Critica Sociale - Anno XIX - n. 13 - 1 luglio 1909

CRI'flCA SOCIALE ganizzazione degli operai come classe significa però la loro organizzazione in un distinto partito politico, e questo partito politico della classe operaia è il Partito SocitLlista. 9) li Partito Socialista lotta per la democrazia nello Stato, nelle Provincie, nei Comuni, come mezzo per la attuazione della eguaglianza politica di tutti e come le\'a por la socializzazione del suolo e delle imJ>rese capitalistiche. Non è Partito dei lavoratori nel senso elle esso raccolga nelle sue file solta11to operai: chi na accetta e ne direndo i princlpt, cioè chi, nelle questioni della vita economica, si dichiara per la lotta del lavoro produttivo contro la proprietà. sfruttatrice, entra natu– ralmente nelle sue file. Ma esso si rivolge sopratutto agli operai, perchè la emancipazione degli operai ò io prima linea còmplto degli operai stessi. Convincere gli operai di questa idea e organizzarli per la lottn eco– nomica e politica è il compito principale del Partito Socialista. JO) La lotta del Partito Socialista non è limitata ad un singolo paese, ma alJbraccia tutti i paesi in cui si ò iniziata la moderna evoluzione. Penetrato dell'idea che lo sviluppo dei mezzi di trasporto c'rea una sempre più grande solidarietà degli operai di tutti questi paesi, e che gli antagonlemi nazionali, di cui si parla ancora, hanno la loro radice in rapporti di dominio e di sfrut– tamento, J)er la abolizione dei qunli lotta la cinese operaia - il Partito Socialista sostiene, nella lotta eco– nomica e in quella politica, il principio dell' i nternazio nalismo, che ha per mèta la libera confederazione dei popoli, sulla base del diritto dell'autonomia nazionale nei limiti della solidarietà della umanità civile. p. f. llA CAIVIPAGr,tA ROIVIAt'tA !. - Il pili importante dei problemi storici è qudlo delle origi11i della grandezza romana in ri• guardo alla campagna sempre deserta che circonda la città. eterna. Sembra impossibile che la piì.1 ilJu. stre delle città dominatrici di popoli ~!ia sorta in una steppa fra due giardini 1 la Campa!lia Felice e l'Etruria, in un tempo che altre popolazioni italiche avevano raggiunto un alto grado d'incivilimento e si arrestarono per convergere su Roma tutti i fat. tori della grandezza. La 1:1oluzionedi tale problema non serve solo nlla coltura storica, ma sopratutto a farci vedere quale avvenire sicuro ò t·iserbato alla Campagna Romana deserta e malarica, snebbiando le menti dagli eterni pregiudizi sulla colonizzazione. Affrettiamoci ad affermarlo: la grandezza. romana non fu malgmùo 1 ma per la steppo, che circonda l'urbe. Per dimostrare questa tesi con l'ausilio della storia, interpretata diversamente dal consueto, e con lo ~tudio dei luoghi, occonorehbe non un sern1>lice capitolo, ma un apposito libro degno di Romn.. ~fon la storia dell'Agro romano, ma quella. di Romft in rappo1'to al 1:1uoAgro, ò ancora di~ fa.rsi. Pure af frontiamo il problema, limitandone la trattazione nei confini dello studio presente. Negli albori storici del secolo ottavo avanti l'èra volgarn, sì nota ,un fermento nuovo di popoli. Le popohtzioni erano cresciute, forse anche per uno di quei periodi di attenuazione, nei cicli biologici non ancora bene accertati, del parassitismo epidemico. Dalla Grecia si diffondevano le colonie nell'Asia mi– nore, nell'Italia meridionale, in Sicilia. Nei popoli dell'lbl.lia centrale sentivasi il bisogno di sfollare l'eccesso di abitanti di u11dato paese, mandando di tanto in tauto, nelle primat•e1·esacl'e, c_ol~nie a fon– dnre paesi nuovi. Si usciva dal selvnp-g10 isolamento primitiYo, e gli 1'.Jtruschifonclava~o Confed~razio_ni di popoli e i