Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

CRITICA SOCIA LF. 109 altrovo un innalzamento della critica che pretende di dettar leggi al mondo, oppure un entusiasmo classlcistn cho et commuove nell'adorazione del pa1:1sato i ma, di solito, In mozzo alla nebbia delle Ideo, i,;Itrovano anche dolio pretese di progre1urn1 di democra·zia o, se occorr(', perfino di socialismo rivoluzionarlo. Bisogna però distinguere ormai, dal punto di \'istn eclentiflco, due fenomeni, che a torto si vorrebbero con– rondere, soltanto perchò si presentano talvolta in pari tempo. L'uno consl<1tenella rinno,•ata affermazione del– l'idealità religiosa (osservo ftn d'ora che l'idealità ò cofla ben dlveraa dall'Idealismo, il quale sta all'ideale come 11 feticismo sta alla Natura); l'altro ò Il rinascere, sotto forme poco nuove, fuorchè nelle parole, della fllosof\a splrltualida, o specialmente di quella varietà non ancora r.os\ screditata come lo altre, che si chlnma idealismo. F: giusto faro questa distinzione? . . . JI positivismo, cioè quella fllosofta che si sforza di procedere sempre insieme alla scienza, ha avuto un torto non piccolo \'Orso lo spirito umano (le parole essendo in numero molto minore delle cose, bisogna che lo adoperi la parola "spirito" senza preoccuparmi per il momento rtegli equhocì che possono nascere), col voler sacrificare alcuni dei suol bisogni tutt'altro che trascurabili, soltanto porchò certi 8plriti eletti sono rlu• ecltl talvolta a farne di meno. Sinehbo come chi volesse negare a tutti gli uomini ogni soddiiJfazione artistico, soltanto perchò talvolta gli sclenzlali 1 a furia di spe– cializzarsi (come è accaduto a Dando sul fluire della sua vita, e come deplorava egli stesso), finiscono col non sentire più Il fascino ed il bisogno dell'arte. lla non ò perciò dimostrato che tali bisogni debbano di,•entaro inslgoiftcanti per tutti, nè che si possa ritenere che vol– gano verso U tramonto 1 qu'lndo Il vediamo conservati, anzi svllup11atl in forme sempre più puro ed eievate 1 anche noi più grandi ingegni del nostro tempo. Higuar,lo al problema religioso, l'errore ciel positivismo ò nato principalmente dall'averlo studiato quasi soltanto nelle sue origini, ed, in seguito 1 dall'a\'er creduto che ba– stasse decomporlo nei suoi element1 1 presso le coscienze più volgari o meno disiuteressate; cosa utilissima anche questa, ma che non equhale precisamente allo studio completo del sentimento religioso, quale esso si tro\'a già formato nella società moderna, specialmente nelle menti più elevate, dove sarebbe pur conrorme a giu– stizia di andare· a cercarlo. Da ciò ò venula senz'altro una sentenza di condanna; senza pensare che nello stesso modo si potre:bbe condannare la Chimica, perchò ha avuto origine dagli errori dogli alchimisti, o l 1 Astro– nomla, perchò si ò iniziata coae 1►retose degli astrologi. Di più, anche all'infuori dell'argomento genetico, il posltl\'lsmo ha ,•oluto arrogarsi Il diritto di condannare anche In nome della Sclenu; senza pensare anche qui che In nome della Scienza sarebbe meglio lasciar par– lare gli scienziati. La sentenza do! 1>ositi\'ismo è vera– mente d'accordo col giudizio degli uomini di scienza!' Per avere una risposta serena, bisogna studiare la si– tuazione In cui si trova la scienza di fronte alla rei!• gione lu paesi diversi. In nessun paese si ò avuto nel secolo decimonono un progresso solontlflco maggiore che In Inghilterra. Ebbene, nel campo della F'lslca, cioè delht sclenzl\ 1>lùvasta ed universale, ecco che due geni di prim'ordine, Fttraday e J. C. Maxwell, sono ben noti per Il loro attaccamenlo alla redo (Il primo era anche mi . nletro di una piccola chiesa evangelica); e sono pur note le idee religiose di Stokes, Talt 1 8alfour-Ste,vart e tanti altri, mentre l'ultimo grandissimo tt~lco, ormai se– polto nell'abbazia di Westmlnster accanto a ~ewton, lord Kelvin, se non ha ratto esplicita adesione ad una data chiesa, non ha mai esitato nrt affermare IA. sua redo nella Di\'inità. Quanto alla Storia Naturale pro– J>rinmente detta, so si è potuto porre in dubbio, dopo la sua morte 1 li teismo di Carlo Duw\n, malgrado lo suo o.