Critica Sociale - Anno XVIII - n. 7 - 1 aprile 1908

102 CRLTlCA SOCIALE cesso. J.'on. <liolitti, di cui mi impro,•viso avyocato nl• di d'ufficio nè di fiducin, non è mai stato ministro della I'. l.j o credo che non 1?li importi troppo (salvo il principio (icll'iwtorit:, del nurenW che siano un J>Ocolino compromessi i non felici reggitori di quel dic;tstcro. Qunnto all'nttunlc ministro, on. Rava, per male che ~liene dicessero i Commissari, potrebbe 1-empre rispondere: " Vero: ma vi ho chiamati io a vedere! .,. E poi con questa sfiducia aprioristica non Ri finisce mai; 1111 ben noto mio collega, sempre ec– ce~~i\'O ncffnver ragione, dic(),•a per suo conto che lo inµ-iuistizio mincrvine son di solito suggerite dai d<'1rntnti 1 che dunque il Parlamento era imputato, e non poteva i13truirc il processo; insomma, vedi soprn. Anche qui il ro~ionfHn('nto era errato, per non it\'er distinta In 1>sicoloi;tiaindividuale dalla collettivn. Cin– quccelltO dcputnti possono personalmente bri;rarc fa– vori; 11111, t,ro\'f\ndosi insieme, ve ne sono sempre 4DD cho co11tl11.nnfl110 l'nrhitrio f,itto al cinquecentesimo. (Iro lnsciato otto posti vuoti por gli onorevoli più nmici miei...). Dunque, J)rcµ·iucliziali di simil genere è lo· gittimo porro, ma con il destino di cadere nel pili sterilo scetticismo. Però voi sapete che lo scetticismo è un male che si curn con un grnnello cli fede: e questo si acquista, non presso il Ptlclr(' Mtcrno - come diceva Gesù - chr ha la spezieria troppo lontana, ma presso noi stessi, col \"Olerc che una cosa si faccia. Ora, se noi rogliamo, o creiamo una diflìdente e ragionevole fiducia nella Commissionettai e le diciamo ciò che 8Rppiamo; che abbiamo studiato; che abbiamo spe– rimentato; se lo dcnunt>iamo le briccon:lte che ci iò!iauonote j se la traggiamo sull'arringo, in faccia a tutti, e J'obblighinmo ad udirci, a guardarci negli occhi; a guardare nc~li antri scuri; a muoversi, a fart', a mostrnr ciò che ha fatto - ebbene, io vi dico, essa. farò.! Ponete pure un miserello ad un ci– mento, cui si ricusino le deboli gambe e i timidi pre('ordi: al1 1 111itonrdcnto della folla che lo incita, t>l,t'li si senl<lcrà di Ardore inconsueto. Così - penso - con ht timida inchicstit dovremmo far noi, la Fede– rnzio11e<h'gli l11sf'g11a11fi 1 la clnsse intera; e forse i due modesti m,i utili Hni, clw ho accennato, si po– l.rn11110 rng-giungcrn. Qualche concio si farà negli i;drnaci del vc<'chio con\'onto; qualche pccoro infetto sal'ft allontnnato dai pccori Bllni; e, in fondo, anzi al prineipio, non furono questo le molle del nostro mo• vimcnto'! 1lmd, non ru proprio 111 seconda, la indi– g,wfio di certi vituperosi esempi, che ci diede quella ,·ace nlt;t C' imperiosa, onde si scossero i Y0luti sonni nltrui? Mn puì, dorsi eh<' una disillusione - un'altra e non ul1imt - ci 1ttteud11 j 1tllora si 1>roverà che il giu- 1li1.io a JJrion ('rt\ giusto; ma. solo allora: peJ•chè è ~r.ive difetto di 1111estig1u-lizi, di acquistare valore sol d0i)O che hanno avuta. la conferma.dell'esperienza.; il che mi consiglia a forno poco uso. Per() vos:lio conceclermi il lusso di avanzarne uno: " SiccomP- ò ditflcilo rar buon viso a cattivo giuoco, e facile tt.ssai il chiudersi in muto disdegno, così non ne sarà nulln e io avrò scritto invano.,. Poco male! l~!\'RICO C.