Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

108 CRITICA SOCIALE nlimc11ttìl'i e ccoHornichc del proletariato, è tale da imporre una rettificazione dei critcrì do1ni11anti nel– la Jotl:l antialcoolista, almeno a coloro che non ab– hiauo un partito preso, e non ricusino di modificare un convincimento quando la ragione e i fatti lo esi– gono. Quali obbiezioni si possono muovere ai concetti che ho esposti'! La forza d'inerzia delle opinioni dorni– uanti è senza dubllio l'ostacolo più grave, ma di essa naturalmcnl.e non discuto. Vediamo le altre. La più comune, e a mc stesso fu fatta molte vol– te, è che bi~ogna proibire del tutto l'uso dell'alcool, per ottenere che non se ne allusi. Con questo critorio, pero, Uisognercbbc abolire tut– te Jc medicine, perchè in dosi molto superiori alle 11om1i.lli riescono tossiche: bisognerebbe sconsiglia– re ruso d.i una bistecca, per la ragione che quattro 1anno indigestione. L'oJJbiezionc C dunque assai debole. Viene però rarforzaLa da alcuni con delle considerazioni di op– portunità. molto cliscut.ibilc. Si dice che la propagan– tla di u11a uorrna igicnicu non è un'csperieuzu d1 làboratol'io; che, per far capirn alla massa popolare un'idea, bisogna semplificarla; clic le co1nplicazioni e le diverse laccie d1 uHa verità devono essere ta· ciule, fuori dcH'ambicnte scie11Lilico,se si vuole rug– giun,.,ere uuo scopo. Francamente, questo sistema di abbigliare la ve– rità ad t1s1wL del1mi11i, questo sistema da auguri che si stl'izzanu l'occhio <Jua11ùo pal'lano ai 11011 iniziati, rni van:: un re.siduo alavico, che la. menta,ità di moll.l, anche soc1alisti, conservn, dai tempi dei pa– temi Go, cmi. Al popolo 11oidoUhiamo la. verità, non la vcl'ita co111ezw11ala per il successo momenLaneo, ma fa YCrita co111plcta. Emilio Zola diceva che il metodo di dire sempre la \ùr1tU è uucor::i. il 111ctodo migliore, !Jercllè essa, 1n·ec1s<.1111e11te perclié vera, Ila in se una forza lenta, nia irresistibile, che tiene alla suà ::.tcssu naLurr1. Ce1·to, oggi, a ripc1cr qucs.te cose, si passa racii– rneute per j11geu11i,si corre il rischio di tar ridere 1utti i mùdernissìmi seguaci delle numorose neo• lìlt•solie, i quali, a turia di ,:?ridare che la scienza è inutile, clic il metodo sverimcmale positivo è falso, die la logica e il razionalismo sono dannosi, credo– no di aYer distnitLO sciem.a, metodo e ragione, e di a,·c,· 1·e: $laur.uo il credito <lc-11(' loro ubbie inetafisiche e isteriche. !\la ai111cno noi socia.listi donenuno reagire e ri– cord:nci che i partiti avanzati, i quali tanti ostacoli e-s1c1·nidevono i:-upcrarc ucllc resistenze tlci partili cii conservazione, tanla. fntica devono spendere per un lavoro di organizzazione, di educazione, di cle• ,·nzione spirituale delle masse popoJari, traggono la !on:>forza precipua e la garanzia ciel loro avvenire clalla ,·c1·i1ù.sostanziale su cui riposnno i loro po– :-.t ulati: verità scientifica e wnana. Se manca questa fcùe nclkl forza di espansione della verità, l'opera resterà sierile e vana. Come nelle grandi ouestioni politiche ed econo– miche, anche nei problemi dell'istruzione, dell'igie- 11ce della fisiologia. sociulo, H partito socialista deve tenersi in contotto continuo colla scienza e colla ' verità. FILIPPO i.USSANA. Jn sostan1.a il chiarissimo prof. Lussana, la cui competenza di fisiologo ci guardiamo bene dal di– scutere, tende a mettere, con questo articolo, qual- che goccia d'acqua nel.. .. vino