~pllclto affermazioni in contrarlo, sono però ben note lo Ideo rt1ligiose dei due più grandi darwinisti inglesi cioè il Wallaco precursore, ed Il nomanes discepolo; nò di\'ersamente si potrebbe dire del cultori delle singole scie11ze 1 e specialmente della Geologia. Nei paesi inglesi bisogna quindi constatare come un ratto positivo, piaccia o non piaccia al nostri desideri personnll, che il sentimento religioso non ha costituito un ostacolo per le piì1 grandi conquiste flcientiftche i talvolta anzi è venuto in aiuto della Scienza. Citerò due fatti che semlJrano strani a noi popoli latini. Il prezioso lilJrlc– t'ino di J. C. Maxwel, intitolato .!fotter mul Jlotion, co~ì pieno ancora di germi fecondi per la scienza, quantunque non contenga nessun accenno relluloso, è stato pubblicato precisamente dalla Sociely fo,· Promoli11g Clwislim1 Kuo,c– ledgt di Londra. Piì1 recentemente la fondazione 11,-pstt. l•.'ly S,llim<m cli New llaven, volendo, in onore della sua fondatrice, 11 illustrare la sapienza di Dio, quale si ma– niresta nel mondo fhico o morale 11 , Iniziò un corso di lezioni, nelle quali venin e!lclusa o!lpressamonte la teo– logia dogmatica e critica, o .sldovevano Invece scegliere gli argomenti nel campo della scienza e della sto1·ia: J>rlmo frutto dì tille inlziatln ò stato il libro ben noto t1ectl'icify ami. Matter dell'illustro fisico J. J. 'fhomson, nel quale le idee più moderno od R\'anzato nel campo della sc!enza sono esposte senza nessuna allusione alla religione. Ben diverso ò il caso nel paesi dovo la religione pre– dominante ha per carattere fondamentale l'immutabilità, come ò consacrata per la Chiesa caltolica nel Sillabo di Pio IX o nella sua più recente conforma. Allora non può O!-Jsero altro che un'Illusione lll eperanza di una evoluzione della Chiesa, la quale non potrebbe piegar– visi senza rinnegare tutto il t1uopas1mto e compiere un vero suicidio i senza togliere ogni regione alla sua esi– stenza di rronto alle altre chiese, od ogni base alla sua vigorosa compagine di forza conservatrice per eccellonza. Qui, mentre la scienza di necessità progredisce, la reli– gione sta ferina, o segue ben riluttante cd in ritardo qualsiasi progresso; per out si produce inevitabilmente, primo. un distacco, poi un contrasto, ed Influe una i::uerrn aperta tra di loro, corno ò lnevitalJile tra due personalltù che hanno un linguaggio o dello idee (tal– volta perlloo degli abiti) che ap1uartongono a secoli di• versi. Se c'è qualche eceezlonc, ò più apparente che reale, perchè ei tratta di cosci1nzo cattoliche cbe non vanno In fondo alle loro Idee, e profcs,ano in realtà un cattollciemo arbitrario, che non ò quello della Chiosa romana. lo ogni modo, sono eccezioni i e ci sarebbe fora'anche da dire intorno al \'aloro rea lo di certa scienza cattolica, che sa farsi molto bene la réclame, ma non contribuisce quanto si crede al progresso della scicnzR. Almeno novo decimi, di quanto si ò scritto in nomo della scienza contro la religione, ò stn.to scritto in realtà pensando alla Chiesa cattolica; Hotto questo aspetto, o por tutto le reazioni ch'essa provoca, si può ben dire che Il cattolicismo è oggi Il ph'1 grande oi,tacolo fra1>– posto al sentimento religioso. f;, so ,·enisse il giorno in cui l'anticlericalismo pas3a~se dallo forme verbali a quelle pratiche, esso potrebbe ancora foggiare col seu-

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