignorarli. u L'amministrato C il nemico 11. Giu1Md i non rare della politica; iu rcallà, fa la politica del quaeta non movere, che è la. poli– tica dcç:11abbienti e dei socldisfatti. B il paradiso di tutLt gli egoismi 1 di tutti i parassil,smi e le speculazioni, che s1 gabellano come 1, i trionfi dell'iniziativa individuale n 1 e si risolvono in van– taggio privalo e in danno collel,tivo. Il Comune popolare, al conlrario, Ila una poli• lic~ fa la sua politica, e lo confessa a!lamentc. L'apoliticismo comunale dei moderati è una voi· gare gherminella. Trionrata la rivoluzione uni– taria, lo Stato sfuggì al dominio 2sclusivo dei procaccianti e dei conservatori; questi si appiat– t.arono nei Comuni, nelle Opere pie. nelle Ammi– nistrazioni locali, facendovi il bel tempo e la pioggia, coltivandovi i loro piccoli affar·i; e per 1111 pezzo nessuno pensò a snidarli. ~la il Co– mune e ente eminentemente politico, non percilè la rrol.,; (città) è lu cellula dello Slalo, è come la nazione in iscorcio (nelle grandi città ogni usses– ~orato risponde a un dipresso a un ~lini~tero; mancano, tutt'al più, e 110n è il caso di deplo– rarlo, la Guerra e la :\larina militare); illa pcrcl1è l'Amministrazione in grande, animai.a da criteri direttivi non sernpliccrncntc contabili, è appunto la politica, e politica è tulio ciò clic regge e tra– sforma i grandi interessi collelliYi. Se, nella cer– chia comunale, l'azione politica hiJ, rii nccessilù, una sfera meno estesa che dal centro lello Stato. p11òriuscire, in compenso, più inlcnsa, e lutti vi possono 1>artecipare attivamente. Il r.omunc è la patria più vera: qui nasciamo. Qui EOITriamo, qui siamo assistili, qui è il cimitero che ospita i noslri defunti; qni sono gli affctli e le memorie, qui. insomma, è la vita; e tutto ciò. che vi r..v– vicnc, passa soLlo gli occhi nostri, subisce, o può subire, il nostro controllo. Il Comune popolare, !unge dall'c3srrc il nemi– co, è l'aiulalore. il padre clei comunisU; è la casa e la cosa di Lutti, ma specialmente, e si capiscr, dei più poveri, dei più tribolati, 1 Ji quelli che più ne hanno bisogno. Il ricco - diceva Gari– baldi - è libero anche in Turchia. Perciò, quando si inizia u,n'1\mminislrazionc popolare lutti sentono che u I aria è mutata 1,. li cittadino' non è più il suddito, dentro le sue mura. E~so è chirimato, col re/ercndtun, a discu– tere a consi~liurr, a statuire. a educarsi polili– cam'cnl,C'.Dov er,1 la burbanza dei superiori, ll'ova la cterercnza elci mandat..11•ì 1 la corùialilà degli amici. Il Comune è ente aiut'idico e enle economico. Questo secondo termine, nel Comune moderno, o manca, o è ridolto alla sua minima espressione. Come ente gitffidica, è amministratore, tutore, · educatore. Quale amministratore, si propone la riforma dei tributi (nei limiti angustissimi delle leggi, che però ccrchcìJ. di far modificare). sgra· vanclo i dazi. la cui insidia consiste nel rar pa– gare sovratutlo coloro cho non hanno, e che si iltuclo110, essi stessi, di non pagare nulla; esen– tando il necessario alla vila 1 tassando il super– fluo con criteri ardili cli progressivilil, abolendo le spese di lus~o, migliol'ando i pic.;oli stipendi. Cf<'., c<·c. !\011 è sua la divisa della oiccola 1>01·• ghesia bottegaia: da/li nife tasse! I.e tasse so110 ncecssaric e pl'ovvide; prelevate con 7iuslizia. e impiegale c·on !-ìPnno.sono 1111 ottimo al'fnrc. l'ol– limo degli affari. per lulli. 1,,.1u;1IC' lutnn•. fa opera cli preven:in11e. aUc– nua11do. ncl\':'t111bilo co1111.111nlc. i conflitti P- le ;rn!inornic soeinli, favorendo la Cam,·r,1 elci l.a– ,·oro ,... lr istiluzioni oprraie, non i118Ta:::.:::.ando appiillato,·i. ma affidando i lavori pubblici a Coo– p<'rativ<' o e~crerndoli in economia. fissando mi· nimi tlt ~alario. giornat(' no1·mali cli lavoro, ccc.. r<·c.. t1IIC'p-fria11'1o~i a imprcnclilorc c,;:.emplare (liwt/1'/ trnplo!Jl'I') e influendo così di riflesso an– r·hr !--11il'induslria drlle irnpl'cse priv,11.(1: fa 01)e– ra di ri11art1:ionc. s\·ecchiando la beneficenza e mulandola in assistenza ('(i in previdenza, risol– ,.C'nclo i problemi s.a.nitari ccl ospitalicri; in:et– vinw pac·1fìcalol'Cnei ronflilli del lavoro. è l'ispel– toro pilt \'igile delle indu:;lrie. dello abitazioni. dcli(' dcrralc - ossia della vita e rtella salute di lulli. Qunle cducll/orc 1 sa che l'istruzione è la (( messa in valore n clrll'uomo. che la sua diffusione mi– sura la ci\·ill.'t d'un ()acsc, e \·i provvede quindi <·on ogni sacrificio; cerca cosi di stabilire, non potrnclo ogp-i di più, rcguaalian~a del 1nrnto di 11r11·h•n:a per tutl.i i ciltadini; favorisce, con sus– sidi c\1Rluclio agli alunni poveri pili intelligenti, la srlrzio11c dei migliori, affinchè nc~suna forza socialr sia clispcr5a od isterilita. ~la è sopralullo come crlle economiro che il Comune popolare :::.i clislingur dal suo anlcnalo cd a11tag-oni:-la .. \lira volta, come il Governo era il Co11111ato d'affari della borghesia nazionale. il Co– mune lo era della loca!C';so1>ratullo ncpativamcn· le, aslr11cndosi dal turbare gli inlrressi di spe– culazione. ì\la il pnpolo - come scri3SC il Cham– ber!ain parlando dei Comuni britanni - H inco– minr.ic\ a comprC>nclercessere il (io\·erno muni– cipalr il mif!'liorC' strumento cli rirorm(' sociali, J)('I cni mezzo le ricchezze e le rirnrse della eo– munità possono \'Cnirc conYenicnlcrncnle e or– clinulam<'nlc ;i(·r11muln.lC'prr sopprrirc ai biso– !-"ni pili tll'g't'nli dri rittaclini meno forlunali. ol· tr cchè pe r rialzal'e in ~cncrc il li\'cllo economico e mora.le dell'intera popolazione 11. E così si arri– \'Ò u ic con siderarr il Consi_zlio Com11nalecome il direttore di una grande Socielù Coopuraliva. del– la quale ogni cillacli110 è un azioni~ta, che riceve i suoi dividendi sotto forma di salute, di come-,

RkJQdWJsaXNoZXIy