Critica Sociale - Anno XX - n. 9 - 1 maggio 1910

13:? CHl'l'ICA SOCIALE matematici riguardi ,•orso i propri in<ruilini; porchò alla tutela incsorallllo dol proprio interesse essi non possono tro,·are nemmeno il pii, timido ritegno nella simpatia per una riforma che essi hanno Rnorsata con ogni loro energia, e contro la quale hanno otienuto anche qualche ,•ittorla avantl Il Consiglio di Stato; anzi troveranno opportunissima Poccasione ))Crrimborsarsi anche della odiata tassa di ro.mlglia. Io credo fermamente che I po– ,·crì consumatori di caso cremono~i llniranno per pagarlo due o tre volto quelle 100.000 lire d'aumento della so– vrimposta: ma non \'I insisto, por non J>arere Indiscreto, e lascerò faro questa statistica fra qualche anno a chi \'i ha interesse. Sul terzo punto, che ò il più interessante, e \'italisslmo fra tutti, io 11011 J)osseggo alcun elemento esatto 11elle cifro del Guindanl. Anche qui sembra egli creda ca11dl• cl amento che i prezzi di ri,•cndita dolio derrate sgravate siano stati dagli scrupolosi eaerccnti 11uoiconcittadini ridotti spontaneamente di tanto, di quanto importava l'antica tariffa daziaria. ì\fa non citn un ratto 1 un'ombra di pro,·a qualsiasi; nò lo ))otrcbbo, perchè il caro dei 1n·uzi ha coperto col suo ahi! troppo targo manto - pio• toso anch'esso a qualcuno - i piccoli problematici ribassi competenti alle riforme daziarie. i: avvenuto in questo radicale mutamento di regime qualcosa di simile al cambiamenti di scena nelle grandi coreografie: la scena precedente dlspare dietro una nebulosa fitta ed impone trabile e lascia luogo a,1 aspetti nuovl 1 dei quali non si discerne più alcun rapporto coi vecchi. Così i cremonesi: dopo la gran scena dell'abolizione delle barriere, si sono guardati in faccia esclamando: che bolla riforma abbiamo rompiuto ! Come saranno diminuiti i prezzi! :\la il meccanismo dolla nriazlono dei prezzi di riven– dita non è stato manipolato - nò lo poteva - dai \ 1 a– gaci riformatori delle tariffe: es110è rima9to un mono– polio particolare dei signori esercenti, nei quali sembra sia cosl illimitata la tlducìa della democrazia cremonese. da a\'er spalancato le porte della città e lasciato ali~ loro mercò parecchio centinala. di mila lire di sgravi!, senza 1.111 miserabile spaccio municipale, od una modesta Cooperativa di conn!mo, ebc controllasse il delicatissimo trapasso e la elaborazione dei prezzi nuovi. Oggi nes- mune, o coll'aumento degli affitti praticato dai solleciti proprietari di caae. Quindi io affermo che gli sgra\'Ì parziali o totali di voci di con11umosi ò certamente dl!lperso In milio rho– letti, dei quali forse qualche miserabile stillicidio sarà giunto sino al minuto consumatore; tutto Il resto ò an– dato a Impinguare Il cassetto degli esercenti, epoclal– mente del maggiori. Ogni di\'erso giudizio contraddlrebbo slffattamonto ad ogni più comune esperienza economica, da non poter essere ammesso senza Il conforto di dati rigorosamente esatti. Ciò por lo ,·oci sgravate in tutto od in parte. Ma vi ò Il dazio sul ,•luo, prima integrale, ora ridotto a t&ssa sulla minuta vendita. Qui - anche senza possedere dati esattissimi, poichò al sa che anche i cremonesi bevono volonticri, ò attondibilo un consumo di oltre 170 litri annui por abitante - io calcolo approssimativamente che, in Cremona cintata, si consumassero oltre 50.000 ettolitri annui, i quali pagavano (o potevano pagare) L. 425.000 circa di dazio lordo. Oggi Cremona no In– cassa 2fl0.000, compreso il forese. Sono dunque circa r,. 