Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

112 CRITICA SOCIALE sith•lsmo era aristocratico, e l'ldealli,,mo ,•eniva appunto J)Or portare il verbo alla democruln. l)unquo diveota,·a an<'orn po.-;slbilo faro il fllo~ofo, eeuza preoccuparsi tanto dolio origini dell'uomo, uè ,tcl suo complicatissimo org-nnismo, e 110111.n perdere Il if>mpo nello studio di quella cosa, trascurabile por noi, che ò tutto l'uni\•erso colle suo lt"jlgl. Hitornava la possibllil.\ di fabbrirarsi un sistema, come quei filosofi antichissimi che, con l'aria, l'acqua, la terra ed il fuoco, rifabbrica– vano tutto Il mondo, o pretendevano che le leggi della natura si piegassero agli artifici del loro pensiero; o come al bei tempi dell'idealismo trascendentale, quando llegol, più di un secolo do1>0Newton, poteva !crivero che II i pla:ieti non sono sottoposti alla gravitazione universale, ma si muo,·ono liberamente negli spazi ce– lesti, corno altrettanto divinità ,,, Dunque era di1-$òipato il pericolo di una fllosoHnunica, pr0$80chò concorde, come la scienza, nella ,·arietà delle sue tendenze, la quale progredisco col progredire della scienza, aiutandola nelle suo conquiste, e creando con– tinuamente una sintesi graduale, sempre più perrezlo– oata e sicura, del pensiero umano. In quella ,·ece di,•en– tava ancora possibile di perpetuare nel secoli Guella contro,·crsia speculatin, cosi feconda per i suoi sacer– doti, come per altri sacerdoti la controvordia religiosa, o cosl ldealistieamente pura nel euol risultati, da evi– tare, per tutti i secoli, ogni pericolo di arrivare ad una conclusione o ad un accordo qualsiasi. T.'ldealiemo si gio,•a mera,·lgliosamente di tutte le im– perfezioni del linguaggio nel rappresentare i nostri pen– sieri; so1>ratutto il ratto che ciascuna parola corrisponde di solito ad un gruppo d'idee, plì1 o meno diverse, sen·e benissimo nell'architettura degli e11ifteìIdealistici. Cosl, dalla parola II idea" deriva da una parte la parola ve– ramente sacra (e in nessun campo più che nel campo scientifico) di "' idealo 11, e dall'altra quella di " idea.11- smo "'che è proprio la sua contraffazione. Come il sen– timentalismo uccide il vero sentimento, cosl nell'Ideali. smo si ntfoga l'ideale, cho perde la sua virtù vivificante e creatrice; polchè esso nasco soltanto dulia realtà pre– sente che lo crea, afflnehò esi-io di venti la realtà del– l'avvenire. Finora però si ò usata la sola parola« Idea– lista III cosl per indicare i seguaci dell'ideale, come per i cultori di una particolare fllosofla. Immaginate,·i se questi ultimi non seppero approfittare dell"equivoco ! Ma togliete a tali f:Uosoft il nomo improprio di idealisti, ri– servandolo per i cultori dell'Ideale, e chiamateli con <1ualche nome speciHco (non dico ideoastenici, ma idca– llsmlcl o qualche cosa di simile), o vedrete quanto avranno già scapitato anche soltanto per una parola. Teniamo sempre presente quindi ohe l'ideale e l'Idea– lismo ranno a pugni tra loro, e cbo l'idealismo non ha niente da faro con la creazione e l'amore dell'ideale; cosl potremo evitare equivoci anche nella vita quoti– diana. Si parla, per esempio, di Mazzini, e siamo tutti d'accordo nell'affermare ch'era un grande idealista, e n ciò el devo s'egli ha potuto far risorgere tutto un popolo. Ma, per la gente semplice, questo riBpeccbia soltanto l'aposlroro del poeta ul grande genovese: 'l'u sol - pensando - o idfol, sei 1,·e,.o; Invece gli adepti dell'idealismo attribuiscono alla filosofia Idealistica i granffi moriti di Mazzini. Dimenticano, cioè, elio la fHosoHa ru appunto la parto meno efficace della sua opera, caduta quasi nel vuoto 1 come un'eco d'altri tempi In anime preparate già a tempi nuovi; e che grandezza lnvi11cibile fu invece quolla della eua anima, fecondata da tanta energia del carattere. Cib che spiega como, anche senza nessuna fllosoHa Idealistica, abbiano esercitato altrettanta influenza sullo masse uomini cosl diversi da ~hzzini, come Napoleone o Garibaldi. La vera fortezza dell'i,teallsmo ooni1IJ1teproprio nelle amhll{uith. e nelle Incertezze del llngung!