Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

CRITICA SOCfALE di acqua pobtbilo, e che di quel maggior \'alore go,Jono incorpornndoselo. Rì citlcola infatti dall'agente delle imJ>0ste che, dall'ultima 1·0,·isione ad oggi 1 il 111aggio1· reddito delle 11hitazioui 1 eccedont.o il terzo prescritto dalla leggo, ammonti a circa 10 milioni annui, ciò che, a un interesse del •t por cento, rappresenta un maggior valore capitale, acquisito dagli immobili, di 250 mi• !ioni. Perchè que~to capitale. fornrntosi senza nè sudore, nè rischio, nè opera. persona\P direttiva, nè iniziati\'H, uè astincn7.a <lei proprietari singoli, ma prodotto dallo sviluppo della po1>olazione, dalla maggior ricerca cli abitazioni, e dalle opere costose del Comune, non deve esser chiamato a. contribuire alle spese pubbliche in forma continua e costante, 11011 appena abbiit cominciato a formarsi? Pcrchè non debbono poter trovare i Comuni, in riuesto capitale che James Stuart Mili chiamava u11e<tr1telt iucremenf, plusvalore non meritato, i mezzi pe1· costruire case popolari a buon mercato? Oggi q1rnlchc Comune italiftno può, è vero, appli– care la tassa sullo aree fabbricabili, che ha appunto il molteplice scopo di confiscare il plusvalore dei terreni fahbricabili urhani - plusvalore, che è però, <lato il meccanismo della legge, prcslinto - di pro– vocare una nu1ggiore offerta di terroni sul mercato e quindi di ahbassarne il prezzo, di costituire una fonte di reddito pei Comuni, di permettere a questi di costitnil·si un demanio delle aree espropriando le stesse nl prezzo denunciato dal J)roprietario ai flui della tassa, denuncia, dice la legge, valevole per il tcrniinc di 25 anni, ma l'idotta a 3 anni dal Comune di ,\lilano; ma dO\'e trovano i Comuni i mezzi per pagare questi terreni'? Essi hanno, sì, i mezzi legali, se vogliono usarne con cncrg-ia, ncll'intere..;se dell!Lsola collettività, senza riguardi pei prirnti pro1H·ietari, e per gli speculatori tlui terreni, ma non hanno i capitnli disponibili. Ciò è così vero che, recentemente., il consigliere comunale di )lilano, prof. G-ohbi, cosi scriveva nella Relaziono sul bilancio preventivo per l'anno 1910: 11 Si ò dovuto riconoscere che il programma della co– stituzione di un largo demanio comunale di terreni, pure rnccomandato più volte anche da qualche membro della Commissione (Il Oobbi stesso, conservatore), urta, dato lo stato della nostra legislazione, contro gravi difficoltà. Oiacchè si tratttt di un programma che spiegherebbe tutta la sua omcacia quando potesse veramente venir attuato In grande, rendendo il Comune arbitro doll'nttuazione del piano regolatore edilizio, per concentrare le costru– zioni in determinate zone, ridurne cosl la spesa per lo sviluppo dei pubblici servizi, ed ottenere un più sensi– bile contriliuto a coprirla sul maggior valore procurato dalle aree proprie. )la, per questo, i Comuni bisogne– rebbe che a,•es!lero una larghezza di mezzi, che non è loro consentita. " 'l'auto che, anche la facolfà di espropriazione, accot·– dalci i11 co1111Pssio11e coll<t tassa sulle aree fabbricabili, 11otrù fl11irecui risolversi in w1<i dichiarazio11e platonica. u Eti~a riuscirelJbe danero efftcace, quando fos11e san– cita la norma chiesta dal Congresso delle Società Eco– nomirhe1 teuuto in Milano nel 1906, nel senso " che il pagamento dell'iu<lennità o del prezzo, per i terreni espropriati od acquh1tati amichevolmente, possa farsi dai Comuni mediante titoli nominativi o al portatore esenti da imposta di ricchezza mobile, fruttanti l'interesse netto del 3,n, 01 0 all'anno, e ammortizzabili in 90 anni, prov– vedendo al trasferimento sui titoli nominativi