degli antialcoolisti, e potrà darsi benissimo che abbia ragione. Diciamo dubita.tivamente 11 pot1·à darsi,,, perchè, anche dì fronte all'1rntorità dello scrittore, e degli altri studiosi che egli cita - autorità cui fa da con– trappeso, come egli onestamente coufeasa, quella di altri che pernrnno e sostengo110 esattamente l'opposto noi, per conto nostro, rimaniamo degli abolitori in– lransigenli, e per un doppio motivo. li primo sorge dalla esperienza nostra personale e di numerosissimi amici. Con noi, quasi tutto il nostro entourage è, da gran tempo, diventato a1:1temio 1 e se ne trova benissimo. Cento volte abbiamo sperimen– tato su noi stessi che l'uso limitato degli alcoolici ci produce un danno .... limitato, com' è naturale. I~ potrà. essere che la. verità. in t)IIeSta materia non sia unica, e che gli effetti sia.no diversi a seconda dei temperamenti, dello abitudini, della. qualità degli alimenti ingeriti, del genere di vita che si conduce. 'l'utti hanno sperimentato 1 per esempio, che piccole dosi di alcool sono meglio tollerate, e forse benefi– che, quando si associano allo sforzo muscolare. .:\la \'i è un altro motivo, di cui ci sembra che il prof. Lussana faccia troppo buon mercnto, e che ha un volorc prngmatistico non indifferente. Praticamente, quando si tratta di analgesici, di inebrianti, ecc. (alcool, tabacco 1 morfina, e simili), è più facile, e piit sicuro, smetterli che limitarli. Non si tratta di ·ingannare le moltitudini, si tratta di aiutarle a liberarsi da un vizio, nel modo migliore: che è di tagliare alle radici. Certo, se il consumo individuale non superasse in massima il mezzo litro quotidiano, la propaganda autialcoolista. non sarebbe sorta. Sorta per i motivi gravissimi che tutti sanno, essa otten~ forse che il limite del mezzo litro sia rispettato dalle grnndi masse, se predicherà l'astensione; se predicherà il mezzo litro, hi linea della resultante sarìl molto più in là. Facilis descensus Avenii. In questo tema il concetto " chi troppo vuole nulla stringe 11 non ci sembra ap• plicabile. La C. S. LAREAZIONJ~ DELPENSIERO Pili pericolosa della reazione politica, la quale st reggo soltanto colla forza, ma si sente sempre minac– ciata da ogni risveglio di vitalità, è la reazione del pensiero. Polchè essa intacca lo menti più istruite ed avvelena le sorgenti del progresso i corrompe ranima di un JlOpolo non già negli strati inferiori, necessaria– mente poco evoluti, bensì in quei centri superiori della psiche sociale, dove si accumulano le energie direttive create dai secoli. Il pericolo è forse più grande in Italia cho altrove, percbè qui piì1 che altrove ò visibile il risvegllo di forze nuove, che cercano di liberarsi dal passato, e di rendere la vita italiana più fattiva e crea– trice, malgrado le resistenze che vengono dal Governo, dalla scuola e dalle disparità regionali. A niene oggi nel campo del pensiero un fenomeno di reazione, che non è facile di racchiudere sotto un'unica formolo, o di abbracciare come un complesso omogeneo. )la qualunque ri~ercatore del vero ne riscontra ogni giorno ed in ogni campo i molteplici tentativl 1 che ri– vestono quasi sempre forme subdole, le quali tendono a far pa,.,sare come un ardimento innovatore ciò che non è, e non potrebbe essere, altro che un ritorno verso il passato. Oggi è un atteggiamento di modernismo re– ligioso, domani ul1 tessuto sottile d'idealismo verbale,

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