Critica Sociale - Anno XVIII - n. 7 - 1 aprile 1908

CRT1'TCAROCIAT,E I 01 cu\a1UI0 sulle dissensioni cho divirlevano i socialisti in materia di transigenr.n e d'intransigenza, si barcamena– vano in modo tla accodal'si a quella parte rivoluziona– ria che andava diventando prev:1lcnte; <', sul finire del 1no~, con un gesto stupcfuccnte, salta\'ano a piò pari nC>IHocialismo, arrivando, per la trop1>n spinta cho avc– vrrno presa. 1ml trampolino, fino all'estrema sponda rivo– luzionaria: bencbò più tardi, per rimbalzo dovuto all'ec– cessivo abbrivo iniziale 1 ritornas!'lero sui propri 1rnssi 1ìno nlle rivo tranquille di un rngioncvole integralismo. Ilo registrato tutto ciò, che può parer fenomeno Rt1·et– tamentc ed eccczionalmento Ioenle, solo per la :-torin, non de! )ilantovano 1 ma, in genel'e, clello umano vicendej e per dimostrare eho lieta commedia !.ia. certa intran.-ii– genza. verbale 1 la riuale permetto l'imbarco nel nostro partito, sotto un'etichetta qualsia.si , R ogni merce pii', svariata e avariata: nel :Mantovano come f\ovunque. I~ di que~to comico OJJi~oclioci basti. (Conlintta). O. Zrnonn1. PER L'INCHIESTAMINéR\71Tif\ Il Governi) da noi è pietosflmcnte sfortunato; quando non fa, l',!lison tutti addosso i se fn 1 tutti a gridargli raf't1, e a dire che anelava fatto nell'alt1·a maniera - in quella ohe non ha scelta lui. Ma, siccome ogni oppresso muove naturalmente la nostra generosa honfa, eccomi a confortnre \'on. fliolitti del mio aiuto, senza illudermi che egli me ne ,Lbbia la dovernsa ri– conoscen,rn. Yero ò che, sino a pochi giorni or sono, ero unito, umile gregario, alla. milizia che combat– teva la inchiesta m111nr in difesa della maggiore par– lamentare; e che, da allora, non ho avuto motiYo di cambiare volontà, posto che non ho rifiutate, e ve– ramente neppur avute, offerte di entrare nella Com– missionettn o nella Commissionona . .Ma oggi ci tro– viamo dinanzi a un fa.tto compiuto, e occorre vedere quel che giovi di fare, attendendo con speranza ma senza fede (la cal'ità ò in omnihns) la mozione del• l'l~strerna. Il Governo, alla richiesta di un'indagine sulla Mi– nervii, ha risposto, come di solito, col termine medio: inchiesta sì, ma fatta da esso i una cosetta modesta e tranquilla, utile per un fine immediato, non troppo vasta; insomma, quanto corrisponde alla psicologia del Presidente del Consiglio. La Federazione degli Insegnanti Medi {per non dire della stampa cli oppo• sizione) ha risposto: " No, a questo patto noi non <:i stiamo e ce ne disinteressiamo. ,, L'inchiesta parlamentare era. voluta per varie ra– g'ioni: una generica sfiducia su ciò che emana dal :Ministero, quando si traLti cli giudicare appunto l'opera d'uno de' suoi organi j la buona prova, che, a malgrado cli ostilità palesi e occulte, fece l'inchiesta sulla marina, e promette di fa.re l'altra sulla guerra; unn certa giustizia distributiva delle bastonature sante da infliggersi a tutti quei ronzini restii che sono i nostri organi amministrativi; la gravità dei mali 1 cui parve condegna la maestà del giudizio. Anche per due fini essa si chiedeva da noi: in• quisire severamente e provvedere organicamente al– l'ordinamento del Ministero della P. 1. i ma, com'è noto, non se ne fece nulla, o meglio 1 si ottenne la Commissionetta. ffibbene, innanzi di, ahbandonarla a sè, come alcuno consiglia, mi paro che ci sia da esa– minare quali furono i fini che noi ci proponemmo e, dopo, vedere se siano o no accessibili anello e solo così. * ** Nessuno può credere che la Commissionetta valga veramente a proporrn un radicalo riordinamento del ì\finistero; c'è, è vern 1 il rndicale (on. Vicini), ma ellC' il riordinamento ne possa saltai· fuori, ce ne clissuarl<' l'esame degli egrep;i (si dice così) mcmhri, i qun.li non pare ahbiano poi più senno di Giove, dal cui (•e1·vello balzò quella .'llinoi-rn. che 11011 ci soddisfa. Pensate se potrn1111O generarne essi una, meglio fir– mata e più saggia! Perchò di questo si tracterebhe secondo molti; infatti, in un giornale si proponeva nientemeno che di sciogliere il .