Critica Sociale - Anno XVIII - n. 7 - 1 aprile 1908

CRITICASOCIALE 103 al vostro ioteresse - da alcuna con:iiderazione nazio- no.lista. Oli sloveni e i crontl sono pili labo~iosi e krumirl degli operai vostri connazionali e voi li preferite senza alcuna esitJ.nza. Sicchè, attorno all'operaio sla,·o, si rorma la famiglia e, dietro di ena 1 il piccolo commercio, e via via, la scuola, la stampa, la leLteratura, l'arte, la vita insomma. di tutta. la stirpe contro la quale affilate le vostre armi. Pronti ad abbaiare contro il ÙO\'eroo slt\\'izzatore, e prontlsiimi ad inforocire contro il socia– lista rinnegato, che cosa avete fatto voi, nazionalisti italiani, per tenervi lontani da ogni rapporto economico col biondi discendenti di s. Cirillo o dl di s. :Metodio? Niente. Solo - ad Intermittenza - qualche innocuo razzo antisloveno, qualche petardo antisocialista, e qualche girandola delle solite frasi fatte, come i ramosi " venti 11ecoli di civiltà n, latina che non rurooo mai dicia11nove e non si decidono ma.i a dh'ontare ventuno. Cosl i socialisti reagivano contro 11aml.llente dì so - spetti e di diffidenza che la t,orghesla cercava di (t)r– mare attorno a loro. E, per l'ennesima ,•olta, ripetevano la loro formula "nazionale 11 : Noi riconosciamo ad og11i nazione il cliritto alla propria esistenza e al proprio S\'lluppo, ma affermiamo che i popoli possono a1sicu · rnrsl ogni progres'IO della propria coltura, non già affl• dandosi alla guerra idiota, insensata, bestiaio, fin qui celebrata ed incensata da tutte le borghesie, bensì uni– rormandosi ai precetti della solidarietà e della fra– tellanza. Siccome era una espres:tione di verità. semplice e mo• desta., cosl avvenne di essa, ciò che accado di tutte le verllò. semplici ed Intuitive. F'u travleatn., adulterata, calunnlnta in milio maniere. E quei primi socialisti, che ebbero Il coraggio di bandirla, passarono la trafila di ogni più turpe denigrazione. A Pirano un manipolo di sonersivi triestini 1 i,•i re– catisi pochi anni ra por tentare un po' di propaganda, rurono addirittura accolti e respinti a suon di legnate ..... liberali, e la stampa quattrinaia e nazionalista trie– stina raccontava il ratto con espressioni di giubilo, con• eludendo col dire: Pira110 doctt. Oggi, il programma, bandito da quei J>riml socialisti 1 trionfa e trova appli– cazione per opera della stess"a borghesia dominante. Dirò brevemente come si estrinsechi coJesto trionro e che cosa lo abbia preparato. ... Prima che venisse lntro(lotto il suffragio uniYersale, tutte le rappresentanze Pubbliche erano concentrate nel pugno dei liberati nazionalisti. Diete provinciali e co• munali, con tutte le amministrazioni che da esse pro– manano, erano concentrate nel pugno beh chiuso del liberalismo nazionalista. Io ho già detto, nel mio primo articolo, come codesto partito si divida in due ben di– stinti gruppi: una maggioranza ingenua e idealista, che vive col pensiero nelle nubi della metaflsicheria pa– triotHco, quarantoUesca {ilenza gli ardimenti e gli eroismi autentici dei quarantottlsti); bogolo11a, disoccupata, ca– tastroflca1 sdegnosa della modesta azione dl conquiste quotidiane, che aspetta sempre la morto di Francesco Oiuseppe per vedere qualchecosa di nuovo, che non sa bene neanche essa che cosn. convenga desiderare: l'an• nesslone o l'autonomia, la repubblica o la monarchia; che dichiara la p1l1profonda ripugnanza per gli ordini statali, m&.dallo Stato subisce una legislazione - spe• cialmente in materia rellKiosa - che è quanto di più feudale si possa immaginare; che batte le mani ai rogll che ringhiano contro il pangermanismo, ma frequenta I corsi commerciali e di lingua tedesca, per armarsi meglio nelle lotte Per la