Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

CRITICA SOCIAl,E 103 La p'tima proposta si riconnette n _un dibattito 1 che già si svolse nel precedente Congre!ISO di Stuttgart, In– torno alle relazioni tra i Sindacati e i partiti politici. Il movimento cooperativo si sviluppa incessantemente in alcuni paesi i e molti socialisti dosiclornno ormai di conoscere le direttive e le vie migliori per incamminarvi le loro giovani organizzazioni. Le Cooperative devono 01nere neutre, indipendenti dallo organizzazioni politiche, unite ad esse da un legame 1iersonalc, afflliate al par– tito? 'l'ali g\l aspetti diversi del problema. La seconda questione posta all)ordine del giorno ò di grandissima attualit:t. La classe operaia è ap1>ena uscita da uua crisi tremenda, di cui soffro ancora le ripercus– sioni; e l'idea rlei proponenti fu certo intesa a promuo– vere chiarimenti sulla portata rlei rimedi che furono finora adottati nei vari paesi, a ricercare i più efficaci, a rar couol!cere le proporzioni della disoccupazione, il come fouzionano lo Casse sindacali, municipali, e di– verse, e Patteggiamento dei poteri pubblici di fronte al periodico disastro. Non ò chi non scorga In profonda significazione e la implicita eloquenza del terzo punto: arbitrato e disarmo. C'ò tutto Il problema del militarismo, o specialmente la questione di sapere come e in quale misura i partiti socialiJti e lo organizzazioni operaie possano sperare di imporre alla borghesia il giudizio arbitrale invece del ricorso alla forza, il disarmo invece della guerra. 1 par, titi ::iocialisti dello varie nazioni avranno dunque il do– vere di dire quello che essi abbiano fatto in questo campo e quali siano le loro speranze por il domani. Insieme dì questioni complesse ò quello che si rac– chiudo nel quarto comma 1 a proposito del qualo sombra che Pattonzionc maggiore del Congresso sarà. data all'e– same delle varie legislazioni concernenti l'assicurazione sociale. Si tratta di dimostrare quali miglioramenti delle condizioni di vita dei lavoratori siano riimltati cli!lln np• plicazione dello di\•erso leg!!l'.ioperaie, por giungere al riconoscimento della superiorità di questo o di quel si– stema legislativo, ponendo mente altresì agli sforzi com• piuti per giungervi. La discussione del tema relativo all'al>olizione della pena di morte si impose all'Ufficio internar.ionale cli Bruxetles 1 da un lato perchè lo zari•mlO si è t1barazzato e continua ogni giorno a sbarazzarsi dei suoi a\'Versari politici mandandoli a morte, dalraltro perchC la piccola borghesia francese si ò gettata in braccio alla stolta illusione di potei· arrestare o diminuire la criminalità f1\cendo lavorare la ghigliottina, nel medesimo tempo che lascia immutate le condizioni economiche presenti, le quali sono la catisa prima e le grandi produttrici della criminalità stessa. Il sesto e il settimo punto importano argomenti assai rilevanti di procedura. Infatti, come effettuare, con la massima rapidità, in cnso di minaccia di guerra, per osempio, la deliberazione di Stuttgart? Quale procedura l'accomandano, a questo riguardo, i di\ •er.ii Segretariati o le Direzioni nazionali? Quale ò il miglior modo di riunire, d'urgenza, soccorsi nei casi di conflitti gravi tra il capitale e il lavoro (pensate al frmnidabile lock-out di Svezia, antecedente allo sciopero che no rn l'inevita– bile reazione)? Come si possono documentare i giornali operai o impedire alla stampa e allo agenzie ufficiali di nuocere al movimento con informazioni tendenziose? 