Critica Sociale - Anno XVIII - n. 13 - 1 luglio 1908

CRITICA SOCIALE 197 sempre amoreggiato con questi ceti piccolo•borghesi di nome e proletari di fatto, titillandone l'odio al Governo, ai gallonati, ai burocrati, ai i, mangioni n (quell'odio che diventa cosi facilmente, in piccole teste e in piccoli am– bienti, Podio al Comune, al medico, al maestro, alla Scuola!); ma viceven,a non avevano pensnto ad attirarli a sè per la vera via socialista, occupandosi della loro situazione economica, aggruppandoli in associazioni che rilevassero loro praticamente i beneflcì della solidarietà, delineando e indiri1,zando, in un senso favorevole ad entrambe le parti, i loro rapporti con la mano d'opera libera, col contadino bracciante o " giornaliero ,,. Ed oggi anche di questa lacuna sconta il flo il movi• mento mantoYano - come, in misura diversa, e con rc– sponSabilità. meno gravi (per la maggior difficoltà di accostare e attirare questi ben più agiati mezzadri, ligi al padrone e al prete per tradizione secolare), Il rnovi• mento reggiano. Questi elementi piccolo-borghesi rurali, che non ~anno ragione di temerci come possono aYerla i bottegai spaventati o danneggiati dall'azione coopera– tin; questi elementi, che potrebbero essere Yicino a noi se non proprio con noi, si ricoverano invece sotto le ali del nibbio grosso proprietario, scambiandolo per una chioccia. La borghesia terriero, con boicottnggi inauditi, con formo <li coazioni appetto alle quali quelle delle Leghe di Crespellano fanno ridere; rifiutandosi di arar loro a nolo il campo, di acquistare o lasciar acquistare al cascinaio il loro latte; stroz1.andoli con cambiali in bianco; minacciando di chiuder loro la borsa usuraia; ha legato a sè questa zona, che poteva esser amica e protettrice per noi, e che, per miopìa o ignavia nostra, forma una corazza per i noslri nemici. Nelle lotte elet– torali e nelle battaglie economiche, questa categori11, trascurata da noi, ba concorso a formare il blocco anti– socialista. Ma, intanto che questo si andava aggregando e ci an– dava suonlrndo, i socialisti discutevano (in certi luoghi discutono ancora) se proprio chi possiede qualche cos'al– tro, oltre la prole, possa essere considerato proletario, e come tale abbia diritto alla nostra assistenza. La for– mula-esortazione del Marx parla di proletari che de– vono unirsi, ma non parla di piccoli proprietari o affit– tuari! . .. Quando perciò gli ottimi::,ti incorreggibili del Manto– vano - ottimisti sinceri per temperamento, o flnti otti– misti che vogliono tener alto il morale delle truppe e consolarsi dei propri mancamenti - esaltano le u magni– fiche primavere,,, dimenticano che esse fioriscono, non mercè loro, ma loro malgrado: e che la loro posizione, clì fronte a quel proletariato agricolo, ricco di sempre rinascenti energi.e e di pertinace speranza, somiglia troppo a quella della esopiana mosca del carro. V'è oggi ancora colà un movimento grandioso, ma vi dovrebb'essere ormai un organismo, solido, maturo, con– sapevole, volitivo; vi dovrebbe, e vi potrebbe, se i so– cialisti avessero compiuta la loro funzione di " cervello ,, animatore, coordinatore, inibitore; avessero considerato le questioni economiche almeno da quanto le questioni d'alta politica parlamentare e governativa; avessero guardato le Leghe almeno con lo stesso occhio che i Circoli; avessero valutato una discussione di tariffe di bifolchi quanto un ordine del giorno sulla politica di Giolitti o contro la tirannide dello Czar di tutte le H.ussio; avessero amato, studiato, curato, accostato, guidato di più la massa umile e sana dei lavoratori; fossero stati meno politfcantisti e più si11dacalist1, nel senso retto e ben'inteso dei vocaboli: se avessero compreso che, come il socialismo non può concepirsi se non come la libera– zione del lavoro, così l'azione e il cammino socialista non può essere pura agitazione d'idee e di parole nei Comizi o nel Parlamento, o cabala e alchimia di voti nello urne, ma dev'esser movimento pratico e quotidiano di masse lavoratrici verso li loro immediato migliora– mento economico e morale: st>,in una parola, avessero fatto oiò che essi - al seguito di Ferri e di Labriola prima, o degli integralisti dappoi - rimproverarono ai riformisti di non aver fatto! G. Zmono1. Dopo IEEIEzioni amministrativE diMilano È molto facile argomentare col senno di poi, ma siccome i risultati della lotta elettorale testò com– battuta, per la rinnovazione parziale del Consiglio comunale di :Milano, hanno corrisposto alle previ– sioni di chi aYeva preconizzato e propugnato la tat– tica intransigente, non i,mrà inutile discorrerne alcun poco per chiarirne ancor meglio le ragioni e la por– tata e per precisare il valore del programma che ne fu non ultima causa. dete1·minante, in confronto ai due collaboratori della Critica, Marchiali e Ruini, che quella oppugnarono e di questo controllarono la marca di fabbricfl. li'accio subito una concessione che mi costa ben poca fatica: la politica. dei consumi, come piatta.forma del programma di azione municipale, non è di marca socia.lista, e l'adottarla non vuol dire intransigenza. Anzi, Yado più oltre, e dico che non vi è un Yero e proprio programma socia.lista. municipale, che comporti una azione specifica diretta alla erosione ed alla eliminazione del profitto capitalistico, ma vi sono atteggiamenti socialièti, mutevoli nel tempo, nei luoghi e nel contenuto del programma. Anche i nuovi canoni dei nostri Congressi lo af– fermano. A Parigi nel 1900 furono innestati nel Codice dell'Internazionale un a.ttesochè e un conside– rando i quali dicono: u Le riforme che si ricollegano al " socialismo muni– cipale ,, non sono e non possono essere rappresentate come destinate a effettuare la. socieb\ collettiva, ma sono presentate come svolgentisi in un campo che I socialisti possono e debbono utilizzare per preparare e facilitare l'avvento di questa società; il Comune può diventare un eccellente laboratorio dì vita economica decentrata e, insieme, una formidabile fortezza. politica per uso delle maggioranze socialiste locali contro la maggio– ranza borghese del potere centrale, una YOlta che sia effettuata una sa.via autonomia. ,, Dopo di che il Congresso internazionale dichia– rava: " ehe tutti i eooialisti hanno il dovere, senza disco– noscere l'importanza della politica genera.le, di far com– prendere e apprezzare l'attività. municipale, di accordare aIle riforme l'importanza cbe dà. loro la loro funzione " di embrioni della società collettivista ,, e di tendere a creare dei servizi comunali: trasporti ttrbani, Wumi– nazione, acqua, distribuzione di fo,·za motrice, bagni, la– vatoi, magazzini conmnali, fonti comu11al·i, sn·vizio ali– mentare, insegnamento, servizio medico, ospedali, f'iscal• dametlto, alloggi operai, abili 1 polizia, lavori comu,nali, ecc. a rare 1 cioè, di questi servizi delle istituzioni-modello, tanto dal punto di vista degli interessi del pubblico quanto della condizione dei lavoratori;

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