Critica Sociale - Anno XX - n. 9 - 1 maggio 1910

138 CRITICA SOCIALE giunsrn il fino di crescenti scambf tra le parli pill i&olate e Il contro della nazione, cd equh'ale al premt ohe lo Stato dò. per promuovere la ricchezza, la coltura, li be• ncssoro. ... Or vcggasl quanto danno, contro ratrormnrsi di queste ide(', arreca 111nteres!la.todiscredito dei l!Crvizi marittimi di Stato, gii\ ,·ototi dal Parlamento, o per i quali non vuol perdere il monopolio la specu!azlono capitalistica. )la l'eggasl puro quali !lCri ,·antaggl arrocherebbero I nuo,•i sen•izi marittimi che qui si propongono, lltultnndo questo c~mmo alla Sic\li:l, Con i piro~cafl celeri, si compircbhe la traversat11 da ]formi n Palermo per Fiumicino od o~tia o Porto 11'Anzlo l:1 mezza giornata e ,•icever~n, soprntutlo perchè arri– vassero ben freschi e in JerBndi masse, 8en1:a gra\'O <li- ~pentilo per In conservazione o per 11por.lnli imbnlla,ig\ 1 i rrutti di pilt popolare cou~umo della 8icilia a Roma, o della Campagna Homana in Sicilia. I 11ncchi po:1tnli e ferro,,\nri delle fruttn 11icilinno nou d:urno un rilovnnto commercio, perchò Il costo del 11ncco e del trasporto ò assai mag!Iioro cho non (]Uello della frutUl, nuche piìt scelta. contenuti~ nel pacco. Questo incon,·rn!ente, 1>cr Homa 1 si e,·iterebbo trasportando i prodotti agricoli con mezzi rariicti e In grandi coitto o CfHIS(', Pi1'1diretto e pii, rapido è lo i.camhi('I, meno cnmClr– rislica dh·cntn la triste pia,l:t'nromana del bag:arinagalo. Jn un co•ì ,•icluo e grosiio centro di consumo qual'è noma, gli aranci migliori di Sicilia clovrebhcro con!lu– mnrsl In maggioro quantll,'i, mentre si HOffroper In con– tra8tata e~portazlone del,l'li agrumi all'estero. J.'u,·u da tu,•ola, che in $1cllìa può prodursi in nbhon· danzu o in parecchi mesi dell'anno, la mii pili estesa produzione distrarrebbe dal proseguire nel pauosco lm• pianto di ,•ignoti da mosto, In poche ore e per pochi sohli al chilo arriverebbe sul mercato di Roma. 1/uvn da spedire all 1 0<1toro è ln\'CCe costosn por la 9colta o l'imballaggio. I f\chidindlo, frutto zuccherino IJ<lonico e di costo quasi gratuito, ~o rossero o~gelto di larga C'sportazlone, 81 coltiverebbero estesamente o in maniera razionale nei posti di Sicilia, dovo ora sono rarità ma raggiungono forma. e gusto soq)rendcntl. In molta parte del feucli squnllldi ed alpestrl dell'intorno, dove la terra a semina e a pascolo ronde ben poco, i flchldlndla, che richie– dono poche curo culturall 1 renderebbero di pili. Questo frutto, poco conservabile o facilmente l,l'Uastabllo nei ,·!aggi, con trasporti di poche oro o senza trabalzi, ar– rh•erobbe ben conrnrvato a Roma por Il consumo po– polare. Alcuni ortR{,l':llslciliani 1 che per la natura calcare del suolo riescono fiSsal sapidi o lini, arrivando freschi con mezzi semplicl <Iltrasporto, troverebbero preferenza nelle mon~e romane. Vlcoverso 1 dn Boma per la Slo!illa 111 potrebbero CSJ)Or– taro altri orta,:ru1 1 s1)ecialme11te legumi yerdl, pili Idonei nelle vallntollo lrri~alJill rtella C11mpagoa Romana, e mole o pero, cho in Sicilia si J)rorlucono mono IJello. )la la cs1>ortazione più Importante da Roma per la Sicilia Rnrchhe quella del latte o dei latticini. Qualunque cosa si 9trologhl por la mos9a in coltura doli a Cam,,agna Romana, queste 1 nella sua maggior su11erflcie, non può che restare alla produzione lattHora, sia con la l)llsto– rizia ovina, 11lacon le ,·accherlc e la colth•azioue inten- 8lvn dei foraggi. Da quo~ta ratnlità 1 mettendo In valore tutta la presente steppa romana, si avrò. la sovrabbon- danza della produzione 8uddetta; ma la facilità di espor– tazione in altri centri di