{IO; e non per nulla C:òlSO ne esalta al cielo l'effleaoia, con11hleranrlolo, non già come un istrumento, ma come una forza crea– trice per se stessa. CoBl,appunto, si riesce a mettere insieme degli indovloelll, che hanno tutta l'aria di rac– chlu•lere I più gran segreti del pemiero umano e della natura; cosl si scrivono delle pagine Intere e dei capi– toli, che presentano un nesso logico, e l'apparenza di un significato profondo, ma, ee el serrano davvicino e et corea di trarne una conclusione, si trova, tutt'al più, qualche J)iccola idea, ohe ha servito per ricamarvi in– torno tutta quella composlsione letteraria. n111oguorebbetrovare, anche all'inruori del lento ma sicuro progredire della scienza, qualche rimedio contro una malattia, che rappresenta p~r l'Individuo una per– dita Inutile di forze, quando puro uon produce una de– ,·lazlono completa di tutta la sua attività; e, per la so– oletù.1rappresenta un gran peso morto, insieme ad altre eredità del passato, anche quando non si pone diretta– mente come un ostacolo alla sua attiYità ed ai suoi erorzi migliori. Quanto ai singoli Individui, ee non altro J)er provare la resistenza delle proprie Idee, potrebbe forse baetare di clediearei per alcuni mesi ad uno studio sclentittco sereno e epasslonato, abbandonando la propria anima all'indirizzo <leipensiero scientifico più che all'as– similazione dei suoi risultati; se, dopo questo, non vleno la guarigione, e non si sentono di sorridere delle loro Idee passate, ,•uol dlro che non o'ò rimedio e bisogna rassegnarsi per tutta la vita. Quanto al pubblico, baste– rebbe ch'esso mettesse alle strette, una buona volta, I filosofi dell'idealismo,~ li costrlngeese a dichiarar franco Il loro pensiero, senza tanto astruserie o nebulosità: 11 Che cosa cl date voi Invece della scienza? In che coneiste il Yostro specifico per raggiungere la verità, come voi proclamate, e migliorare il destiuo dogli uo• mini'? 11 Se i fllosofi,'ltlsopraccennati ai decidono a dir chiaro le loro idee, potrebbe darsi che bastaese la luce del sole, la quale fa svaporar tante cose, per dissipare ogni pericolo. )la un pericolo speciale eslete per la democrazia. Po– tremmo quasi rassegnarci so Il veleno del penelero rea– zionario, In conformità della ena natura, tlltrasse soltanto nelle ,·eoe dei partiti che ci sono avversi. Ma non ò cosl; euo ha intu\to che Il miglior modo di farei strada, e di evitare i primi nemici, conelete, al giorno d'oggi, nelle a1•parenze democratiche. F'ortunatamente, per ora non c'è pericolo che tale propaganda attocohleoa tra le maese popolari, perobè, nella semplicità del loro buon senso, esse capiscono che il loro vero alleato è sempre la scienza i ma i de"locraticl più colti, e più esposti alle incertezze del pensiero, sopratutto se non gli hanno ancora dato una base sicura e completa, potrebbero tuttavia confon– dere nelle loro ricerche l'Ideale coll'Idealismo, cercare una rorza là dove non è poseiblle di trovare che una debolezza: e, se questa debolezza riesce ad Invadere Il pensiero democratico, essa non potrà se non manife– starsi, In un modo o nell 1 altro, che come una debolezza della. democrazia. ADOLFO SIRONI, ~ca Sociale e Avanti!: per l' ltalia, a,mo L. 22, semestre L. 11. OrnHPPK RIOAlf~!'· gertmtt: reS'ponsabilt:, »nano, t/• 1t10 - T:lporraoa Operai (Soo. ooop.), via Spartaco, c.

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