Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

CRITICA SOCIA I.I; 123 Dunque; ftuchè 1101mercato libero inglese ti grano estero potrà. essere sbarcato al prezzo di f-1. 23, è giuo• cororza che, noi mercato protetto italiano, se il consu– matore restringendo il suo consumo non rinunzi alla importazione, lo stesso grano debba vendersi a L. 2S, aumentato del peso dol dazio. E allora, polchò nel mer– cato granario il consumatore corea la quallti\ e non bada all'etichetta cbo rivola la provenienza della marco; av~ vorrà che tutto il grano consumato In Italia, estero o nazlouato, toccherà il prezzo di quello importato che ha pagato Il dazio. Ecco In pieno vigore la nota logge economica che Il prezzo della merce tende a modellarsi sul costo di pro– duzione· della misura pili cast.osa.... Jn questo caso la mirrnra più costosa ò Il grano Importato, appunto ))erehè questo - oltre le speso di semonte 1 di coltura, di recl– dito fondiario - ha dovuto sopJ)Ortare ancho il peso do! dazio doganale. Dove bisogna andare a cercare il beneficio del con• sumatoro e la benedetta traslazione dot peso del dazio a carico del produttore estero? ... Concedo al prof. Tivaroni cito un'assoluta precisione delle statistiche riel consumo o <lolla procluziono non ò necessaria, per trarne criteri pratici. Quando si tratti di differenze di qualche migliaio In pili o in mono su cifre rappresentanti parecchi milioni, si può es3er sicuri cho la realtà dei fenomeni, 11volatlda tali risultanze statistiche, non viene ad essere turbata. Ecco 1>orchònessuno nega fiducia allo st11.tistichedolio Stato clvile, che vengono sapientemente elaborate nello studio dei fenomeni demografici. Ju siffatte statistiche gli orrori - rappresentati da deboli porcontuali - si compensano o non possono con· durre a <leduzioni vano o falso. La cosa cambia aspetto quando si trattl di statistiche della produzione o del consumo. Quivi le causo di orrori sono sconfinate. Oli esempt, che bo voluto citaro noi mio precedente artlcoI0 1 bastano a dimOstrare a luce merifliana che gli orrori nello statistiche della produ– zione e del consumo possono oscillare tra Il doppio e la metà delle Quantità. reali. Noi non sappiamo se In produzione media del vino In Italia ò di ettol. 35.000.000, come con tanta sicumera cl attestano le statistiche ufllclall, o se invece si avvicini agli ettol. 60.000.000, come più verisimilmente risulta dalle considera1.lonl da mo o~posto noi citato articolo. Meno ancora sappiamo - mi riferisco all'altro esempio da mo osaminato - Se il consumo medio del grano per abitante ò in Italia cli kg. 120,come dicono le statistiche ufficiali, o di kg. 287, cioò ilei doppio - quantità. questa attrlbulta dalle stesso statistiche ufficiali al consumo medio per abitante in Francia. E. se I limiti dello oscillazioni statistiche del consumo sono oosl·lontani fra di loro, tanto meno cl ò dato cono– acere1neanche con lontana npprossimnziono 1 i dati roln– ttvi alla 1>rodu1:iono.Non abbiamo torto 110 ripetiamo che qualsiasi costruzione, fondata sul ri\16\'Ì statistici della produzione o del consumo, ò per lo mono fantastica. Non avrei insistito tanto noi combattere le conclusioni del 1>rof.Tivaronl, so sl tosso trattato di una disputa puramente dottrinale. La sua tesi però, se accettata, può trascinare fn.cilmento a. pericoloso illusioni nel campo politico. Difatti, ammesso che Il poso del dazio a carico del consumatore decresca man mano che aumenti la produ• ziono Interna rispetto al consumo totale, per trasrorirsl sul produttore estero, vediamo