Critica Sociale - Anno XVIII - n. 13 - 1 luglio 1908

CRITICASOCIALE 199 trice fu rovesciata come furono 1>erduti i Collegi elettorali. Ma nel 1904 lo sciopero generale provoca una interruzione forzata nei traffici milanesi, e chi ne sconta il fio è l'Amministrazione democratica, che viene rovesciata per un migliaio di voti negatile dagli esercenti, i quali, dimentichi che la loro clien• tela migliore, perchò è la più numerosa, è costituita dai proletnrì, passarono dalla democrazia alla coa– lizione clerico moderata. Orbene, dopo d'nllora, tutta l'astuzia dei due par– titi storici di Milano, il conservatore e il democra– tico, fu diretta a conquistare definitivamente i voti degli edercenti, i quali, nel bilanciarsi delle due. forze unite ai clericali da una parte cd ai socialisti dall'altra, semhrano, e sono, a tutt'oggi, fino a che cioè i proletari non portino nella lotta il peso elet– torale e la coscienza politica corrispondtnto al loro numero, gli àrbitri della situaz.iono. r conse1·vatori crearono un " Partito economico ,, che si diceva agnostico in politica. e che infatti attrasse subito la Federazione esercenti cui bastava la garanzia di una azione contro i socialisti o contro la Camera del Lavoro per impedire il rinnovarsi degli scioperi generali; i democratici, specialmente nei loro (>Ortavocc cittadini, Secolo e Lombardia, si guardarono bene, in ogni contingenza, di solidariz– zarsi troppo coi socialisti e con la Camera del La– voro, specie in occasione di scioperi, e, do1>0 le re volverate di Ponte Pietra.santa, ebbero anzi premura di far sentire la loro differenza e il loro dissenso, rimanendo così addietro persino dalla Giunta Ponti. Poteva, in questa corsa alla. conquista del cuore degli esercenti 1 il partito democratico far propria la politica dei consumi e la lotta contro il carovivere propugnata dai socialisti, come quella che più urge all'uscio dei proletarì e contro la quale questi non hanno per reagil'e che l'organizznzione di classe per l'aumento dai salarì, quando questa lotta avrebbe potuto danneggiare il ceto degli esercenti? Evidentemente ciò nou poteva essere, e non ru; e, in previsione di ciò, i socialisti 1>ropug11arono e attuarono l'intransigemm. Durante la stessa lotta elettorale, programmi e trattative ebbero sempre per obbiettivo l'esercente. Uscendo dal suo agnosticismo, al quale nessuno aveva creduto mai, il Partito economico appoggiavu l'amministrazfone Ponti contro la politica avveniri– stica dei socialisti, e a quegli esercenti cui ripu– gnava di dar il voto ai candidati clericali rispon– deva: ma non sono clericali, sono cattolici. All'ultimo momento, j capi della Federazione esercenti, delusi nel numero llei posti loro riservati - uno solo, mentre ne pretendevano quattro - nella lista, dal <· Partito economico, più che ripugnanti all1nlleanza coi clericali, ritornavano alla democrazia, ma i gro– g-ari non li seguirono. La massa degli esercenti non ave,,a a dolersi dell'amministrazione Ponti che, fino alla. vigilia delle elezioni, li ha così favoriti nel rendere una illu– sione la legge sul riposo festivo; e u11 manifesto degli esercenti dei sobborghi Io diceva chiaro ai colleghi del centro come arra e promessa nell'av– venire anche per essi. I soli, pare, a tenere il broncio furono i vinattiori, che l'assessore per l'igiene mi– nacciò con un'ordinanza restrittiva della facoltà cli a1)rire spacci di vino, e che aderirono subito alla Democratica, ma la grande maggiomnza votò per i clerìco-moderati, nonostante i disperati appelli del– l'ultim'ora dei democratici. 