Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

81 CRl'l'ICA SOCIALE fli;li all'e.~ercito o all'officina? Lo imposte, i dazi di con– ~umo forse sou pagati dai soli maschi? Quale degli argo• menti 1 cho ,•nlgono poi suffragio maschile, non potrebbe invocarsi ugual mento per il femminile? Domauda.te ai socialisti belgi eri austriaci so l'aluto delle la,•oratrici, ncll11 loro campagna pel 11uffragio 1 non ebbe u alcuna influenza benefica immediata 11 ! Vi risponderanno che 11roprio nelle donne trovarono i piì1 coraggiosi entu– siasmi e la maggioro abnegazione. Così fu che, in Au– stria, allorchè quel proletariato fu pre~so alla vittoria, le donne, chfl a,·ernno lottato strenuamente, non già per competizione di sesso o in vista di un lusso politico, ma per urgenti interessi di classe, non accamparono egoisti– che pregiudiziali, couslderarono la vittoria come vittoria comune, liete dclrarme procurata ai compagni, sicure di nou essere piì1 tardi dimenticate. 11 \'0to ò la dife:-a del lavoro, o il lavoro nou ha sesso. J J)Cricoli del suffragio universale, se pericoli annida - nè sarebbero maggiori di quelli <l'ogni altra liùortit - anch'essi sono comuni ad ambo i sessi e non hanuo che u11 solo correttivo: l'educazione che nasce <lall'esperienzn del diritto esercitato. Se il suffragio uni• ,·er.<1ale ser,•ì al dispotismo di un Bonaparte, alle ,·el– lcitù. dominatrici di un Bon\anger, non ser\'Ì meno, quando fu pili illuminato, a difendere e consolidare la libertà o la repubblica, meglio d'ogni guardia nazionale. ncn vero che l'elemento femminile, oppresso dalla in– sufficienza dei salari o dnl peso immane delle faccende domestiche, che ne assorbe anche lo ore e i giorni di ripo:;0 1 11011 può accorrere, quanto il maschile - e il fe. uomeno è comune a tutti i paesi-, nelle organizzazioni economiche del proletariato. Ala è questa una ragione di pili per chiamarlo alla conquista del diritto politico, che ridesti, in queste ultime fra gli oppressi, la coscienza <11 classe, la coscienza di donna, di madre, di cittadina. Per sè, che han più bisogno di di fesa, e per la causa comune. In Prussia. mentre scrivo, la democrazia socialista porge un grandioso esempio di solidarietà, non dimen– Ucando mai, negli appelli alla " santa battaglia 11 per le ri\•endicazioni politiche 1 le donne lavoratrici. La lotta e formidabile, tutte le forze proletarie sono necessarie, se si \'UOle davvero la vittoria. Perchò dunque i socia– listi italiani - ed e~si soli - saranno cosl prodighi, da regalarne la metà :illa classe nemica? An·A Ku1.1sc1o>'f', " La. parola è a\Pirnputato! ,, E l'imputato è qui in carne ed ossa. Porchè, se il pensiero fondamentale delht. risposta al Comitato femminile fu concordato coi colleghi - e poteva esprimersi con la sobrietÌI, se non 111·opriocon le parole, con cui il mio Puhhlico ~linistero lo ha qui soprn riassunto - lo svolgimento, le ri,!!he incriminate, tutto ciò insomma che· nel do– cumento corpo di reato potè dar luogo a una pole• mica, appartiene esclusivamente n chi l'ha scritto, sottoscritto <', da se solo, a pieni voti collaudato. Me me adsmn - dunque - qni feci, in me, adi· rate e adorate compagne, convertite ferrum ! Non vi sono altri responaabili. L'infamia è d'un solo. Il quale ossen•i, suhito questo: se In. replica di AnnR. Kuliscioff, anzichè essere di una donna, la cui fede e le cui battaglie son note, fosse venuta dal Comitato del suffragio femminile, che si trincerò nel piì1 eloquente silenzio; s~ tale replica potesse appa• rire Fespressionc clC'i scutimenti e dei propositi di un i.. mrn numero di donne, e di donne italiane; lo scri\'cntc, fossero anche le stnflìlate. sul suo grop– pone socialisfo, state cento volte più fiere, si com· piacerei dm altamente di a ,•erio provocate. Perocchè - in cotesto caso - esse significhereb– bero che le rag'ioni per le quali dell'tmmediatct - non si dimentichi mai questo nggettivo - ammes– sione delle donne italiane al suffragio il partito so· eia lista non sa1>rebbe, crediamo, essere entusiasta j quelle ragioni avrebbero perduto buona parte del lorn valore. E significhercbhero quell'av,·ento della femminilit~. lavoratrice in grande massa nel movi– mento cli classe, che è uno dei più fervidi dei uostl'i desideri cd auspici. Ma la parola di Anna l(uliscioff, congiunta al si• lenzio delle altre, non dà se non la riprova di ciò che pu1· troppo non ignoravamo. Le donne ita• liane, novecentonovantanove su mille - ossia in una. proporzione dieci volte almeno superiore a. quella degli uomini - sono assenti dal movimento politico, e assenti, anche pii1, da. ogni movimento di classe. La colpa'? Delle donne stesse, degli uomini, di quel che si vuole: inutile, qui, ricercarla. JI fatto è questo, e il fotto rimane. Nè si vede che i Comitati, che si erigono a interpetri e ti guide del movimento femminile, la.varino - con precisi propositi - nelle direUive e ag-li int.enti, colorit.i e illustra.ti nella fem– minile, e virile, rc<piisitoria pubblicata qui sopra. E allora, parliamo pure di libertà che corregge se stessa, di educazione che sorge dall'esercizio del diritto, aug-uriiuno e speriamo che, allorquando - e, ne conYenin.mo, non sarà così tosto - il suffragio universale sia per venir conquistato, le cose, anche un po' per opera nostra., siano profondamente mutate; ma, oggi come oggi, la prospettiva della facoltà, data a tutte le donne italiane, di partecipare al suf.. fragio polit.ico, non è precisamente fatta per acqui– stare a questo simpatie - negli ambienti ijOCialisti o democratici - uè per animarne la propaganda e per affrettarne la Yittoria. . .. Ciò premesso, è da a!?giungere che mai, allo scri– ,•ente o ai colleghi del Comitato, non saltò in mente di " escludere " le donne -- le lavoratrici sopra– tutto -· sia dall'estensione del suffragio, sia dalla campagna per conquistarlo, nella quale le invochiamo anzi, col più sincero desiderio, come collaboratrici di inestimabile efficacia suggestiva. Se una diffidenza potè trapelare da quella lettera., ò soltanto verso quel certo feminismo elettorale, che guarda alla conquista del voto come a un nuovo privilegio, che rinforzt:rcbbe, coll'aggiunta del voto femminile, su hasi limitate, il dominio intellettuale ed economico della borghesia; o, anche se a questo non pensa, agisce in realtà come non avesse altra mira. E' nost.r:i - ci sia perdonata! - la triplice ri– sposta che demmo a un· refe,·eudwn femminile, pub• blicato vari anni fa) circa i tre motivi che rendessero propensi od avversi all 1 introduzione, anche imme– diata, anche uni\'ersale, del voto femminile. A tutte o Ire quelle domande uoi rispondemmo (e non certo per fare un bisticcio) questa sola frase: S1, p~rcltè la donna è un uomo. R, so toccasse a noi di formulare alla Camera, per conto del Gruppo socialista, il disegno di legge del suffragio universale, nessun dubbio che le donne Yi sarebbero incluse formalmente ed esplicitamente - ad evitare le eleganti <liscussioni fra i giuristi e le Corti 1 che seguirono, e seJ)pellirono, il ricorso di Bice Sacchi sulla base della legge vigente. Ma tutto ciò, e il ricordo e l'esempio di tutti i \'Oti di Congresso e di tutti i partiti socialisti della. terra, come pure quello delle ammirevoli lavoratrici <lcll'Austria. (ci scappò scritto, in quella lettera, " della Germania 11 , ma è alle austriache per l'ap• punto che sopratutto pensavamo), le quali - col loro pratico riconoscimento della necessaria gradua– lità - ci sembrano piuttosto recar presidii alla DO·

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