Critica Sociale - Anno XVIII - n.17 - 1 settembre 1908

270 CRITICASOCIALE sopratutto per la fauna) perchè comprendeva tutta la scala degli animali, dal microbo della febbre gialla ai serpenti velenosi. Quanto al clima creato d11lla lussureggiante vege taiione, esso indubbiamente sarebbe divenuto eccel– lente, dopo che due o tre generazioni di emign:u1ti ne avessero asciugato coi polmoni i miasmi. Del resto, per i uoatri contadini 1 andare a morire in quella nuova terra o nelle lontane fazell(lets brasiliane del caffè - dove, senza mezzi, completamente spo• glia.ti dagli Hgenti, lontani dalle comunicazioni civili, truffati con falsi contratti di lavoro, completamente indifesi di fronte alla barbara legislazione locale, assaggiavano più spesso la frusta del padrone che il pan bianco - doveva essere effettivamente a un dipresso la stessa cosa. Nò il liberismo economico dei nostri politicanti e la tenebrosa opera degli agenti di ernigrnzione eser• cita,•ano un'influenza poco diffusa. Si parla molto dell'aumento numerico delJa nostra emigrazione dopo il 1900, ma si riflette poco sulle cifre. Sta in virt di fatto che, prima ancora cli quell'anno, la nostra corrente emigratoria era non meno imponente di quella oclierna 1 quando si riflette alla fonte da cui essa poteva derivare. In quell'epoca - e special• mente dal 1870 al 1890 - non si poteva parlare Diminuzione CIRCONDARI lllllllHl per CIRCONDARI 1000 all1t1rntl l'otenza 7,19 Pinerolo di una emigrazione di operai industriali italiani, per la ragione molto semplice che essi non esiste– vano. V Jtalia usci va allora eppena da un regime di economia puramente e assolutamente agricola e Ja nostra mano d'opera rurale si distingueva in tre parti: quella che rimaneva sul suolo; quella com– posta dei gioYani e dei più intelligenti, la quale si dirigeva verso la città, dove man mano la nuova e crescen.te industria cercava la materia prima umana da digrossare; quella infine più misera, su cui si esercita.va in piena libertà l'opera degli agenti di emigrazione. Quindi - proporzionalmente alla massa che po– teva emigrare - il fenomeno fu sempre ugualmente imponente, quasi tanto prima del 1900 che dopo. 'l'anto vero che 1 se noi guardiamo ai dati dell'ultimo censimento del 1901, vediamo che in ben 1935 Co– muni la popolazione, anzichè aumentare, era dimi– nuita, di fronte a quella del 1882, a causa della emi• grazione; e Yediamo altresì che questa diminuzione era avvenuta solo là dove, date le condizioni della nostra mano d'opera esclusivamente agricola, e il genere speciale cli individui richiesti sopratutto al Brasile, essa si poteva esplicare: cioè nei circondari e distretti composti di piccoli Comuni rurali, come appare dalla tavola seguente: ( 1 ) l)lm1nuztone l)!mlnuzlone lllll\\h\ per DISTnt;'l'TJ annuR ver 1000 allHantl 1000 nllltantl 1,1s Massa Superiore 2,41 Sala Consilina. 5,37 Castelnuovo di Garfago. 0,83 Occhiobello 1,81 Lagonegro 3,87 Aosta. Caatrovillari 3,17 Sciacca . Rosaano 3,03 Bovino Corleone. 2,76 Campagna. Piedimonte d.•1\_nfe 2,53 Mfllfl. 'l'ermini lmerese . 2,23 Porto l\faurizio Cuneo . 2,07 Isernia Campobasso. 1,57 Avellino Saiuzzo 1!53 Ivrea. La. " valvola ili sicurezz1t,, 11011 funziona, t•ilì. - È in grazia del grido di orrore uscito dalle popola– zioni anglosassoni dell'America e dell'Australia, che le idee liberiste dei nostri uomini di Stato subirono una radicale modificazione . .Da una parte la crisi gigantesca del caffè al Brasile e quella, non meno formidabile, agricola e monetaria, dell'Argentina; dai– l'altra 1'6Yoluzione industriale degli Stati Uniti, ave– vano, come è noto, spostato notevolmente la nostra corrente emigratoria dai due primi paesi verso le terre inglesi. }fa qui, di fronte a una civiltà enor– memente più eYoluta, dove le organizzazioni operaie vegliavano e dove gli stessi imprenditori, anzichè mano d'opera bruta e mal pagata, preferiscono aYere operai intelligenti, anche se costano di più; do,,e, infine, i Governi non seguono solo la politica degli imprenditori, ma tengono sopratutto a fare deg-li immigranti dei good c'itizens, la nostra emigrazione provocò immediatamente un movimento di repulsione ~orale, il quale portò alla nota legge della Nuova Zelanda, che chiuse in via di fatto le porte di quella regione ai nostri operai, e a una larga agita• zione in tutte le classi degli Stati Uniti per fare altrettanto. Solo allora, di fronte a questi attacchi che ci ve• nivano dall'estero e alle minacce legislative che sta– vano per mettersi in opera, il nostro Governo com– prese che la " valvola di sicurezza ,, fuuzionava male e che il favorire con l'inerzia l'emigrazione della mi· seria più avvilita e anche della deliuqueuza più scal– trita, se costituiva un risparmio nelle spese della pubblica sicurezza all'interno, correva rischio di 0,80 Rovigo t,65 0,78 Pieve di Cadore. I,56 0,67 Lendinara . 1,05 0,66 Badia Polesine 0,80 0,61 Polesella 0,43 0,58 Bozzolo. 0,39 0,12 0,04 0,01 crearci ben altri e più seri imbarazzi all'estero. Così interviene la legge del 3l gennaio 1901, n. 23, la quale segna il secondo periodo nella politica della emigrazione. (Continua). A'L"l'ILIO CABIA'l'I. {1) Vedi Cem;bne11lo della popo/t1zio11e det reg,w d'JtaU« ai 10 feb– braio 1901, voi. Y, Jlllgg. XIX e seg. ILCONATO SIHDACALISTA D PARl6I Di 1 u,n n'tW'VO1netoclo che non è ctnc01· netto. Le interpretazioni più che svariate e più che nume– rose, che i partigiani del sindacalismo o del rivoluziona– rismo in generale hanno dato degli ultimi eventi parigini 1 :1embran fatte per rendermi perplesso. Esse non mi im– pediranno però di dire subito che il movimento operaio, che agitò per varie settimane la capitale francese e culminò nelle due giornate (così egualmente significative nella. loro diversa fisionomia) del 30 luglio e del 3 agosto, mi induce a ritenere almeno almeno che il sindacalismo rivoluzionario abbia dimostrato, col suo simulacro di epopea, di non possedere nè la forza, nè l'influenza ne– cessaria per tradurre in atto le sue minaccia, neppure se queste si riducono a.Ila modesta pretesa di far lo sciopero di protesta per 24 ore. Qt1ando, infatti, si continua per vari a.uni a stupire il mondo ed altri luoghi colla flera affermazione della pro-

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