Critica Sociale - Anno XIX - n. 8 - 16 aprile 1909

0lllTICA SOCIA Llè li 7 a capitano, propone di istituirne anche per la promo– zione da capitano a maggiore. Cosi chi somma'!se nella sua carriera due vantaggi avrebbe notevolmente spia– nata la via par il raggiungimento dei gradi superiori. Ginstamente osserva la Commissione che uPaprire di nuovo ai capitani di tutte le armi la via all'avanza– mento a scelta non solo cancellerebbo qualsiasi par– venza di casta privilegiata al Corpo di Stato maggiore, ma avrebbe anche il vantaggio di eccitare la speranza e l'emulazione in quel periodo della carriera, che ne rappresenta la tappa più lunga e la pilt difficile a su– perarsi e nel quale, per l'età non troppo avanzata e per la maggiore libertà che lascia il servizio - in confronto dei subalterni - si trova più agevolo e più protìcuo lo studio individuale. E il titolo ad una car– riera. più fortemente accelerata. sarebbe Uato da prove successive superate in epoche diverse, e non, come om, acquistalo in im solo momento della c01Tie1·a ed esclusivamente coll'ammissione nel Co1po di Stato mag– giore 11 ( 1 ). Parole giustissime, queste che ho sottolineate. Pec– cato che la Commissione, volta.udo il foglio, nello scri– vere la. Relazione, se le sia dimentica.te !... In ratti nella pagina seguente si legge: ( 2 ) 11 Colle disposizioni sin qni accenna.te nessun van– taggio speciale rimarrebbe più agli ufficia li del Corpo di Stato maggiore, all'infuori dei sei mesi circa di ac– celeramento, di cui i maggiori potrebbero ancora go– dere nel passaggio a. tenente colonnello. Vantaggio troppo esiguo per assicurare un buon reclntamento del Corpo ~tesso. 77 E. dopo, riportato un brano della Relazione Ricotti sulla legge del 1896, la Relazione della Commissione dice: (') 14 La Commissione della Camera fu, unanime nel ri– conoscere pe1· ovvie ragioni che agli ufficiali di Stato maggiore vanno concessi speciali vantaggi di carrier~ oltre quelli che possono com-ieguire in concorrenza. de1 colleghi delle rispettive armi (? !). "Per queste considerazioni, il vantaggio di sei mesi circa di acceleramento nel passaggio al grado di te– nente colonnello dovrebbe essere portato ad un anno ...." Sbaglio, oppure questo vantaggio di sei mesi (e che si vorrebbe portare ad un anno) rientra nella categoria di quei vantaggi che, due pagine prima, la Commis– sione, frh le righe, disapprovava, perchè consegui li non per prove successive, ma in un solo momento della ca;'l'iera ed esclusivamente coll'ammissione nel Corpo di Stato maggi01·e 1 Qui mi ca.sca.l'asino. Io sono fautore di molto più larga misura delle promozioni a scelta, com'è ormai in tut.te le carriere nelle quali chi più studia più avanza; ma penso che, in un regime bt}ne organizzato di avan– zamenti, i vantaggi debbano essere personali, per chiunque abbia merito, e non già collettivi per una od altra arma o per uno od altro Corpo. Come vi sono ottimi ufìciali di Stato maggiore, che valgono indiscutibilmente molto e meritano perciò ogni agevolazione di carriera, vi sono pure ufficiali d'altra armi che, sebbene non abbiano fatto scuola di guerra, 0 conseguiti comunque avanzamenti a. scelta, valgono indiscutibilmente assai più di taluni ufficiali <li Stato maggiore. Perciò trovo giusto che si apra a tutti i meritevoli la via dell'avanzamento a scelta, ma domando, e non (I) Pag. 106, (1) l'ag. IOG. (S) Pag. 107. mi so dare risposla: perchè mai un ufficiale di Stato maggiore dovrà avere maggiori vantaggi di un :,uo collega d'altro Corpo, ancorchè questi pos!:lieda maggior merito e più eletta intelligenza? E poi, come conci li are questi vantaggi speciali pel' il Cm·po di Stato maggiol'e colla sostituzione del Servizio di Stato maggiore al Co1JJO cli Stato maggiore? La Commissione concilia facilmente perchè falsa il principio di questo servizio. li Corpo di Stato maggiore ha ftLtto, come Corpo chiuso, cattiva prova. Non già che vi manchino egrn~i uomini o brillanti intelligenze; ma il fatto dello svol– gersi di tante buone attività in un ambiente chiuso e appartato da tutte le manifestazioni vive clel!a vita militare ha prodotto nei componenti di quel Corpo una pletora di teoria non sufficientemente fortificata da.lh1. pratica ed ha ingenerato uno spirito di minmdosità burocratica, che è agli antipodi colla genialità d'im– provvisazione e colla disinvoltura e prontezza nel ~u · rerare le difficoltà, che si richiedono in chi é destinato nd alti coma.odi. Abilissimi nell'elencare e nel redigere statistiche, di– ligentisciimi nei lavori di ufficio, eccellenti topi di bi– blioteca $000 i nostri ufficiali dello Stato maggiore: ma basta questo per condurre gli uomini ali<\ guerra? Poichè il risultato pratico e le numerose prove dicono che ciò non basta 1 è sorta la voce che chiede, prima. di tutto, la riforma della. Scuola di guerra e poi la sosli– tuzione effettiva del ~ervizio di Stato maggiore al Corpo di Stato maggiore. Di riformare la Scuola di guerra la Commisiione non si occupa; nella Relazione ce ne parla dal punto di vista dei vantaggi che può e deve arrecare a chi la frequenta, ma non dal punto di vista degli studi che vi si compiono, dei metodi di insegnamento e della organi nazione. Per la trasformazione del COl'J}O di Stato maggiore in Servizio, la gran riforma propo~ta sarebbe questa: cambiare il nome, togliere la divisa speciale degli urtì– ciali del Corpo.... e lasciare il resto com'è ora! Non è questo 1 davvero, di che si tratta, per noi. Noi vogliamo che gli ufficiali dello Stato maggiore (che dovrebbero rappresentare il vero fiore dell' intellettua– lità dei nostri ufficiali) siano reclutati con cura più !levera 1 con maggior modernità di criterii e su più vasta scala; che siano meglio preparati, in una scuola supe– riore di intonazione meno bambinesco. o frate~ca di quella d 1 oggi. E poi domandiamo che oon atrofit:zino la loro iutelligeuza e non seppelliscano la.loro genialità uella quasi perenne sepoltura degli uffici; ma che 1 al contrario, stabiliti in mollo maggior numero gli idonei allo speciale ~ervi~io, non vi rimangano che per periodi di tre o quattro anni, dopo i quali rientrino nei Corpi combattenti per rimanervi (non solo sui ruoli, ma di per– sona) non meno di altri tre o quattro anni a ritemprarsi nella vera vita militare prima <li tornare nell'uggia degli Urfici. Solo così otterremo che le migliori intelligenze del– l'esercito possano equilibrare teoria e pratira, !ICienzae profession~, in modo da dare il massimo possibile ed il miglior frutto. Così dovrebbe essere inteso il servizio di Stato mag– giore; e, quando così lo !li intendaJ non c'è bisogno di dimostrare che vantaggi speciali pe1·gli ufficiali di Stato maggio1·e oon possono esi~tere. Essi dovrebbero gua– dagnarsi, come gli altri collegbi 1 ls loro succe~<1ivepro• mozioni a scelta a furia di studio e di severi esau,1i 1 e

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