\.RRARA. Abbicm10 1mbbfirato ili q11ellligiorni: ( 'AH.LO KAU'l'SKY IL PROGJUM,lfA SOCIALIS'L'A Principi fondamentali del socialismo. Un volume di !lH pagine: prezzo L. 3. Ne abbiamo sospeso l'Invio soltanto ad alcuni tra i vecchi committenti, dei quali ci era Ignoto o dubbio 11attuale indirizzo. Li preghiamo di significarcelo. Ancora il socialismo in Austria e i problemidi nazionalità Quando 11 Socialismo era ai primi passi in tutti I paesi dolla Monarchia, aveva. contro di sè tutte le rorze coo9er\'lltrlci 1 capltallsti('h0 e clericali, che dappertutto pretesero arrestarne lo sviluppo; impedirne anzi la na– scita; ma quel eho non conobbero i socialisti delle Na– zioni • rormate ., -- dell'Italia, della Francia, della. Germania ben sentirono I socialisti dell'Auslria. Prima di pensare nl Socialismo - dicevano i borghesi nnzionnllstl prima di rermnrcl allo questioni econo • miche rlgunrdnntl le vnrio classi sociali, dobbiamo tener di mira, costantomonte, Il principale ed assorbente do– \'0ro che lucombo su tutti, ricchi e poveri: difendere la Nazlonalltò. Chi distrae - per nitri scopi - le cure o lo forzo <lei nostri connazionali ò un traditore, un rin– negato, un venduto. Cos\ I soefnllstl che, p:-imi, si levarono per gettare le basi del pnrtlto operaio Internazionale conobbero i morsi felini della calunnia nazionalista. E, come gli lta• llanl ))cr la borghesia Italiana, così diventavano Impe– rlali regi socialisti gll sloveni, i polacchi, i boemi, i ru– t.enl, per le rispettive classi ricche. Forse cho non ò arrivata anche da noi - presso 11 pubblico lh.111110- l'accusa brigantesca che cercava di proiettare una luce torbida sui socialisti della regione Adriatica? E 1>erchè taceremo noi che anche un sedi– cente aoclall'Jta o prores:,oro, che ebbe il suo quado d'ora di celebrità, non ebbe scrupolo - dopo esser:-1 prudentomento allontanato da Trieste - di lanciare pur osso codesta accusa balorda ect infame contro I so– cialisti triestini? Orbene, si conceda a codesti uomini 1 fln lori cosl vituperati, di potere oggi documentare la bontà dello loro convinzioni, la sincerità. dei loro propositi 1 la lndlscutiblle euperlorità. del loro programma nazio– nole. Cib ohe, lori, sembra\'(~ ancora eresia o tradimento, ricevo oggi Il battesimo solenne dei fatti compiuti, con l'adc~lono di tutti I partiti. I soclalli;tl dicevano: Cib che voi fate, o signori na– ?.ionalistl, non ò n11ern di difesa nazionale. Yol com– promettete col vostro procedere gli interessi reali della stirpe. Volete ostlnnn•i a negare l'esistenza degli slavi, e Intanto Il loro numero cresce, sebbene le vostre sta– tistiche ra1so come I ,•ostri propositi - li racciano apparire sempre in quantità trnacurabile. \Tolete con– hstare agli sloveni o ai croati il diritto dì a.vere una nazione, una lingua, un'aspirazione nazionale; negalo loro I posti nello rappresentanze dietali e comunali, le scuole per l'Istruzione elementare; ralsiflcate quegli atti pubblici che possono servire a dare risalto ed impor– tanza alla stirpe ,lclna, o Intanto codesta gente, cbe tingete di ignorare, ,•ive 1 resiste, progredisce, accumula energie sopra energie, trova nella vostra politica di rea– zione o di cornJ)resslono le armi migliori per combat– tenl, l'aculeo eho la sprona, il calore idealo che l'in– fhunmn, l'ardlment.o che In. sorregge e la guida. Non solo: ma, mentre \'OI continuate a ripudiare teorica– monto qui lo sloveno, là Il croato, in realtà non vi rate scrupolo cli aprirgli lo strade alla sua penetrazione economica. Dalla serva slava che piace alle vostre si– gnore, porchò sgobbo1rn.,umile, rassegnata (e piace anche al vostri giovani J)erchò è son•izievole oltre ogni dire), al commosso di negozio, al racchino di magazzeno, al lavoratore dello vostro campagne, YOi non siete tratte– nuti - ncll'as.mmero poraonale di lavoro che soddisft

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