Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

CRITICA SOCIALE del demanio delle case, e delle tasse sugli incrementi di valore dei· terreni e dei fobbl'icati mhani. Poichè il circolo ben chiuso è pur sempre questo; il capitale privato non si investe nella costruzione di case popolari igien'iche, se non è sicuro di ritrarre l'interesse che possono assicurargli gli investimenti in altre industrie, o qualche cosa di più 1 e non mai di meno; in queste condizioni il fabbisogno non viene soddisfatto con sufficiente rapiditìt e le case si mantengono 1>er l0, clomantla eccedente l'offerta, trOjlpo care per la classe operaia; quindi, essendo neJl!intercssc eco110111ico della collettività, e per essa. elci Comune, che la popolazione più povcm abiti in case iyieuiche per non dover impiegare in altre forme di· assistenza (spedalità, ricoveri per rachitici 1 sussidi agli orfani e alle vedove, ccc.), il denaro puhblico, ne viene di conseguenza che il Comune, insieme ad altri Enti che possono contentarsi di un minor saggio di interesse al capitale, debba intervenire, indiretta• mente o direttamente, nellu politica delle abitazioni, per colmare il deficit alle case esistentì 1 in rapporto al fahbisogno della popolazione. La questione si presenta oggi 1 come tale. sotto un altro aspetto, attuale, di fronte al progetto di riforma dei tributi locali dell'on. Sonnino, che avoca allo Stato la tassa di famiglia fin qui istituita e percetta da.i Comuni, dei quali costituiva un cespite di red– dito pit't che reale sull"oggi, potenziale pel domani, data la elasticità delPimposta per essere l'aliquobt suscettibile di variazioni nella progressività, e i red– diti suscettibili di incremento collo sviluppo della ricchezza del paese 1 e l'oggetto dell'imposta non toccando le radici della vita economica delle famiglie ma soltanto il superfluo. Sia o rron sia approvato il progetto Sonnino, i Comuni dovranno pur avere un compenso alla per– dita del cespite di reddito costituito dalla tassa di famiglia, che non può essere rappresentato dalla rinuncia da. parte dello Stato al canone sul dazio consumo, perchè, se le partite possono pareggiarsi contabilmente orn 1 cesserebbe l'equiparazione tra qualche anno. Infatti 1 supponendo che i Comuni non vogliano rincrudire le voci del dazio consumo, e si contentino del suo gettito naturale, non bisogna di· menticare che il dazio ha uu incremento naturale puramente aritmetico, cioè in ragione dell'aumento della popolazione, mentre ICl t:lssa. di famiglia. può crescere con una velocità maggiore, secondo che si sviluppa l'economia g(';nerale del paese. I~ neppure l'equilibrio sarebbe ristabilito perfettamente se si attribuissero ai Comuni le imposte reali su terreni e fabbricati, per la stessa ragione detta pel dazio 1 R11es11: SOSICll\llll 'dAI Comune per e cioè che questa imposta non ha Pclasticità 1>rOJ)ria della, tassa di fami,!!lia, cd è 1 inoltre, se aggravata 1 rìpercuotibìle sulle classi consumatrici di case, hen più rapidamente e sicuramente della tassa di fami– glia, la quale, fra tutti i halzelli, è il meno ripercuo– tibile. in quanto colpisco il reddito superfluo 1 e glo– bale, e quindi difficilmente scomponibile e rimbal• zabile sui consmnatori dei prodotti che diurno al rcd– dituario il profitto, al quale l'imposta ò commisurata e sul quale è pagata. [nfatti, oggi l'imposta sui fabbricati è pcrcctta in hase a. una revisione ormai antica sul valore tlei fabb1·icati stessi 1 e non muta fin che non si faccia u11:t nuova reviaione 1 la quale non può 1 evidente• mente, ripetersi ogni anno, salvo si constati che il reddito dell'immohile è aumentato di più che un terzo dall'ultima revisione. Ne ,•iene chc 1 finchè non ai faccia la revisiono - o per solito passano decenni - i redditi aumen– tano e sono pagati dagli inquilini e intascati dai proprietari, senza che ne facciano menomamente parte, in proporzione, alla collettività, che sola a quegli aumenti ha contrihuito, e quand'anche lo Stato intervenga ad ilumentarc l'imposta quando ai accorga che il reddito è cresciuto di oltre un terzo, il proprietario si snrii sottratto al contributo per tutto il periodo in cui l'aumento del reddito si è mante– nuto nella misura di un terzo o in misura inferiore, al disopra dell'antico reddito conslatato nell'ultima revisione e sul quale fu commisurata l'imposta. Dice infatti l'art. 62 del R. Decreto 29 dicembre 1889 che modifica il Regolamento 24 agosto 1877: 11 Quando il reddito lordo di uu fabl>ricato aumenti non meno del terzo, per cau~e con effetto continuativo, deve esserne fathl dichiarazione entro l'anno in cui l'au– mento si ò verificato. " Quando invece il reddito diminuisca non meno del terzo 1 per cause parimenti con effetto continuativo, il contribuente può farne dichiarazione nel termine fisso del paragrafo precedente. ,. 11~ questo runico mezzo che lo Stato e i Comuni hanno per farsi pagare i miglioramenti che portano alle città, con strade, pinni re,g-olatori, tramvie, edifici pubblici, giardini, abbellimenti, fognature, ecc.; mi– glioramenti che si traducono, per i privati proprie– tari di case, in aumenti di reddito dei loro edifici, cioè in moneta sonante pagata loro 1 sotto formR di affitti, dagli inquilini. Bcco, ad esempio, che cosa accade a Milano: .. , .,nnl demolh:lonl, ·•"" .... I ('0ntlullura Tolale Totale concorsi flJ)CrlUl'll di nuove ,·le, rctt11HL, cce. 1900 586 548 1901 542.096 1902 638.5&9 1903 637.493 l!l04 629.576 190[) G54.GOI 1906 808.469 1007 J.999.938 1908 2.506.909 Totale 8.434 360 I potriuuc 33.220 381.752 424.988 424.955 587 .225 GW.602 1.180.584 532.507 1.336.535 5f.ii7.368 rognatnr11 023.219 79&.067 946 458 7tl3.146 J.021.150 1.225 156 I .973.434 2.327 SI I I 907.329 1 l.992.i70 l.54'.!.987 1.718.915 2.010.005 1.845.594 2.237.951 2.555.449 3.9(ì2.487 4.200.256 5.930.863 26.004.507 53.in8 22.493 iF; 330 66.065 110.024 153.649 3\!0.785 396.&25 310.2H 1,51I.Fò83 :Hl.469 33.169 86.522 55..188 72.067 91.413 292.304 145.245 130.247 939.92,1 87.26i 55.662 I64 Sf:12 121.553 182,091 245.062 G13.089 541 iiO 440.461 2. -151.SO "i AllC &pelle 9,43 Il Comune non ha dunque ricuperato, dal 1900 I che vanno implicitamente a.d aumenta.re il valore al 191)8 1 che il 10 per cento çircll delle spese fatte degli immobili pl'i,•ati che fronteggiilnO le nuo,·d in opere che sono di necessità, e utilità 1,ubhlica, ma. strade, che son servite dalla f'ognatura e IH'Ovviste

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