dei diritti d'u11ufrutto, d'ipoteca, ecc. 1 e imponendosi ai Comuni di estinguere, in caso di ,·endita di terreni, tutti i titoli per un valore nominale pari al prezzo ricevuto dalla vendita.,, Ma le famose cartelle edilizie sono ancora una felice espressione dell'on. Luzzatti. Certo è che, teoricumente, per impedire che, sul valora del suolo urbano, che è, pel' così dire, pura• mente sociale, si eserciti la speculazione e si goda dài proprietari privati il plusvalore, il suolo stesso dovrebbe essere e rimanere proprietà della colletti– vit:ì.1che lo concede in uso, dietro un correspettivo, ai privati per un determinato periodo di tempo. Ma, poichè questo oggi non è, non rimano altro mezzo che quello, suggerito dal Mili, dal Wallace, dal George, di assorbire, con una imposta complementare, l'in– cremento immeritato del valore delle aree edilizie vacanti e fahbricate, entro il perimetro della città od il piano regolatore di questa fissato dai Comuni. 11 j.~ la sola soluzione possibile - scrive il Flora (l) - noi paesi vecchi, nei quali il riscatto attuale dei ter– reni edilizi riuscirebbe troppo oneroso per la finanza, salvo che il riscatto non si facesse con l'obbligo della devoluzione in capo ad un secolo (i Comuni e lo Stato potrebbero ora, con L. 79 1 80, acquistare una casa del valore di 10000 lire, che verrebbe però consegnata loro fra cento anni}; sistema praticamente inefftcace, ma in– torno alla cui legittimità non riteniamo po~sa sorgere dubbio alcuno 1 sebbene tale non sia l'avviso dello Smart e dell'Einaudi, per i quali Il sistema ò una semplicecon– "{isc(l1 quasichò si potesse dire tale la restituzione o l'ap– propriazione di un valore, che tutti riconoscono creazione esclusiva della società o la cui usurpazione da parte del privati è inoltre socialmente dannosa. 11 Dunque, assorbimento del plusvalore sulle aree fabbricate, e politica delle aree non fabbricate, per costituire un demanio e assicurare al Comune il plusvalore che su di esse si verificherà in avvenire; ecco i due poli sui quali dovrebbe aggirarsi la po– litica dell'abitazione dei Comuni per trovare i mezzi per promuovere e facilitare la costruzione di abita– zioni per i bisogni nuovi non solo, ma anche in so– stituzione delle case vecchie, nelle quali si accumula la povera gente. II. Come si applica l'imposta sull'incremento di valore del suolo urbano in Germania. 1° ~ Il nteccanismo. Non vi è ormai pill alcun dubbio sulla illegittima usurpazione, <la parte dei privati, del valore creato dalla collettività sul suolo urbano, sui danni che quella usurpazione apporta alla societìt e sulla legittimità di una imposta che si proponga di assorbire quel valore. Senza dilungarci a citare esempi che si trovano a josa in tutti i trattati di scienza delle finanze e nelle opere speciali (2), è dimostrato che l'aumento di popolazione, ed i lavori pubblici fatti col la\'oro e col capitale della comunità, producono l'aumento del v,Liore e della rendita delhi terra, indipendente– mente dal capitale e did lavoro privato; la comunità ha quindi, indubhiamente, su questo incremento 1 lo stesso diritto che hRnno gli individui su ciò che producono il loro lavoro e il loro capitale indivi– duale. Non solo i socialisti, come Proudhou nelle ldées 1·évoluliannaires, constatano questo giaco· di pampa aspirante del valore del suolo urbano prodotto dai ( 1) Ma111111/e delln scJe11:adelle f111trn:u. Livorno, Oh1st1. 190~, fJRS',8t2. ( 1 ) \'eggasl, tra le altre, quella di J.'.1.HR11.10N°ATOLI: J,'impo1Jla su11'l>1cl'eme11todl VlllOl'e del sriolo 1wba11O. - ~·1orenza, edHore; Pa– lermo, 1908,

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