Critica Sociale - Anno XIX - n. 13 - 1 luglio 1909

CRITICA SOCIALE 203 etein risponde che i lavoratori moderni non sono più ra– gazzi ai quali si debba mostrare la. luna per incorag– giarli e spronarli all'azione socialista. La classe operaia moderna non ha bisogno di utopie e può essere animata alla battaglia socialista senza II flue ultimo 11 • Ciò che occorre mostrare agli operai è, anzituttoi la loro cre– scente importanza nella società moderna, la missione storica della loro classe, che si manifesta in ciò, che essi formano l'unica classe, la quale guardi in modo Msolutamente spregiudicato ad ogni vero progresso nel pensiero, nella tecnica, nella economia, ecc., i cui inte– re9si non sono legati a nulla di ciò che è vecchio o che invecchia; a differenza di altre classi sociali, in parte reazio11arie, e che vogliono conservare il passato, in parte progres3ivo a meno, perchè esso nel progresso hanno, come classe, qualcosa da perdere. Soltanto gli operai, quando agiscono come classe, sono legati al progresso sociale, e ne sono la piì1 sicura avanguardia. Al quadro del socialismo catastrofico, di una marcia discendEinte ciel proletariato fino ad un grande baratro '- oltre il quale c'è la mèta agognata. 1 lo Stato futuro, e per raggiungerlo occorre attraversare un mare impe– tuoso~ secondo alcuni, un mare rossoj il revisionismo sostituisce il quadro della lotta quotidiana degli operai, il crescere riel proletariato io numero, in potenza ~ociale, in influenza politica, a cui nessun partito può più sot– trarsi; non solo una marcia in avanti della classe operaia, ma anche, contemporaneamente, ascendente; non sol– tanto un aumento di forza numerica, ma un elevamento del livello economico, etico, politico del proletariato; un'accresciuta capacità. e partecipazione al Governo nello Stato e nell'economia. •*• A questa conferenza, il Uernstein aggiunge in appen– dice un suo programma, scritto nel marzo per il Circolo socialista di Charlottenburg, cho completa la conferenza. e che riteniamo utile riprodurre. J) Nei paesi civili moderni, il sistema capitalistico domina la produzione e lo scambio dei beni. L'imprern, provvista di grandi mezzi, spinge completamente all'ul– timo posto, specialmente nel commercio e nell'industria, le piccole imprese. La categoria dei piccoli imprenditori indipendenti, dei piccoli proprietari, degli artigiani, dei piccoli commercianti, dei piccoli imprenditori in genere costituisce una parte sempre piil piccola della popola– zione. Per converso, aumenta iu misura sempre crescente la classe degli operai salariati e degli impiegati occupati nelle imprJse capitalistiche. Più dei 3 14 dell'aumento della popolazione ~ condaunato ad nna dipendenza eco– nomica duratura. 2) Per la massa degli occupati, o specialmente per gli operai salariati, il capitalismo signiflca, oltrechè aumento in dipendenza, aumento di incertezza dell'esi– stenza. JUvoluziooi tecniche, che risparmiano mano d'O· pera, gettano foori della loro sfera sempre nuovi operai qualificati, e l'alternativa dei periodi di congiuntura favorevole e di depressione degli affari, creata dal ca– rattere speculativo dalla eoonomia capitalistica, sigoiftca 1 per la grande ma'lsa degli operai o degli impiegati, una perenne vicenda di sopralavoro e di disoccupazione. Quanto più cresce la clas11eoperaia, tanti) più la disoc– cupazione reagisce, paralizzandola, su tutta la vita eco– nomica e getta in braccio alla rovina migliaia di im– prenditori. 3) I,e moderne organizzazioni di capitalisti) i Sit1- dacati e i Cartelli, cercano, bensl) di regolare in qualche modo la produzione. Ma non lo fanno nell'interesse della economia generale, bensì nell'interesse della difesa degli alti prezzi; della assicurazione dei più alti profitti possibili nelle loro speciali lnrlustrie. Ragion per cui, P.ssi non possono eliminare il malanno delle crisi perio– diche, bensl solo modificarne le forme di manifestazione, mentre, d'altra parto, la consen•azione artificiale deqli alti prezzi aggrava gli effetti delle Cl'isi per la grande massa dei lavoratori. 4) La produ1.ione capitalistica ha portatò ad un enorme aumento della ricchezza sociale. ?ila questo aumento della ricchezza sociale non va che in minima parte trlle classi lavoratrici. Nelle diverso forme del pro– fitto e della rendita, le classi rondiario e capitalistiche assorbono una sempre maggiore quantità. dì sopra.lavoro. Cresce sempre pii1 il numero di coloro i quali godono, in forza di titoli di possesso, un reddito gratuito, e la I.oro ricchezza cresce in misura anche maggiore del loro numero. Patrimoni colossali, ignoti ai tempi passati, si ammassano in poche mani, e la distanza tra il reddito della massa - che si affatica per un salario o p(H' uno stipeudio pari acl un salario - e quello della aristocrazia dei capitalisti -:- il cui lust10 cresce all'infinito, corrom– pendo la vita pubblica - cresce smisuratamente. 5) .Mentre la produzione e lo scambio, col crescere dello imprese, assumono un carattere sempre pii, sociale, il rapporto tra i proprietarì delle imprese e le loro im– prese, collo sviluppo delle forme collettive del possesso (Società per azioni), diventa sempre più alienabile. l'na parte sempre maggiore del capitale sociale diventa pro– prietà di azionisti, che non baiino nessun rapporto fun– zionale colle imprese e che sono interessati solo al profitto che esse possono dare; pel resto, essendo indifferenti o irresponsabili di questo capitale sociale. Dietro le grandi imprese monopolistiche corre tutto un esercito di azio– nisti, che ne aumentano il potere sociale e menano una esistenza parassitaria nei riguardi dell'economia pub– blica, come consumatori di reddito non guadagnato. 6) Contro questo dilagare del parMsitismo, contro la pressione monopolistica del capitale sul salario e sut prezzi 1 i singoli operai e impiegJ.ti sarebbero impotenti. Solo mediante la coaliziono politica., sindacale, coope– rativa, essi pos'lono resistere alle tendenze oppressi\'e del capitale. Libertà di coalizione e suffragio universale sono, nella società capitalistica, le premesse necessarie della emancipazione dei la,,oratori. 7) Di tutte le classi sociali che si oppongono r.lla p9tenza del capitale, solo la classe operaia ò una forza rivoluzionaria nel senso del progresso sociale. Le altre classi o categorie anticapitalistiche sono o direttamente reazionario, vogliono arrestare la ruota della storia e possibilmeute fa.ria retrocedere, o si muovono, in quanto sono esse stesse formazioni intermedie, fra contraddizioni e mezze misure. Soltanto gli operai, come cla:ise, di fronte al capitali1:1mo,hanno da difendere interessi pro– g'ressivi. Come classe, gli operai hanno il massimo inte– resse all'aumento della ricchezza sociale mediante il perfezionamento della tecnica e lo sfruttamento delle forze naturali al servizio della produzione; come classe, essi hanno il massimo inte!'esse all'elimìnazione delle forme parassitarie di impresa e all'espropriazione degli elementi sociali parassitari. 8) Il loro interesse di classe 03ige il paiuaggio dei monopoli economici nel possesso della società. e il loro esercizio nel!' intere1-1se della società; è nel loro interes3e _ di classe l'ostensione del controllo so~iale su tutti i rami della produzione e l'assorbimento delle imprese retrograde nella produzione regolata socialmente. L'or-

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