Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

CRITICA SOCIALE 121 a tutti i fanciulli fino ai 12 anni. E, invece, non ba• sterebbero. Tolte le 18.767 scuole dette sopra, nes– suna delle quali è rurale superiore, toltene nltret– tante circa per provvedere nello stesso modo al resto d'ltalia 1 senza aumentare quindi le scuole rurali superiori, ne resterebbero da IO a 15.000, aasolutn.– mcnte insufficienti per rendere completa la scuola in tutti i centri rurali. To credo di non sbagliare di molto ritenendo necessarie allo scopo almeno L00.000 nuove scuole. J~ i milioni per stipendii, lo– cali, arredi, ecc., dove sono? l\Iancano, e mancano anche i maestri. Nell'anno scolastico IjQS-909, moltissime scuole non furono aperte per mancanza di maestri. Le provincie dove il fatto assunse maggiore gravità sono le seguenti: Ancona • Aquila . Bergamo Brescia . Cagliari . Scuole chiuse 42 GG . 387 42 . 66 Catanzaro · Parma . Potenza . Salerno . Teramo . Scuole chiuse 47 40 44 99 fi4 E non bisogna dimenticare che 1 e in queste e nelle altre provincie, un buon numero di scuole furono affidate a persone sfornite di qualsiasi titolo, tal– volta a semi•analfabeti. Ma, quandanco i maestri non mancassero o i molti milioni per pagarli ci fossero, nè gli uni nò gli altri sarebbero impiegati economicamente coll'istituzione in ogni piccolo centro di una scuola com'ò ordirrn.ta nei grandi. Ve li immaginate, in un villaggio di 300 o 4-00 abitanti, 12 maestri, e sian pure 6 1 per una scuola frequentata. sì e no, da 35 a 50 alunni? Quale contrasto più stridente con la. legge del mi– nimo mezzo? Sarebbe un lusso che nemmeno le na– zioni più ricche possono permettersi - imnrnginiamo poi l'ftalia ! - ma un lusso addirittura non neces– sario. Si può con molto meno istituire in ogni centro abitato la scuola completa, dando così all'istruzione popolare la diffusione e l'estensione che deve avere; ma occorre mo(lificare l'o,·dimm1ento delle scuole ru– rali. E il modo ci sarà indicato dallo studio dei luoghi, dove la scuola deve esercitnre la sua opera, e delle condizioni di vita di chi deve servirsene. rr. Distribuzione della popolazione. Abitanti de_ipiccoli centri. .Tn rtalia abbiamo 8262 Comuni, divisi in 25.818 frazioni. Di queste, !)2 soltanto hanno 20.000 abi– tanti o più entro !a cinta daziaria 1 per un <'Omplesso di 5-319.934 abitanti. Restano perciò 25.726 frazioni, con una popolazione totale di 27.646.376 abitanti - ciò che dà una media di poco più di mille abitanti per frazione. Ma questo esame è troppo grossolano e non ci mostra come effettivamente è distribuita la popola– zione nei vari i centri; perciò non ci fermiamo ad esso. Nell'allegato n. 5 1 prospetto .A, allo stato di pre– visione della spesa del Ministero di P. I. per l'iurno 1908-909, troviamo qualche cosa che ci può servire. Su le 8139 frazioni delle provincie di cui alla legge 15 luglio 1906: I 920 hauno dn. 1188 t a 300 abitanti 300 a 500 1126 500 a 800 534 800 a 1000 1499 1000 a 2000 732 2000 n 3000 847 3000 a 4000 205 4000 a 5000 e soltanto 588 5000 in più E questo in regioni dove generalmente la popola– zione vive raccolta in grossi centri. E nel resto d'Italia? Nessuna <!elle pubblicazioni che ho avuto tra le mani ha l'elenco. delle frazioni in rapporto alla 1>opolazione; perciò ho cercato di farne uno io 1 servendomi dei risultati dell'ultimo censimento. Av• verto subito che ho raggruppate col capoluogo le frazioni rlistanti da esso non pilt di 500 o 1000 me• tri, a seconda delle localiti1, quando specialmente a.vevano una popolazione scarsa. Per lo scopo a cui dove servire, l'esame è sufficiente anche fatto così, ed anche se, per qualche errore involontlll'io, non fosse esattissimo. Eccone l'esito; Numero ,legli O[lf,ritppamenti di prypMa?iwe, con abitanti da 1 a 100 1666 <In 800 a 900 910 100 200 2-114 900 1000 %9 200 300 2344 1000 2000 4047 300 •100 1936 2000 3000 1532 400 500 I 662 3000 4000 G89 500 600 1507 ·1000 ,, :,ooo 372 GOO 700 1is3 r)oooin piìt 810 700 800 108& Basta. una semplice occhiata a queste cifre per constatare che i piccoli aggruppamenti di popola– zione sono in grandissimo numero - 15.706 da I a 1000 abitanti, 4047 da 1000 a 2000j - pochi sono i medii - 2221 da 2000 a 4000 abitanti i - pochis• simi tutti gli a.Itri 1182 centri urhani da -W00 abitanti ih su. . * * E di un altro fatto bisogna tener conto. La di- stanza, che tro\'iamo segnata tra il capoluogo di ogni Comune e le diverse frazioni, si riferisce al gruppo n11tggiore di case di og11una 1 ma, siccome, per solito 1 la. popolazione vive sparsa per la campa– gna, la distanza effettiva è quasi sempre nrnggiore. 1~ si tratta di una condizione alla quale è sog-• getta suppergil1 tutta la popolazione occupata nell'a– gricoltura, come si può vedere confrontando le due ultime colonne della tabelhl che segue. I A\.lllnull dR c~,~'~i;\!;n- l'OPOI.AZIOS~; 9 ~fi~~::~:,~ Piemonte .. 3~ 0 ::::o, •:•::::::~• :::•:51 1 •~','::•:~: Liguria . . 1.017.473 823.872 2:,3.601 225,$67 J.,ombardia 4.282.72S 3.293.321 fl8:J.407 I l.lGl.091 Voaeto 3.13-1.467 J.705.770 1.428.Gn 910.274 tmìlia.. 2.445.030 992.317 1.452.718 793380 'l'oscaoa. 2.&49.142 1.399.&67 I. I 49.5i5 72 I .680 Marche 1.060.15& -1GS.ç81 592.0H 402.462 Umbria . 667.210 308.878 358.332 245.93G Lazio 1.19G.909 1196.302 200.GOi :lO<iJ,21 Abruzzi e Molise. Campania. Puglio. Basilicata. Calabria. Sicilia. Sardegna . 1.4'11.551 3.160.HS 1.959.668 490.705 1.310.208 3.52tl.7!J9 791.75•1 32.-17&.2&3 1.0.16.627 394.!'ìH .J89.39-1 f :~~~:~~i I ~!t:~tg ~t; :Ò;~ 448.!)3!) 41.766 199.839 1.132.887 I 23i.32I -16S),99 3 150.161 3i9 638 i51.645 i27 .559 64.1 95 1fl$.S!ì3 23.302.~I 9.172.914 1~~1.003 E la distanza non è la sola cosa che renda diffi– cili le comunicHzioni: quasi sempre vi si aggiungono le strade malagevoli. " Non bisogna dimenticare cbo siamo in paesi mon– tuosi, in cui le strade sono pessimamente tenuto o non esistono affdto, e in cui buona parte della popolazione, a differenza dolio nitre provincie meridionali, vivo sparsa per la campagna, In alcuni Comuni per tutto l'anno 1 o nei più per i mesi delle raccolte ....

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