\Jiuistero e di ri• farlo la dimane, con critel'l 1 disegni Pcl uomini nuovi. l~: curioso come il desiderio di far casa nuovA, ro– mnn<' alle rondinelle che stanno per giungere e agli sposini che stanno per congiungersi, asaalga anrh<' quei poco sentimentali cuori degli uomini politici. A tratti, dopo ttYernc viste di tutti i colori, dopo av<'r provato c:he i rime<li pil1 honarl sono in<'fficaei, li assale un nostalg-ico desiderio c1·u11a casa vergine, dove entrino cuori vergini a incomincia.re una vita - non ispiaccia ht cita,,;ione petrarchesca - iu sua -vir– ginitù fermufo. IGppi11·0 1 dovrehbero sapot·c che mira– coli simili. da qu<'ll'nnnunr.iazione in poi, non no sono a.ccadnti più; che gli uomini d'oggi sono quelli di ieri, e le idee tl'O,!.q.('i quasi le stesse di ieri. Più radicale (anche pili (lell'on. Vicini) è il Pr0si– dente della li'edern'l.ione degli lnsegnanti Secondari: <'gli vedo assolut11111e11te nel programma della Com– missione - quella non fatta - il còmpito di creare un Miuistcro che 11011 c'è: videlirel il Ministero delht Pubblica Istruzione. La frase, pur nel suo sovrassenso paradossale, rivola una concezioue cli quel che debba. essern, per l'amico U. G. ì\fondolfo) questo Ministero, quale non so se tutti noi abbiamo, e che, ad ogni modo, meritereblw una discussione. Perchè, se il Mil1istero deve cura1·c l'applicazione delle leggi riguardanti la P. f.; ammi• nistrarne i bilanci; registrare la carriera degli inse– gnanti i un ta.l Ministero - pigro o precipitoso, astuto o goffo, parco o prodigo, imbelle o feroce, preda o predatore - ce lo abbiamo gi:'t. .Ma, se il ì\londolfo, che sa di leggi, ripensa un organo ideale di propul• slone della cultura nazionale, che la indirizzi a de– terminate mete, che la alimenti della sua esperienza) che la nobiliti con la dignità d'una tradizione di pensiero; che crei e animi d'un soffio divino le scuole create e creancle j che sia, im1omma 1 il cervello della nazione, anzi la nazione stessa. pensante; se ripenso. tutto ciò, non credo che neppure la. inchiesta par– lamentare avrebbe saputo crearlo. Ci dibattiamo in troppi dubbi particolari per potere pur immaginarf' quello che dovrebb 1 esscre il fastigio d'una lunga opera edificatrice. Per ora 1 intanto, guai se il Mini– stero volesse guidare la nostra scuola e i nostri in– segnamenti, come usa quello della guerra, ohe può prescrivere hene che lo spall-ann si faccia in due 1 anzi che in tre tempi. Un riordinamento pili modesto, che può essere opera anche d'un impiegato intelligente ed esperto, ò tale programma, che anche la Commissionetta, cor– reggendo errori tecnici nella distribuzione degli uffici, nella deficienza dei controlli, nel disordine degli ar– chivi, ne1le incertezze procedurali, potrebbe attuare, quando fosse consigliata e informata. Badate che ho detto potrehhe. .·. L'altro fine è cli carattere morale: inquisire contro gli indegni; togliere i deholi; impedire gli ahnsi avvenire e saperci dire tanto per nostra. pace - se in passato tutti hanno fatto cosi: così, intendo, come fece colui che è detenuto. Lo potrà fa.re la Com• missionetta? - Certo. - Lo vorrà? - Non so; ma, se può non volerlo, chi sa non liehlia fìna.lmentC' volerlo. Intanto non do molto pm10 all'argomento che, C's– sendo il Governo imputato, non può istruirn il pro-

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