200.000 di dazio che il vino pagava (o poteva pagare) in più di qullnto oggi non paghi a Comune aperto. Fatto innegabile, evidente, che non può sorprendere alcuno, perchè, a Comune aperto, chi appena può importa Il \'lno ohe consuma, o (come a Cremona) pigia l'un in casa propria. Ora, se al Oulndani sembra democratico un regalo di I~.200.000 agli osti e agli abbienti, s'accomodi puro; io continuerò a gridare a perdifiato, anche a costo di farmi dire che ho la coda più lunga della cometa di llalley, che Il Comun9 di Cremona ha buttato duecento– mila lire annUe dalla finestra, !!gravando li consumo diretto degli abbienti, ed alleviando la taasa agli osti, i quali, nè ridurranno porclb i prezzi del consumo del po\'ero (coi prezzi arrotondati di 20 In 20 cento11imlal litro), nè, so lo riducessero, farebbero cosa grata alla democrazln, la quale - se ha fior di senno e di moderna coltura - dovrebbe detestare e deprecare questa poste di tutti i consumi, questo massimo coefficiente d'imbar– barimento o di <legenerazione ttsica e morale delle nostre po,·ere plebi. suno, nè i riformatori nè i loro critici, è più in grado ,i;,*,. di ricostruire esattamente tale elaborazione. Sono questo dunque le principali linee della riforma Ma un po' di esperienza (bergamasca e d'altrove), lllu• cremonese: mezzo milione di sgru·t, per grandissima minata o confortata. da quel marxismo economico, che parte, e forse nella totalità, ,•olatlllzzatl, aenza beneficio sorride degli scrupoli di coscienza nella formazione del apprezzabile por le classi indigenti; rincrudimento di prezzi, i:ni Insegna che il funzionamento della concor- tasse e rincaro Indiretto degli afftttl. Ma spingiamo lo renza, nel piccolo mercato delle derrate alimentari, è sguardo alquanto più innanzi. tardo e grossolano come un meccanismo molt!pllcatore li Comune aperto di Cremona ò troppo giovane, per arrugginltn, o che l'arrotondamento dei prezzi, incvlta- conoscere le delizie dell'esercizio diretto del dazio (!!eb- bile per l'esigenza del loro frazionamento, assorbo o bene le sue voci siano ormai ridottissime), e le deliziose confondo ad un tempo gli effetti dello maggiori causo organizzazioni degli esercenti; lo proverà, non appena economiche perturbatrici, o quelli delle minori cau110 esso voglia chiedere al dazio qualche dlecina di mila locali, fra cui pongo la riduzione o la soppressione delle lire di plil; vedrà che magnifica cultura di fermenti e tariffe daziario. E 1 se \'i è io luogo qualche piccola offi. di guerricciole esereentesche è una città aperta. cina-camplono per la elaborszlone e l'apprezzamento Eppoi, badi Cremona, che con sl giovanile baldanza di queste variazioni, esse avranno la loro esatta, rcdele, ha soppresse le famose barriere, ohe vi è un altro grave ed elasticamente immediata ripercussione sui prezzi di ostacolo a che io entrate daziarie possano aumentare: rivendita: ove l'officina-campione (spaccio municipale o ed è Il suo - ahi troppo \'lcino - confine territoriale; cooJ)erath'o) manchi, la concorrenza ò inerHcace, ed I Duomlglla la stringe troppo dappresso, in uno stato ribassi marginali vanno automaticamente ad arrotondare d'as11edio invincibile (per 11 divieto legate ai Comuni il profitto dell'oserconte 1 classe fra tutto la più egoista, aperti d'incorporare I limitrofi). Cl rivedremo fra qualche la piì1 gretta, la più eotlile efl occhiuta prosecutrice del anno a contare gli spacci di carne (non parliamo del minuscoli quoUdlanl profitti leciti cd illeciti, pronta ari \'ino), che faranno concorrenza agli spacci cittadini, allo effettuare e a giustificare un aumento di prezzi, anche porte della città. solo coll'aumento della tassa esercizi effettuata dal Co- [ Cosicchè gli incrementi naturali delle entrate non

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