Latini si stringevano III I,ega, 111 cui era l'embrione dello Stato unii.aria. Roma si fondava in quel tempo. Però Roma dal posto ove sorse riceYette i parti– colari fattori di grandezza. Si sono interrogati i mo– numenti e i documenti al lume severo della critica, si l'ico1·cano nelle tombe i segni superstiti delle ori– gini dei popoli e ,.telle civiltà: bisogna inoltre inter· rogare la P.terna madre di ogni vita, la terra fecon– data dal sole 1 sulla qua!P. son sorti i popoli pii1 il– lustri. La situazione topografica di Roma - ò stato già Yisto dagli storici - h quella di emporio commer– ciale nel mezzo di unt\ vallata a1>erta sul mare 1 solcati da un fiume navigabile, posta nel centro dellt~ penisola italiana, e circondltta da colli e mouti coltivati e popolati da una razza. vigorosa e nobile. H.oma sorse e ingrandì per spontanea convergenza di popoli sulle ultime collinette in riva al fiume e verso il mare, le quali present.assero ottime condi– zioni di ahihtbilità, o davf\nti all'[sola Tiberina, che rendeva, meno difficile il passaggio da una ri\•a al– l'altra del Tevere, e dalla quale in gi\l il fiume può funzionare da porto marittimo, ma non tanto distante dal mare che Homa non godesse i vantaggi del traf• fico marittimo, e non tanto vicino che fosse facil– mente esposta alle scol'rerie. " Roma non fu città creata, come dice la leggenda, diverrnL , 11 afferma il :Momsen; Roma non è stata fabbricata tutta in w1 giorno, conferma un J>roverbio siciliano, per dire che, a fare le cose, ci vuol tempo. Ciò che finora non si è visto è che la sola posi– zione di emporio non basta a spiegare la grandezza romana: altri empori di più vasti e più importanti· Jlinterlands non arrivarono a tanto, e magari de– caddero. La posizione di emporio non spiega il se• colare conflitto tra la sede di esso e le popolazioni circonvicine, che ne doveano us1.1fruire. A quali cause è dovuta la. distruzione di Alba, di Fidenae, di Vejo, di G abbii? Ch e poteano togliere queste città all'em– porio rama.no , se domano anzi p1·ofittarne per gli scam bi attrnve rso il fiume e il mal'e? Dopo raggiunta I1egemonia. nel Lazio, la conquista dt!ll'Ltalia si spiega, e si spiega in seguito la con· quista del mondo. Ma l'enimma storico è che Roma durò parecchi secoli in guerra coi popoli affini cir– costanti: e sarebbero stati bastt,\'Oii pochi anni per sottometterli, anzi sarebbe dovuto intervenire spon– taneo accordo per mutuo interesse commerciale. L'enimma si fa maggioro quando si pensi che quei popoli, fin dalla origine dnlrurbe, diedero a questa concorso di gente e qualche re, e alternarono con essa la lega. e la guerra. Da quali interessi consi• glittte e l'una e l'altr11, la storia non dice espressa– mente. · La causa ciel conflitto non poteva derivare che dalle particolari condizioni agricole dell'Agro romano in rapporto ai colli e ai monti circostanti. L'Agro romano ha un immenso valore per i pascoli naturali d 1 inverno, necessari, più che agli armenti propri, al gregge pecorino che scende dalla montagna, e per la semina che si avvicenda coi pascoli. L'erba spon– tanea da pascolo è migliore quando la terra viene smossa, tratto tratto, per la. semina e nettata dalle cattive erbacce. In origine l'Agro sarà stato tutto boscaglia: i hoschi sacri, per virtù <Ji tale qualifica– zione, erano resti salvati dalla nHtnia sboscatriee. In noi è sorto il dubbio se la parola Lazio - da lallts, scoperto, sgombro - non voglia dire sboscato, poichè, in Si1;ilia, la. terra resa netta per \f~ semina, si dice allatinata, ossia fatta latina; e tante voci agricole del Lazio trovano riscontro in Sicilia. Nei boschi

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