consumo a poche ore di dlstnnza concorrerà n risolvere il mlllennario problema dell'Agro noma110. D 1 altra parte, la Sicilia avrà sempre difetto di prodotti pastorizi, e potrà Integrarne Il nece8sarlo con– sumo locale Importandoli dalla Campagna Romana 1 per– chò I feudi !!:lclllanl sono pli1 propri per Il frumento, e In pastorizia e lo colture legumlno8e o foraggiere 80DO Industrio secondnrle, richiesto dall'avvlcenrtamento tra le semine granifere, o ,·anno pili re!trlngendosl con il crescente uso del concimi chimici per una pili inten8lva colturn di frumcnt.o. lntìno il celere o diretto S<'Ambio tra Roma o la Si– cilia faril Rrri\•aro nello stos'IO giorno la stampa della Capitelo nel111'1olao viceversa. Più <'he non appaia oggi, ciò rarlrtrizzerà la fal.ia opinione pubblica, che lntore11si cnmorristlci mnntcngono, nel Continente, circa la S\cllia, e In questa, circn la politica che si svolge nella Capitale e nt'I resto dol Continente italiano. Non J>iùsaranno co– munlcde le notizie n1trn,·erso la intenzione doj corri– .ipondentC", che, da strumento di pubblleit1\ con,•ortcel In proiettore d'ombra sulla coscienza pubblica. l.'A1m1li! 1 che 1 fra i JeiOrnali del Continente, ò del più lotti In Sicilia, arr\,•anrto nella stes,a giornata, sarebbP, per Il 11110 partico!Rre carnttcro, che lnterc~!'la i seguaci e Incuriosisce l,{11 avYer,rnri, assRi pit1 difl"u!I0 1 e risolve– rebbe In part.o Il problemR finanziarlo delln sun pub– bllcnzlone In Roma. Da ~filano, ove da alcuni si vor– rebbe trasrerlrlo, arri\•erebbo In Sicilia con molto ritardo e non sarebbe plì1 letto. Tutti i giornRli del Coni.incute eono 1 per questa causa 1 In Slcltia, scaream<>nte letti. ... l'er rianicinare quanto plì1 è pos<1lbllo la Sicilia Alla Capiti\\(', non basterebbe la. linea di navigazione cla Roma n Palermo, ne occorrerebbero nitre due: da Roma a TraJ)ani e da Roma Il Mes,lna. So bene che a'l'attuazione di tali scambi si ,·orrcbbe far precedere la 8istemazione di un proprio porto di mare In Roma; que~ta sl8temazione, por altro, richiesta f\norn dalle 8010el'llgenze della Capitalo, 81affretterebbe, so si n~gìungessero quelle plì1 urgenti tiella Sicilia . .Ma I Siciliani a questo non pensano, la ma'.<1saper ignavia, o i plì1 arditi porchè, con qualche grado massonico e col piglio maftesco, sentono Il ))rorrio io difeso abba.– stnnza, e quel poco importante io chiamano Sicilia. Or qui cade a proposito richiamare l'H.ttonzlone su di u11a questiono di altisRim" importanza politica per il ROllevamento dolio sorti 81clllane. La Sicilia, per non •' esecro più vintn dai nordici, deve imporre la politlca degli interessl collettivi, auzichè contrapporre cnmorra a camorra. T,e camorre siciliane, o In genere merldio– nall, riescono, por r.,talità. <Il cose, Inferiori alle nordiche. QuoBte ultimo sono, ~tare\ per dire, 11clentiflcho e dalle forme vellutato i si 8ervono dell'antropologla, della so– ciologia, di tutte le dottrine economiche e politiche, ed hanno garbatezze impeccabili. Sono, per un comples8o di circostanze favorevoli, as~ai meglio Armate delle me– ridionali, e pesano da cinquant'anni assai più nella po– litica nazionale. Vedete, non si solleva mai la questione del decentramento regionale, se non trattandosi di cose meridionali e 8peclalmente 8iciliauej e i Siciliani, J)OCO avveduti, 800 sempre pronti a ricono8cero cbo bisogna decentrare; che cosa, non si sa, nò come. Oh! che bazza J)Or la corruzione politica, se, ad esempio, si de!!!seun ordinamento regionale alla giustizia, alla pubblica 81- curezza! Una sola cosa è decentrata. ammlnlatrativamente, la

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