scaturire il seguente CO· rollarlo: Per cllminulre Il peso del dazio a carico del consuma– tore, bisogna aumontaro la produzione, 1>erchè,inversa• mento si ·restringa l'importazione. Por prO\'Ocare l'au– mento della pro1luzioue, bisogna Incoraggiare gli agri• coltorl, mediante unn più sensibile protozloue doganale. Dunque 1 por fa,·oriro il consumatore, alleggerendolo di una parto del peso doganale cho andrebbe a trasferirsi al produttore estero, nulla di piì1 etflcaco che.... un lna• si,rlmento del dai.io sul grano. (lf/1111/11::::0, w op,•lft\, 1'O)1lfASO VAGLI.\SJ~l)I. IL SOCIALISUO ì\[UNICIPALR in Austria e in Germania l~ino nll ora si solcva, in tema di socialismo mu– nicipale, citnrn esclusivamente esempi in~lesi od amcricnni, ricordando che a Olas~ow il partito ra– dicale borghese creò molteplici istituzioni sul modello del socialismo municipale, a Londra il Partito pro– gressistn, risulhrntc da una coali;done dei radicali hoqzhesi con 1111a piccola minornnztl di socialisti con– \'inti, municipalizzò lo tramvie: n .New-York o n Chicago il partito democratico reclutato tra la pie• cola hor~hesia, J.ORtiene il prog-ramma della proprietà mu11icipnlc 1 perchè la classe media della popolnzio11e ha lo stesso interesse dolln classe Opùraia ad avere una buona illumirrnzione a poco prezzo, tramvic CO· mode o a buon mercato, e perchè preferisco far go– dero alla. comunitìt il beneficio di queste imprese che, nonostante il ribasao delle tal'iffo, ò :incoril ap• prezzahile: e sottrnrlo ali<"società. capitalistiche, dclln propriet:t dello quali essa. non si interessa. affatto. J risultati di queste imprese municipali non man• carono di essere contestati e oppugn:lti appunto dai rappresentanti più schietti delle Società cnpitali~tiche, dal '/'i111es a Lord Avcbury, banchiere della City, e difesi, sem1>re n base di cifre, dai socialisti Fabiani e dal .'1uniciJx1l Journal come vanta~giosi, 1° alla popolazione, in quanto forniscono servizi a. piì1 basso 1>rezzodelle industrie privato, 2° nl personale che ò mei1,rliopagato o trattato, e 3° alle finanze municipali, che possono spesso. cogli utili, diminuire il grnva• me delle tasse. )fa oramai il socialismo munici1>ale ha varc11to la )lanicn ed è penetrato in Germania e in Austria, e, sebbene propug-111uoinizialmente dal Partito socia– lista, viene via via attuato e dalla borgheshl pH1 illuminata o dai socialisti cristiani, che, a Vienna, avevano trovato nel Lue/?cr, testò defunto, il loro condottiere altrettanto audnce nella politica munici· pitle qunnto era reazionario nella politica dello Stato. Fino all'anno 1890, in cui l'amministrazione co– m unale trovav asi nelle mani del partito liberale che si appoggia.va sulle classi agiate, i mezzi di comu– ni cazìono e l' illurnino.zione erano a. Vienna in mono di Società privnte, alle dicci la città era piomhatn nell'oacurità e la conquista di un posto sulle tram• vie era. ri~ervata ai più forti e ai meno scru1>olosi. Arrivata al potere l'opposizione socialistn•cristinna seclutata. in mezzo alla piccola borghesia, e riuscite "aoe le trattative per riscnttare le ollicine del g-os, il Municipio costruì per proprio conto una nuova officina, che \·enne a costare nssai pili di quanto R\'CVt\ domandato la Società, offrendo così buon gioco alle critiche del partito libernlo capitalista che cm all'opposiziono, ma il nuo,•o impianto fu fatto in modo così perfetto dal punto di vista tecnico, che dette ben presto risultati finanziari favorornli

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