Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

CRl1'1CA SOCIALE lOl concreto, e invece non fai cbo considernre in modo sin– tetico il lavoro; tu non sem1Jlif\chi; ria~.<mmi soltanto. E mi spiego: Propaganda? se n 1 ò fatta o so no fa ancora i ma in Jtalia siamo cosi: a 'l'lzio par eccellente la propaganda ratta da lui; di quella ratta da Caio rido o dice corna, e professa l'opinione che meglio Rarebbo non rame. Manca sanziono di direttive deciso collettivamente cla organi che non siano auto -organi. Una massa di gente facilmente scettica - o sono pubblicisti, legislatori, mo• dici - se non si dichiara arcii:1tufa della ))rOpaganrla antitubercolare, ò soltanto perchè è abbastanza prudente <ia riconoscere la J)ropria ignoranza al riguardo. Ciononostante, propaganda si fn; e bisogna riconoscere ohe nessun centro di propaganda può gareggiare coi Di– spensari prof\lattlci. lo cito ql1ello di Bergamo, non pcr– chò sia diretto da me, ma perchò il Corouno o lo J)rin– oipali Jstituz'ioni cli quella città. banno riconosciuto noi Dispensario l'orgauo competeuto al sussidio, alla sorve– glianza e all'educazione dei tubercolosi, tro funzioni molto connesse fra loro. La casa! Ma chi non sa che l'ardente ed urgente que– stione della casa è il nòcciolo di tutto le altre attinenti alla tubercolosi? Ma, a parte cho questo nòcciolo è assai duro anche iute.so nel ristretto son.so odili7-io od econo– mico della parola (tant'è vero cho non si riesco a deglu– tirlo nonostante In gran fome o i grandi sforzi affannosi - fame e srorr.i che parrebbero da soli, anche semm lo preoccupazioni antitubercolari, dover riuscire a qual– che cosa di concreto); a parto ciò, dico, mi pare che il problema della casa sia qualche cosa come .... il problema dell'igiene tutto quanto, oggi cho l'uomo vive e dC\'Ovi– vere in una casa. Parrà che io esageri; eppure no; date pure una bellissima casa nuova, nrieggiah, soleggiata, ben provvista d'acqua, ben fognata, e non assicurato la conoscenza e l'osservanza abitudinaria (questa forma– zione ulteriore) di tutto il complesso di regole igieniche, e saremo daccapo. Ben vero cho la casa sana è un elo– roe11to educativo; ma solo ,m elemento. Poi viene la spedalizzazione: e ti par poco? Già so che tu non sei, come il nostro Pioraccinl vorrebb'esscro, un intornatoro di tisici in salo ospitaliero; da tropJ)e di questo esce al pubblico la periodica imprecazione degli ammutinati! li decorso della tisi incurabile è ancora cosl lungo, a tappe illudonti 1 che non si può immaginare l'isolamento di questi tanto numerosi ammalati por anni ed anni. Sia bene o male, il bisogno psichico in genero, affettivo in Ispecie, rap1nesenta troppa parte della no– stra vita, perohè il malato di tisi el addo1:1si,per la bella faccia dei sani, la croéo di reietto vita natural durante. Spedalizziamo pure largbissimamente, ma ancora non avremo cancellato definitivamente il tisico dalla vita famigliare o sociale. E allora tornano, di necessità, in campo nsslstenza ed educazione per malati o sani (l'opera dol Dispen'lari); o la gravezza della con<lizione creata dal tisico e al tisico incurabile porrà in luce viva l'impor– tanza della diagnosi CO!!idetta precoce per una cura capace dl guarire - polchè, gìà 1 questo desiderio cli guarire sembra piccola cosa ai consideratori d'interessi generali, ma è una molla che non perde la Rua forza elastica, e di cui bisogna pure tenor conto - o allora la &pedalltà curativa a tipo sanatoriale 1>roo<lerà. il so– pravvento sulla spedalità a. tipo assistenziale. ![a a ciò dovrà concorrere tutta una trasformazione nel costume della prores11ione medica, cloò a dire aocbo una