Critica Sociale - Anno XIX - n. 21 - 1 novembre 1909

334 CRITICA SOCIALE oscilla e ondeggia in cerca di un proprio punto stabile, sballottato trn. correnti o sentimenti diversi e antiche avversioni e confuse Mpirnzioui per l'avvenire. Dicevo, tuttavia, che, da un certo punto di vista, la soluzione del vecchio problema dei rapporti fra il par– tito e i Governi, una soluziono dell'oggi, può e potrà essere agevolata dalla presenza della triade Briand-Mil– Iornnd-Yiviani al O0\'0rno della Repubblica. E ciò di– penderà principalmente dagli atti di questo Governo: ai quali sarà affidato di tranche1· la questione. Siamo dunque nel pieno di un esperimento, che si amerebbe chiamar decisivo: e da cui molta luce o grandi suggestioni potrebbero riversarsi sui partiti sociaiisti di altri paesi. Ma quali probabilità ha l'esperimento di riuscire? Oggi nessuno saprebbe <Ùre. È corno una trepida attesa e un'angoscia grande n<>gliuni: e, dì contro, la perma– nente e sistematica negazione degli altri, di quegli al– tri accampati ad un polo estremo del campo di batta– glia, donde la visione si smarrisce e non intravvede che gli schemi rigidi e giganteschi degli eserciti e delle cose. Certo, un fallimento della nuova combinazione radico• sor.ialista avrebbe l'effetto immediato di sospingere vio– lentemente le grandi maggioranze a quel punto lontano, almeno per qualche tempo . .Ma qui conviene usare lar– gamente dei criterì di relatività. Non il regime sociali– sta si attende dal Governo dei socialisti, ieri debita– mente tesserati; nè qualcosa cbo gli assomigli da presso o da lunAi. Non basterà cbo esso assicuri il libero svol– gimento delle attività politiche ed economiche del pro– letariato? che faccia approvare la riforma fiscale? che rechi in porto le pensioni operaie? che imprima a tutta la vita economica del paese un vigoroso impulso? che volga le cure precipue dello Stato, oltre che a questa rigenerazione economica, nella quale i lavoratori, mercè i loro sforzi autonomi e liberi, potranno tagliarsi una. parte sempre maggiore, alla rigenerazione intellettuale e morale del paese, penetrando vittoriosamente con la scuola - col monopolio dell'insegnamento, se occorresse brandirlo contro coloro che l'insegnamento di Stato In– sidiano, diffamano e combattono senza quartiere - nel vecchio cuore della Francia non ancora del tutto rivo– luzionata e rammodernata? Non siamo noi a dover rispondere. Sono i nostri amici di :Francia. Noi li ascoltiamo, li seguiamo nei loro at– teggiamenti, spiamo i loro atti.; per sapere alcun che sul conto loro. :Mafluora 1 come dicevo, nulla di deter– minato e di preciso. Ad ogni modo, ha molto valore questo fatto: che la medesima indecisione è comune a rirormisti e ad intransigenti. Non parliamo dei rivolu– zionari anarcoidi, che preferiscono sempre, sotto ogni clima, stare a cavalcioni dello alto e dense nuvole del loro dottrinarismo vagabondante fuor di vista dallo realtà umane. :Ma tutti gli altri rimangono perplessi, e con un gesto a mezzo. I rlformisti paiono meno rifor– misti; e gli intransigenti meno intranaigenti. Questi e quelli quasi si toccano in una zona intermedia, dove l'insoddisfazione dei primi, che vorrebbero prestµ,re al nuovo Ministero tutte lo loro ,febbri di aziono e di ef– fettuazione, si incontra con la meditata riflessione dei secondi non essere elemeuto trascurabile per lo sviluppo della co1:1cienzaproletaria. e della lotta di classe un Oo– verno che intendesae sul serio ad attuare un programma della natura di quello che il Governo presente ha ban– dito ai quattro venti, per bocca di quaai tutti i suoi uomini più autorevoli e rappresentativi. Nelle ultime