Critica Sociale - Anno XIX - n. 13 - 1 luglio 1909

CRITICA SOCIALE 197 relazione ai cresciuti bisogni della vita, cho costituisco l'unico effettivo benoflcio J)Or la classe. !la di ciò par– leremo altre volte. Yolovo oggi mostrare che si possono, anche subito, introdurre riforme efficaci nella routi,ie burocratica. Basterebbe sopprimere alcuni dei passaggi inutili di carto, ed essere pii1 spicci e semplici nelle rls(Joste (come del resto si è in molte burocrazie estero), por rendere pii', snella e più rapida della metà la vecchia macchina arrugginita. · ,Un capo ufficio moderno ed intelligente, che non tema i brontolii dei colleghi in " grossa bonnetterla 111 può, senz'altro, diminuire Il numero dei suol dipenrlenti 1 quando questi lo aiutino nella ricerca dello svecchia– mento. Mt1, ahimè, quante crosto di abitudini e di orrori e di pregiudizi bisogna spezzare! Quanti strilli Jler un gra– dino saltato, per una sincera confessione che, a fttr una data cosa, gli impiE'gati destinati son troppi! Purtroppo, ove la muffa burocratica è più tenace, è in alto i e, giù 1 le organizzazioni dei travicelli umilissimi non si sentono interessate alla responsabilità. del lavoro, o si estraniano con proteste dalla vita d 1 uflfoio 1 ove regna non la colla– borazione amichevole, ma lo spagnolismo ed Il so9petto dei pozzi gr09Si. Pili f1,clll 1 del resto, sono i bei gesti di palingenesi amministrativa, di capovolgimento legislativo, di rinno– vazione ,x imi.~,pili facili del lavoro oscuro o<Iingrato di' semJllificaziooe cotidiana. Da questo si dovrebbe in– vece comincil:lre. In ogni .Ministero o In ogni Ufficio, che abbia un'as– sociazione o sezione di iusociazlone, si devo porre il quesito spicciolo: si può far andare avanti la baracca burocratica meglio e con mono gente? I~ cercar di ri– spondervi, con la piana esperienza, nella qunle risiede talvolta la più proronda saggezza. I risultati di questi studi minuti sono le pietruzze del mosaico di una complessiva riforma dell't1mministrazione. CIIAN1'ECl,ER. Il tradimEnto socialista DEIIE IEZioni comunali di TriESfE Italiani e Sloveni a Trieste. Mentre ancora ferve Appassionata ed accesa la di– sputa. attorno alle ulezioni comunali cli Trieste, e mentre è ancora tanto diffusa. l'incertezza 11el giudi– care quegli an·enimenti per cui molta gente di parte democratica e anche socialista. si tace, perplessa e dubbiosa, temendo - per un lato - di divenir com– plice inconsapevole di un delitto di lesa italianità, e - per un altro verso - di mettere sotto i piedi quegli ideali di solidarietà internazionale, di fratel– lanza trn i popoli che ha dichiarato di ,·oler servire; mentru i fogli del nazionalismo, triestino e non trie· stino, si accaniscono semprepiù in una pazzesca campagna di denigrazione antisocialista, precipitando nel più basso e ripugnante turpiloquio; io, che sono colpevole di fronte alle rrazioni politiche, che meglio rappresentano il pensiero nazionalista-irl'edentista, di avere concorso col meschino ausilio della mia pro– paganda al tradimento perpetrato dai socialisti trie– stini, sento di dover esporre - da questa libera trìbu1HL che non teme alcuna eresia, che si fa han• ditrice di tutte le vetilà - quelle cognizioni che ho desunto dalla mia prolungata permanenza a '_l'rieste, e dall'osservazione che ho potuto compiere nella vita politica•econornica-intellettuale di quella citth. Triestt, chiave di volta della politica italiana. E mi pnre frattanto indispensabile mettere in ri– lievo questo fatto: On qualche tempo, in llalia, si vanno compiendo grandi sforzi per galvanizzare il sentimento nazionale e patriottico n. base irredenti– stica. Non ho bisogno di ricordare molti esempi lontani; chè hastano i piì.1 recenti. L'annessione delle due provincie balcaniche o la questione universitaria fu– rono due occasioni amhitissime per l'esecuzione dei disegni patriottico-irredentisti. In testa a questo movimento stanno i gruppi ir– redentistici - scarsi di numero, quanto fervidi e ardenti nell'aziono - lo loggie massoniche, i demo– crn.tici-l'adicali d'ogni sfumatura, i repubblicani e anche qualche socialista. I conservatori e il Governo lasciano fare, lasciano gridflre, fin che tutto questo conviene alla loro po– litica, poi inten 1 engono a segnare l'alto quando· 1a cosa. può diventare seccante davvero pei rapporti internuzionali. A vvione così che le questioni, che si rag-gruppano sotto la dcnomina.zionc cli ùTedentis11w, divengano il fatto più importante dellà politica ita– liana, sulla quale influiscono talvolta in maniera de– cisiva. La quasi unanime a1>provazione di nuovi crediti militari, altro non è se non la conseguenza naturnle cd inevitabile di questo stnto d'animo - abilmente diffuso dal Goverqo - che ha esagerate le debolezze militari dell'Italia, propugnando la necessità cli ar– marla fortemente perchò sia in grado di fronteg– ginre l'alleata d'oggi, probabile nemica ciel domani. È dunque necessario oggi 1>iÙche mai - e spe• cialmente nell'interesse del proletariato e del socia– lismo italiano - provocare una viva e cora.ggiosa discussione, perchè tutte le opinioni debbano essere conosciute, e ogni partito abbia nel assumere le pro• pl'ie responsabilità. Cosa vuole la democrazia italiana - d'ogni gra– dazione - cosa pensa intorno ai rapporti austro– italiani? A che cosa vuol a(lproclare con queste spo– radiche e periodiche esplosioni di patriottismo irre– dentista? Dorn si vuol arrivare seguendo questa :-,trada ·? E che significa tutto quel febbl'ile ed intenso lavorio che si va compiendo da taluni Circoli mili– tari, mediante apposi1i organi, quotidiani 1 settima– nali e mensili? A che tende questa rifioritura della vecchia retorica 1rnzionalista-crispinn, che ai illude di sembrar nuova perchè fa pompa di nomi e di persone fino a ieri avverse a tutto le manifestazioni di megalomania. militare? J<: ben venuta l'ora degli atteggiamenti decisi e drl parlas chiaro 1 Alt.ri, più influenti e sapienti, scelgano pure il si– lenzio accorto e prndente; io, per quanto abbia ben chiara coscienza della mia pochezza, preferisco parlar forte, senza preoccuparmi gran che cli diven– tare il bersaglio preferito degli attacchi catti\'i e feroci di una stam1>a altrettanto feroce e cattiva. 8 sono animato da questa profonda e sicura con– vinzione: che 1 se riusciremo a far conoscere in Italia, alla classe lavoratrice, al partito socialista, i termini precisi e concreti del problema nazionale che tiene sospesa nell'incertl;!zza e nell'equivoco l'anima dei partiti di democrazia a tutto vantaggio delle caste militari 1 le quali sanno almeno quel che vogliono, e sanno anche ottenerlo, avremo reso il servizio mi– gliore-agli interessi materiali e ideali delPitalia e degli italiani residenti in Austria.

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