Critica Sociale - Anno XX - n. 9 - 1 maggio 1910

CRl'l'ICA SOCfAl,I; lii l'altro gru1>pO - 4", 5• e G"'classe; - nel secondo caso, lezione al 1° e 2° gruppo, sempre tre ore ognuno, un giorno; al 3° e al 1° 1 il giorno dopo; a.I 2° e al 3°, il terzo giorno; o così cli seguito. Scuola con due matsfri. - Numero degli alunni da 65 a 130 o I•IO circa. Classi miste, di regola; tre per ogni maestro: la sola, '.?ae 3• riunite, uno; 4• e 5" riunito, 6 11 sola, l'altro; od anche altrimenti. 'L're ore al giorno di lezione per o::ni gruppo, nel modo detto sopra. Massimo degli alunni che possono toccare ad un maestro: in totolo, da (i:i n 80; in un gruppo, da 45 a 50. :Nel caso non si credesse opportuno, per qualche ragione, rendere miste tutto le ellissi: hl mattina, per tre ore: la 1 11 o lrt 4:1.miste insieme. un maestro, e la 2 1 l e la~", parimenti miste, l'altro; nel pomeriggio, la 5a e la G• mnsehile, il primo, e la 5a e bi Gafcm. 111i11ilc, il secondo. Scuola. con tre maestri. - Alunni da 140 a 240 o poco pii1. Classi miste, di regola; due per ogni nrne– litro; tre ore d'inseg-namento gior1rnliero a ciascuna. Oppmc: un maestro, la 1 •l mista la mattina 1 e la 2 11 mista, nel pomeriggio; il secondo, la. 3" mistll, prima, e la 5• o Ga maschile, dopo; e il tcrzo 1 la 4 11 mista: e la 5" e G• femminile. Numero massimo degli alunni che possono toccare od un mriestro: in totale da 80 1.1. 90; in un gruppo, da 45 a 50. Scuola. con quattro maestri o più. - Nei centri più popolati, la scuola nvrà, in proporzione, un numero maggiore di maestri, e sarh. pili facile la distribu– zione dello classi. Con quattro o sei maestri, per es. 1 si può conserrnrc la dh•isione degli alunni per sesso, distribuendo le cla!'.lsi maschili e le femminili nel primo modo indicato per le scuole a due e a tre maestri. i\la, come \'edremo trn poco, in {1uesti luo– ghi è possibile o necessario un impiego migliore dell'opera dei varì maestri. . . . Con questo ordinamento la scuola sarebbe com– pleta, dalln. I a alla 6 11 clnsse, anche là dove fosse a un solo maestro - alle olJbiozioni contro la prnposta distribuzione delle classi risponderemo in seguito - ma ciò non basta. Occorre anche - e gli esempi innanzi riportati ce lo hanno mostrato cou somma evidenza - che ht acuola sia aperta noi mesi e nelle ore della giornnta in cui può essere frequentata dai coutadinelli; se no, rcstCrà deserta. e non giover:, a nulla Pcstensione dalla 3:• alla 6" classe. Tutti coloro, che hanno studiato le cose sui luoghi, sono oramai concordi in ciò. L'on. Ca111•elli 1 della Commissione di studio sulle condizioni dell'Jtalia meridionale, inter– vistato dal Jltssaggero.(10 giugno 1908) intorno alla scuola negli Abruzzi e nel ~Jolise, affermava che la uniformità regolamentare ò una delle cause non lie,·i che rendono la scuola rurale poco frequentata e pres• sochè inutile, e conchiudeva: 1 Av,iene cosi, che, mentre la scuola comunale o di Stato è generalmente deserta, l bambini e I ragazzi vanno da altri maestri, non diplomati, e li pagano, percbè questi sl adattano più racllmente alle condizioni dei contadini, e ranno scuola net mesi e nello ore in cui i ragazzi non sono trattenuti uol lavori agricoli. Da qui la. necessitò. assoluti\ di una trasformazione della r.cuola rurale, se essa dovo rispondere voramonte ai flnl per i quali fu costituita. Occorre stabilire li principio cbo non t bambini debbano adatterai alla scuola, ma la scuola ai contadlni 1 snodando la parto regolamentare, renden~ dola più agile, più elastica, più aderente e rispondente alle condizioni di vita e alle e!llgeoze delle popolazioni rurali., E Gaetnno. nlvérnini riporta altri fatti, veramente su~g-estivi. " .