1 1 anto vero che nella loro lista i due candidati degli esercenti rimasero alla coda. Cos}, per l'allontanamento degli esercenti> si ò ripetuta la votazione del 1906 e del 1905, in cui la. somma dei voti radicali, repubblicani e socialisti è inreriore per meno di un migliaio a quella dei cle– rico-moderati, e i socialisti, mo lto probalJilmente rinforzati dai voti degli impiega.ti cui il caro vivere assilla al pari dei proletar i con mi nore possibilità di reagire, sono passati in testa nella minoranza, di– stanziando la lista democratica in cui i reput,blicani sono riusciti primi sui radicali. . . . È dunque lecito a!formare, anche a posteriori, che la tattica seguita dai Gruppi socialisti milanesi, di combattere eia soli per la co11quista della mino– ranzn, era la piil rispondente agli interessi della classe operaia, e fu (luella che ha dato i migliori risultati, ed avrà forse conseguenze altrettanto buone. Che fosse la piì1 rispondente allo stato psicologico della classe lavoratrice, lo si dimostra anche per queste considerazioni di fatto . .Milano riceve ogni auno un fiotto di elementi proletari, che vengono dalle cam1mgne circostanti, vicine o lontane; sono in gran parte giovani rozzi, ignoran1i di organizzazione, spesso anagrafica.mente, sempre politicamente anal– fabeti, i quali per l'età o per questo stadio arretrato di coscienza di classe sono le reclute naturali del Sindacalismo, e non concepiscono, come modo di azione collettiva per il miglioramento delle loro condizioni, altro che lo sciopero. Poi, cogli anui, cogli ammaestramenti che vengono dalle vicende delle lotte economiche, si disciplinano, si organiz– zano, si equilibrano, ma. non si può pretendere che assurgano tanto presto a una così larga ed elevata. concezione dei rapporti economici e politici 1 da non far distinzione fra. il padrone delht fabbrica col quale sono stati in guerra fino n ieri per un aumento di salario o la stessa persona che, avendo opinioni po– litiche democratiche, può trovarsi alleato con essi nelle elezioni amministrative e avere da essi stessi il voto. Quando, como nel perìodo presente in un centro industriale così rervido come Milano, le questioni economiche hanno un ,,a(ore superiore a qualunque altra questione, e i conflitti sono così frequeuti, sino a che 11011 si sia costituita una organizzazione salda e numerosa di elementi poco Yariabili, come nelle 7.'rade lf11io11s inglesi, che sappiauo resistere alle improntitudini e alle impulsività deµ'li clementi soprnvvenienti pet mancanza di freni inihitorì o di esperienze, ò spiegabile ~ quando non siano in giuoco questioni di libertà generale - la tendenza alla intransigenza che oggi preyale nelle classi ope– raie organizzato. Oggi intanto la classe operaia. guidata dai Gruppi socialisti, teudc a prendere, nella compagine dei partiti politici milanesi, quella posizione che il suo peso economico le attribuisce e che dovrù. necessa– mente aumentare coll"allarg-arsi della educazione e della. coscienza politica nella massa ancora amorfa. E questa una constatazione - che sarebbe stata impossibile col blocco - confortante e incitante [t operare. E, inoltre, Pabhandono degli esercenti per lo spilli· racchio socialista, ha già valso a determinare nella. "Società democratica lombarda !l una divisione ii proposito delle dimissioni dei consiglieri della mi 4 nora11za, che ò indice di una differente visione della llUO\'a situazione tra. gli elementi più caJ)aci, pita valorosi e meno pavidi dei contatti socialisti e altri che possiamo dire storici; cli\ 1 isione che potrà prelu– dere a una 1>iùprofonda separazione. Varranno queste elezioni a determinare un rinno– vamento né! Partito radicale, e a ravvivare e intun– sifiCà1·0 l'azione socialista nella masse operaie, che sembravano disinteressarsi di tutto ciò che non fosse aumento di sala.rio?

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