'J'utte le Sezioni dell'loternazionale sooo Inoltro invi– tato a redigere Relazioni monografiche sul movimento politico o sindacalo e cooperativo del loro paese. Spe– riamo che l'Italia socialista, la quale ha diritto ad es- sere rappresentata al Congresso di Copenhaghen da quindici delegati, provveda anche a quest'opera, che servirà a far conoscere e apprer.zaro, secondo il giusto valore, il nostro movimento, di cui all'estero si ò lungi dall'avere una nozione esatta. Il Congresso di Copenhaghen sogncr?~ senza dubbio una <lello tappe più notevoli della mnrcia socialista. Esso verrà dopo le elezioni francesi o dopo quello belgbo; e auguriamo che possa registrare altro due grandi ,,ittorie. Comunque, non fallirà alla constatazione dei progressi immensi e meravigliosi che in ogni pae:1e ranno l'organizzazione socialista e quella proletaria; e sarù, ud ogni modo, suo imperituro titolo ili onore so– pratutto il dibattito contro il militarismo e contro la guerra, che costituiscono l'ostacolo più grave e terribile all'avA.nzata dolla democrazia socialista o del proleta– riato. Copenhaghen completerà, a questo prop0Jito 1 il discorso di Stuttgart ! li proletarinlo belsn alla vi2ilia delle elezioni. Parecchi Parlamenti europei sono in crisi: in Jnghil– terra, in Uagberia 1 in Grecia, iu Italia. In vari pae.il lo elezioni sono alle porte. La stessa Inghilterra è 1ni11ac– ciata dì nuove elezioni 1 a distanr.a di pochi mesi da quelle clit.morose del gennaio. In Franciit. e nel Belgio i partiti si preparano rebbrilmente alle elezioni generali dell'aprile e del maggio prossimi. Sembra cho dapper– tutto incalzi un processo rapido di rinnovazione politica e sociale. ~uove esperleur.e albeggiano; se ne respira già. il sentore, diffuso per l'aria. VedillmO il rinnovamento, operatosi senza chiassi e senza 1·éGlame1 ìn uno dei paesi che si ò considerato come condannato a rimanere chissà per quanto tempo ancora alla mercò dei conservatori e dei clericali. Che cambiamenti ci rivola, in\'oce, il piccolo Belgio! Venti anni addietro 1 come scrivo Vandenelde, la Destra cen– sitaria non ave\•a, alla Camera, dinanzi a sò 1 che tre dozr.inc di liberali i ma lo sciopero generale era nella strada, la sommossa batteva alle porte del L'arlamento, e, malgrado Woeste, il ,,aticanista pili vero o maggiore del Belgio, il ministro Boernaert dovette conceclere la revisione. Dieci anni or sono, i cattolici, in numero di un cen– tinaio, opponevano la " fornsta nera II dei loro Collegi alla Sinistra radicale e a quella socialista. l\la ancorn, malgrado Wooste, Beernaert, di fronte all'agitazione ri– voluzionaria dello masso, si fece il principale artigiano della proporzionale. Oggi la ,: foresta nera ,, ò decimata. La Destra e la Sinistra oramai si bilanciano. ::ii può dire che I clericali nou abbiano più che il potere amministrativo; il potere politico è loro giù. sfuggito. La democrazia travalica da ogni parte i a tal punto che, per la prima \'Oltil, Wooste non è piìt solo. Beernnert è, alla fho, al suo fianco. La battaglia sembra veramente decisiva. Una domi– nazione di cinque lustri ò sul punto di tramontare, mi• nata profondamente dallo sforzo incessante di trent'anni di lotte proletario, e dal\ 1 opera lenta, assidua 1 quotidiana della educazione economica del proletariato belga nello suo organizzazioni di classe e nelle Cooperative di\'enute tanto potenti. La II Casa del popolo ,,<lillruxelles, ad esem– pio, che si irradia tutto all1intorno 1 conta da sola ven– ticinque mila famiglie o fa sei milioni di affari all'anno. E 1 nel medesimo tempo, si sono affermati vittoriosamente il movimento sindacale e il movimento mutualista. ì-:, dunque 1 tutto un substrato vivo di forze sane e fecondo, che assecurano vittorie durature al proletariato:

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