Critica Sociale - Anno XVIII - n.17 - 1 settembre 1908

CRITICA SOCIALE 269 lui l\n da alloro, corrono ora a sazietà sulle bocche di tutti, o co<Jtitui<Jcono Il bagaglio più grosso di idee contro la nuova fa.se , cui l'esperienza ha portato il pensiero del Yergnanlnl merle<Jlmo. La cooperazione non va plit intesa soltanto come un mezzo ed una raccif1.dolla lotta di classe, ma come una forma ricostruttiva della società. Le Cooperative non sono più soltanto lo riservo d'energia per gli scioperi e la resistenza; non sono lo navi onerarie della flotta ar– mata della resl1tenza; sono il nucleo ed il pernio, at– torno al quale la resistenza. deve con,·erge:-e, per for– mare, o preparare almeno, l'organizzazione unitaria sulla base dei consumi. L 1 avvonlro dirà il destino di questa nuova concezione. Chi !hl? torso anche nl Congresso che seguirà, tra un anno o duo, quello di Modena.... MEUCCJO Ru1~1. La Legge sull'Emigrazione l. w Si è parlato molto nei giorni scori,i della neces· sità di modiHcare l'attuale legge sull'emigrazione, la quale non ha dato buoni risultati. Una Commis– sione parlamentare studia da quasi due anni <1ueste modificazioni, le quali potrebbero riassumersi così. :Nell'interesse dello Stato: che l'energia interna non si risenta trop1>0 gravemente della perdita di tante energie sottratte all'agricoltura, alle industrie ed ai mestieri; che quello energie non si alterino in paesi o impreparati a rice,•crlc, o inospitali per modo che l'Halia le abbin 1>01 infiacchite o consunte con danno grandissimo per l'incolumità sociale; che sia soppresso e severamente punito ogni eccitamento ad emigrare e che la com1>1tgi110 dol servizio dell 1 esercito non venga scossa eia troppo numerose 1>artenze 1 fra le quali non mancano lo clcfezioni 1 lo fughe, e da troppo larghe concessioni n. favore di chi oggi risiede in paese strnu i oro. ,, Queste parole di coloro non oscuro, che si legge• vano in una notizin. telefonica da Roma sulla Gaz– zetta ciel l'opolo del 16 ngosto, vengono a dare auto– revole conferma a tutto quell'insieme di tendenze, di cui si è ft\tto portavoce autorevole il senatore Betto11i, in una intervista riprodotta su tutti i più diffusi giornali del l{ogno e che riassumo con la mia ordinaria brutalità. in questi termini: La leggo 31 gennaio 1901 sulla emigrazione, per certe mutate condizioni della proprietà agricola o industriale in Italia, per gli interessi particolari delle Sociotil nazionali cli navigazione o per la de– bolezzt\ di certi enti tutori, è riuscita ecceliente solo per i lavoratori che emigravano; quindi bisogna mo– dificarla nelFesclusiva utilità dei primi e a danno di questi ultimi. Una legge che non permette di sfruttare lo classi 01>0raie? Ma, di grazia, si è mai visto uno scandalo di questo genero in Italia? J~ così, attorno ad ossa, si ò venuto creando, con sotLile lavorìo, tutta. una nuova rete di appetiti, a sostituire quelli più nntichi o spezzati, tutta una fitta trama di piccolo congiuro, che ora stringereb– bero l'ultimo nodo, ove riposnssirno nel silenzio e nell'abbirndono. Una affermazione così g1·ave merita un poco di dimostrnziono. Ji: la dimos1razione esige un rigo di storia, uhe ò qui puro " magistra vitae n· Un 11oco di storiu. rntrO'iJ1ettiva. - Di solito si divide l'emigrazione tram1ocennica italiana in duo periot.li: d11I ll:370al 1900, e da quest'ultimo anno ad og,(?i, tenonclo conto dell'importanza numerica. elci movimento, la quale, come è noto, si va fa– ceruJo senzll. nessun confronto mag~iore nell'ultimo settennio. Io erodo non meno importante dividere l'emigrazione in due periodi sì, ma caratterizzandoli dalhL tendenza politica affatto opposta, dimosrrata