\ Benestare, Circondarlo di ùerace, i mesi buoni per le lezioni In pacso sarebbero dal 1° ottobre al 31 mar-1.0;e anche in questo periodo, nel tempo della campagna olcariu, specie 01:l'lliduo anni, quando il rac– colto è abbondnnte 1 parecchi alunni disertano la scuola e vanno di giorno In campagna. Dall'aprile al settembre, poi. molti contadini o piccoli proprietari lasciano il paese per I luori rurnll. In questo Comune occorrerebbe che le scuoio incomlncln!lscro por tutti il 1° ottobre. rer i figli degli artigiani e delle famiglie cittadine, è bene cho ci sia unn scuola diurna del solito tipo. 11 Per In popolazione rurale occorrerebbe uua scuola variabile, che rosso diurna por Il periodo ottol>re-marzo durante gli anni vacui i dovrol>bo ogni duo anni 1 alla buona raccolln, diventar aeralo noi mc9i della campngna olearia; nel mosi di primnvern-estato, poi, il maestro llovrolJbo seguire i euoi ollentl c andare nel contado a far lezione, mngnrl per due 11010 volto settimanali, ln ciascuno del pila opportuni luoghi di raccolta per la popoluione sparsa. 111\'0CO la scuola pubblica, coi suoi br/\\'i regolamenti. fucinati nell'alma noma, e coi maes~ri pagati tutti allo shisso modo 1 indipendentemente dal rcsultato buono o cattivo del loro la\·oro, si apre di f11.tto li 3 novembre. facendo perdere ai bambini dei contadini tutti Il mese di ottobre; e continua ieratica– mente Immutata fino a luglio, senza preoccupariti se, in alcuni mesi, buona parte della sull clientela le sfugge. E l'opera di arlnttamento, trn!lcurata dalla scuola pub– blica, ò compiuta dai maestri printi, che han bisogno di \'h·ore col salari pagati dagli alunni e perciò adattano il calendario e l'orario del loro lnsegnamCnto ai bisogni svariati e mute,•oll della loro cllentola . .i Un altro esempio. A i\lontcbello Ionico, Circondario di Reggio Calabria, quando viene la stagione dei bachi, che dura circa LIII mese o mezzo, lo bambine abbando- 1urno In massa la scuota i 0 1 <10110 la campagna sericn 1 vieno la raccolta del grano. Bisognerebbe che, nella fra– ziono di Salino, ehe è in pianura, l'anno f!Colasticopor lo bambino cominciasse Il 1° luglio e fluisse il 30 aprile. A FO!lsato 1 Invece, fraziono dolio stesso Comune, io altura, la stagione ò pili tardiva, o occorrerebbe posticipare di un mese iJ principio e la fine doll'anno scolastico. Invece, si ra. vacanza dR luglio ad ottobre, e si fa lezione da aprile a giugno. E, com'ò naturale, in quel periodo in cui lo scuole J>ubbliche ranno , 1 acauza 1 pullulano lo scuole prl\•ate. 11 Il rimedio a rutti gli inconvenienti notati è uno solo e io l'ho propo~to da un pezzo. Stabiliscr,. il re– golamento il minimo e il nrns.,;imoa1111110 tielle ore di lezione, pel' mae~tro e classe, per ogni tipo di scuola; e sitm poi i maggiormente il1teressafi, i genitori degli alunni, <i fist:(tl't il ])triodo o i wrii })triodi d'iuse– guamentoe <li 1,·aca11u, clurantet:anno,e l'orariogior– ualiero nelle tliverse sfagio11i: e ciò direttamente, in nn'nss embleo cli tutti, o per mezzo di una Commi:i· sione, forma.hl da lorn diretti rnpprescntonti e dll rnpprcsentanti dei maestri. . * • Corso completo diìlla l" alla 6" classe, calendario et.I ornrio scolM!ico 1tdattati allC'esigenze locali: ecco quanto busta prr rendere praticn111c11tccfficacC' la scuola nello borgntc a popolazione ornoi:cnea, come sono le minori in generalo; in rnolto delle quali son quasi e~clusivamentc contadiui, tanto che esse dipen– dono, per i lavori non com1>cstri e per alcuui generi

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