grande trasrormazione dei suoi interessi proresslonall. Nou ò un'Inezia, no convlonl. Dunque: pel malato 1>iÙo meno grave la spcdnliz– znzio110 è una noccs:jiti\ che non elimina l'assistenza curatiro-pronlattica a domicilio; pcl guaribile - dico 1 • pel guaribile 11 - il Sanatorio ò una necessità non meno forte (e non piì1 costosa, se noi confrontiamo costo o risultati di ona cura sanatoriale o di una assistenza ospitaliera de,:enle); tale necessità sarà sentita sempre pili col diffondersi della cultura i la cultura antitubor– cohue1 che non può essere avulsa dalla cultura igienica in scuso lnrgo, è un bisogno sociale; ma tu sai che la predicazione igienica. non agisco a breve scadenza. So la tua bacchetta magien crcertL, per contagio di buon \'Olero, i conto uomini, ,·uoi dire i cento oratori, di buono zelo, snrà un bel fatto; ma io temo che tu Yiva un po• chino fuori della realtil. quando sei così ottimista. Le Camere del ln\'Oro o lo Leghe non mi hanno l'aria di occuparsi seriamente di tubercolosi; io, in materia di tubercolosi, conto più - per ora - su una po,·cra donna che su due operai cosicletti C\'Oluti. Sono certo invece che la propaganda antitubercolare si ft~ più suggcsth·a, piì1 diffusa, pii1 solicta, piì1 pene– trante, collo scuoio all'apertJ, colle colonie alpino o ma– rino1 coll'opera dei medici scolastici, coi Cor.ii di Eco– nomia domestica, colla. distribuzione di opuscoli sulla tubercolosi, con tutto il lavoro complesso del Dispen– sario; lavoro di cui lo confereuzo sono unn parto - il Dispensario di Oenova, d'accordo coll'Uni\'Orsità Popo– lare, 110 dà. l'esempio - ma che sopratutto mirn a rac– cogliere gli clementi cli fatto precisi, appurati, per una a1.ione informata, per una propaganda decisiva, a seconda delle diverso localitiL, o per In mise (lit poi,,t del problema tubercolare nella sua complessitì~ di frooto ai privati ed agli Enti pubblici. Le diverse ini:liati\'e particolari, che a te sembrano dispersioni d'energia (e in qualche parte potranno anello essere taliJ, n me 1)aiouo le membra dell'organismo an– titubercolare, effettunnti un lavoro che non va punto perduto 1 un lavoro svariato che rientra nella catcgoriz. zazione da te affacciata, che anzi costituisce la sola parto tangibile dellt1. medesima. La. colpa, dunque, uon snrobbe nel troppo affK.cciare, nel tropJlo volere - nessuno in pratica. può volere più di te, che condensi in poche parole il desiderio del tutto -; la colpa è nel non rar nulla. Sia detto una buona volta che v 1è In Italia una II Lega contro la tubercolosi m a cui no~suno ebbe il coraggio di raro il certificato di morte: essa non ha la virtù del vh·ere, nè In benemerenza d'esser mortn; non fa e Im– pedisce che venga ratto. In questo stato di cose - flncbò manchi da noi Por– ganizznziono direttiva di un rorte movimento nazionale o regionale antitubercolare - stimo non solo o.ltamonto lodovolo, ma anche utile eJ opportune, ogni forma di lottn sociale contro la tubercolosi - dnl piccolo padi– .1Clioned'isolamento agli studi di terapia scientiflcn, /lai Sanatorio allo pneumotorace, dal casellario delle abita– zioni all'agitazione por l'assicurazione operaia - purcbè derivi da una decisa attività. pratica, afformantei.l per forme sincere cd attuabili; poichè il ratto compiuto, anche minimo, anche so,·ercbiato clall'ingonte bisogno, è la miglior prorn cli fode, è il più vivo faro di cultura, ò In miglior preparazione di forzo e di digniti\ allo con• quistc graudi 1 pur troppo non \'icine. Tuo FAlHUZIO :ll,H'FI, La Critica Soeialo e il 'l'cmpo: per l'Italia, mmo L. 22, semesfre L. 12.

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