in essi dallo Stato, di fronte all'im1>ortantissimo Ceno• meno. Nel 1>rimo 1>eriodo, il <1nnle coincide con quello considerato dngli t1tatistici, e cioè sino al 1900, ab– biamo i seguenti fittti concomitanti: s,•iluppo indu– striale faticoso; movimento commerciale meschinis~ simo; aumento medio della popolazione di molto pilt rnpido di quello della ricchezza. La disoccupazione, come ò noto, facevi\ sì, por dirla con una frase con– cisa del Bodio, ohe ogni nnno l'rtalia si trovasse ad avere unn provincia di piìt di quanto non potesse mantenere, o la diz:1occupazionccostava cara alla po• litictL rep1·essiv11 ..ru tn li condizioni ora logico che i nostri uomini cll 8tn.to si abituassero a vedere nella. emiirrozio11e un vero h cncficio per tutte le classi italiunc; In chianut.vuno la " ,•alvola di sicurezza n desti1mta a liheraro l'Itiilia cli una parte dei suoi straccioni, i quali turbavi\nO l'orecchio e l'occhio dello straniero in visita per la penisola con lo spet– tacolo della troppo estmHl e variopinta miseria. Naturalmente, come sempre accade in tutti i fe• nomeni economici di <1uesto genere e come il mate– rialismo storico di :\larx ci in ... egna, i magnati della nostra 1>olitica non parlavano t.:on la semplicità irri– Yerente con cui io scrivo. Essi sfoderavano per l'oc– casiono tutti i bei nomi dell'economia liherista in– glese, di cui ricordavano d'aver udite le dottrine sulle ,,anche clrll'enivcrsità e, col loro Adamo Smith in tosca, dice,•ano che, in base alla le1?ge della do– manda o dell'offerta, er11:savia e J>aterna opera la– sciar liberi i noslri hrnvi contadini e operai di se– guire, con la loro offerta di lavoro, la domanda pil't intensa degli imprenditori del Brasile e dell'Argen– tinn. Como poi quei sii::nori mettessero d'accordo il loro nuovissimo lihcl'ismo col protezionismo, che portò lL quel po' po' di tnrifl'a doganale del 1887 e al dazio sul g-rn110pur " protoggcro il lavoro nazio- 1uL10 711 costituirà sempre per noi che siamo in- ge11ui un quitrto mistero clolla santa fede. liil>eritrn10dunque o spinto a tutta oltranza. rranto da chiudere gli occhi alla industria delittuosa dei mercanti di cnrnc u11Hlllll 1 la quale venne acquistando la più rigoglìostL cflloresconza nelle campagne anal– fabete del HOl4ll'Opru•sc e creando a fianco e per opera degli agenti di emigrazione una serie di in– dustrie nuove - unit pii1 canagliesca dell'altra per ricondurre le plebi itnlianc a un regime intol• lerabilo e miserando cli effettiva scbiavitù. Ricordo, ad esem1>io, di un certo signore, il quale impiantò una linea di navigazione apposbt per trasportare famiglie di nostri contadini in una certa parte del– l'America meridionale. Oli im1>renditori di <1uelpaese davuno un 1>remio fisso all'esportatore italiano l}Cr ogni emigrante. iccomc, lì per lì, l'impresa non at– tecchh•n. molto, il signore in questione mandò io quelle terre nuove un professore di geografia, il quale nnturnlmente fece del J)aesc una descrizione quasi altrettttnto entu.sinsticn. quanto quella che si va facendo dtt taluni og-gi per indurre i nostri con– tudini a iftl4C'Ìltroquel paese barba1·0 ohe sono gli Stati Uniti d'Amel'ica e ft correre invece nel! Eldo– rado della Somalia o del Be1111dir.La relazione di quel professore di geografin, volgarizzata in piccoli opuscoli per In clurn cervice <leivill!rni, venne .sp~rs~ a. decine di migllnia di copie o produsse ott1m1 et• fotti.... per In nuova linea cli navigazione. Difatti, come si seppe pHt tardi in un Congresso geografico da un altro dotto .... non addomesticato, quella terra dell'America moridiomtle ora veramente notevole

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