vita; che si culla, insomma, In un aml>ionte Intellettuale falso, equivoco, contradclit• torio, e che odia il eociallsmo sopratutto pcrchè è trio stlno, è locale 1 è vivo, attivo, tangibile, battagliero, pur non negando simpatie, ammirazione e plau3i ai socill· li<tti lontani: a Turati, a Ferri, a Bissolati, a De Amici~. J\ secondo gruppo, Invece, che ò poi Il monopolizza– tore dell'idea e della pr.1.tica nazionalista, raccoglie il fior flore della bor.qbesia capitalistica, uomini d'affori 1 di commercio, di industria, banchieri, ar.natori 1 espor– tatori ed importatori di coloniali, nvvo~atl e giorno.listi consumati nell'intrigo e nella ciurmeria, e, come deco– razione esteriore, qualche larva di letterato, di poeta, di artista, incaricati di dare un'impronta. idealistica alla impresa cinicamente affH.ridiu che ha per lmegaa: la dirosa degli Interessi nazionali. Questo partito, dunque, teneva - prima della intro– duzione del suffragio univer;iale - tutti quanti i pub– blici poteri. Come Il e9ercitas9e, con quali rl9ultati eco– nomici, intellettuali, morali per le popolazioni governate, non ò qui il luogo di vedere. Sta di ratto che il popolo non aveva alcuna voM in capitolo nelle raccenile am– mlnl~trative dloto.li o comunali, e <lovern subire il Go– verno dei liberali nazionali qualunque esso fosse, senzn protesta e senza lamenti. I/introduzione del suffrngio universale distrusse, a guisa di colos;ia\e tremuoto, tutte le impalcature artifl– zlose create dal Nazionalismo e sostenute a ruria di espedienti, di ripieghi, di bassezze. Le elezioni generali politiche rivelarono ciò che, del resto, già si poteva in– dovinare. Il Nazionalismo si era sempre pii, straniato dall'anima della Nazione, dall'anhna. di tuito il popolo. Nel geloso segreto dell'urna era tutta una rivolta d'animo sopportanti da troppi anni la triplice soggezione dello Stato feudale, della classe borghese, della oligarchia nazionalista: ora un grido formidabile di riscossa, lo– ,•antesi dagli strati più umili della. popolazione. Altrove Il suffragio univor.:1alo rivelò anche la smisurata po– tenza del clero rnllo greggi di camJ)agnaj in nessun paese il Nazionalismo potò cavare dall'nrna qualche moti,•o di contorto. nisultava perciò evidente la neces• sità. di un po' di nvisio11ismo anche nel metodi e negli evangell del lil>eralismo nazionalista. Evidentemente non si trattava tanto di un trionfo soclallsln nelle città, o clericale nelle campagne, quanto e sopratt1tto di una sconfessione completa, assoluta 1 iuappollallilo delle popo– lazioni alla politica flu qui trionrantc. Si imponeva dunque un mutamento di rotta; sopratutto non era le– cito indugiare oltre nell'aprire le porto del diritto elet– torale alla parte piit numerosa della popolazione. Ed ecco il Nazionalismo italiano sospinto a calci nella schiena verso l'adozione di quella rormula di politica 1rnr.iouale bandita dal socialisti da un decennio, o sempre e costantemente da esso Nazionalismo I ipudiata. L'opera attiva dei del)utati socialisti, la pressione esterna del J>Opoloe più epocifloatamente dello organizzazioni pro– letarie, le ragioni istesso della salvezza dei partiti na– zionali indussero nllo studio e alla preparazione della riforma elettorale por le Diete provinciali, sicchè ad una timida ed incoml)leta riforma, appllcRtasi ai primi di marzo nel Goriziano, seguiva ieri la solenne ed uua– ulme approvazione doll1\ rHormu. per la Dieta Istriana, e domani - e seguendo sempre gli stessi criteri paclflca– tori - altrettanto sarà ratto anche per 'l'riesto. Interessante e sintomatica è l'adesione unanime di tutti I partiti alla nuova rirorma elettorale istriana. Jn

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