ventiquattr'ore q_uesti reciproci rapporti sì sono alquanto mutali, per effetto delle dichiarnzioni di Briand intorno alla rappresentanza proporzionale. Su que1,to il partito socialista francese non sembra disposto a transigere: e però non è possibile ora prevo(lore la sua linea di condotta çli domani. I sociolisti di Spn~m1. Oli ultimi avvenimenti di Spagna hanno posto il par– tito socialista di questo paese dinanzi ad alcuni pro– blemi tattibi, che per il pa~sato osso aveva. ignorato. Fino ad alcuni mesi or 1-1090 l'intransigenza classica clo• minò in questa Sezione dell'Interna.zionale. Sentivano i :iocialisti e gli operai di non potere efficacemente con– tare che sopra se stessi. Sembravano ad essi, ed erano iofntti, i partiti democratici troppo discosti e incuranti delle questioni che si connettono direttamente agli In– teressi del proletariato. Questi partiti poco giustitlcavano lo stesso appellativo di democratici, on<le si reclama– vano. E, d'al~ra parte, il movimento socialista, per ea– sere gio,·anissimo e ai primordi clclla sua battaglia, tre• vavasi e trovasi ancora io uno di quegli stadi iniziali, nei quali l'intransigenza è una necessità essenziale, uno strumento di differenziazione e cli vita. I partiti socia– listi più avanzati vedono riflessa nella storia attuale del proletariato spagnuolo la loro storia di ieri. La guerra del Ma.rocco, l'urgenza della difesa contro gli speculatori del militarismo o della chiesa, e delta tutela degli interessi più vivi e profondi dei lavoratori minacciati di lutto e di miseria la più scura o terribile, banno destato bruscamente I nostri compagni dell'altra sponda del Mediterraneo, imponendo loro di trovare ra– pidamente lo vie della aalvezzli. E allora il partito so– cialista ha compreso che da solo non poteva bastare alla bisogna immane. Per la prima volta esso considerò la possibilità e la convenienza rli una tattica di unione e di accordo con le altre frazioni della democrazia ibe– rica. E pubblicamente, con un auo manifesto diffuso ·in tutto il paese, dichiarò i patti dell'alleanza che accet. tava di stringere con questi altri partiti, non senza ac– cer.nare, sia pure vagumente, che l'intransigenza paasata era. stata in parte la conseguenza dell'assenteismo e dell'apatia - non vollero dire della viltà - della de– mocrazia spagnuola. Il contegno stesso di quest'ultima, durante gli scioperi generali e i moti del luglio scorso, non ora fatto in verità per incoraggiare soverchio in– dulgenze. Tuttavia, poichè incombeva il bisogno di li– be:rarsi da un Governo di schiavitì1 assolutista e di omi– cidio sistematico, e cli procurare ai lavoratori un po 1 di aria re:ipirabile, l'accordo fu concluso. Nè poteva accadere diverso. La Spagna proletaria deve ancora conquistare le prime libertà. politiche; dove con– correre a instaurare un reggimento davvero rappresen– tativo e ehe abbia la capacità. di diventare democratico; deve liberarsi da residui feudali di ogni genere, che intralciano e ostacolano la via alla stessa prosperità eco– nomica del paese, fondamento di una maggioro giuali– zia distributiva e di un'opera schiettamente socialista. Deve, in altri termini, essere per adesso, o per del tempo ancora, più che altro un grande partito di fervida e in• fatlcabile e iuinterrotta propulaione democralica. E ei pare che I nostri valorosi compagni spagnuoli l'abbiano bene inteso; che abbiano inteso, sopratutto, come certe crisi giovino potentemente alla più rapida dissoluzione delle forme vecchie e superate, e come il nostro accorto e tempestivo intervento possa accelerare i processi della rinnovazione.

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