Critica Sociale - XVII - n.20-21 - 16 ott.-1 nov. 1907

CRITICA SOCIALE 311 conto a camuffarsi a liberale. Ma, se ciò - come scri<tsi appunto al Cor1'ie,.e della sei-a - non mi impedirà, fin che avrò flato, di seguire la stessa linea di condotta, gli è perchè questa parte, Che io stesso ho già qualificata di u poliziotti della civiltà , 11 i miei amici ed io non ce l1assumiamo J)er i begli occhi di lor signori, oò per la sola tutela della loro pelle, livida prima di terrore e poi, a cose quiete, livida di sacro furore; ce l'assumiamo essenzialmente per l'interesse proletario. Cbe se rosse per cotesti rabbiosi di moderazio~e, por le loro sassaiole verbali, non meno teppistiche, ma in compenso molto meno coraggiose di quelle materiali, che li mettono in foia di massacri, e se fosse per l'opera che essi danno !i evitare il ripetersi de' guai, direi che, per loro, uno sciopero generale ogni quindicina, che durasse ogni volta. una settimana, sarebbe un guiderdone ancora impari ai loro meriti. B anche questo La prego di stampare, perchè almeno questa lettera noQ.sia sospettata di quel volgare oppor– tunismo, che tutti gli opportuni~~i, volgari, p,~r legge di invin.cibile egomorflsmo, sogliono supporre in altrui. Mi tenga di Lei devotissimo FILIPPO TUJU.1'1. Partito S cialista e Movimento Proletario IL CONVEGNO DIFIREKZE. Glt eventi, che sovreccitarono l'opinione pubblica In questi ultimi giorni, ricacciarono un poco nell'ombra i risultati del Convegno di Firenze (7-9 settembre) fra Direziono del partito socialista, deputati socialisti e Con– federazione del Lavoro. Nelle polemiche passionate, che non finiscono ancora, il Convegno di Firenze fu ricordato unicamente, da rl– voluziono.ri e da reazionari ad una voce, all'intento di far credere che, con lo sciopero generale e col minac– ciato sciopero dei ferrovieri, l'ironia della storia gli avesse data una subitanea ed eloquente smentita. - Ecco (ci si disse) tutti i vostri bei propositi di po– sitività e di disciplina, scompigliati e derisi dalla vio– lenza delle cose. Ecco l'impulsività delle masse farsi beffe dei vostri ricettari e costringere voi stessi a cal– pestarli! Ma il vero è esattamente l'opposto. 11 Convegno di Firenze fu, intanto, il segno manifesto che il Jl}etodo riformista J(non importa che altri, per, pudore o per opportunismo o per schizzinoso amor pro pt!o, taccia la. parola ... accettando la cosa) è ormai com pletamente vittorioso nella mentalità. dei rappresentanti la p,iù.vasta ed autorevole nostra organizzazione proletaria. L'equivoco integralistico, che configura il partito socia– lista come un grosso corpo centrale con due ali estreme che ad ugual titolo si potrebbero separare da e:iso - il confusionismo integralistico, fonte unica dei danni che sofferse in questi anni il nostro movimento, non potè che balbettare somme::iseparole di scusa e di resipi– scenza, in una adunanza nella quale il movimento pro– letario autentico dichiarava unanime di non conoscere che una sola tendenza da combattere: la tendenza rivo– luzionaria ed anarchica, a cui i pacifisti del partito, dal Congresso di Bologna in poi, avevano dischiuse le braccia e l'avevano aiutata a salire con essi - nuovo oavallo di Troja - nella rocca mal vigilata della città socialista. E gli organi del partito, contro cui fierissime e meri• tato si elevarono le critiche dei rappresentanti il prole- tariato organizzato, accettando la disciplina che questi proponevano, non solo non compierono con ciò - come cianciano i regi Labriola - la loro abdicazione, ma anzi dimostrarono di volersi redimere alla fine dai pec– cati di vagabondaggio Inconcludente, cho ne avevano affievolita l'azione e falsificato il ca"'rattere. Certo, non basta un Convegno, per serio ed autorevole che sia, a strappare d.1. un partito tutte le malo erbe che vi allignano, come non basta a creare per incauto l'educazione delle masse più o meno organizzate. Punto d'arrivo per l'evoluzione compiutasi nel cervelli dei dirigenti, il Convegno di Firenze doveva essere un punto di partenza per l'opera ulteriore da esplicarsi nelle mass~ seguaci. Ma quando i reduoi di Firenze incontrarono nella loro città scatenato uno sciopero generale, e imminente la conflagrazione formidabile che la insurrezione dei fer– rovieri minacciava al paese, ru lo spirito del Convegno di l<~irenzeche sorresse loro i polsi e le co&cìenze nel– l'azione concorde, che riuscì a sventare i pericoli della situazione. , Il II tradimehto ,, onde si lagna.no le esagitate fantasie dei caporioni ferrovieri trovò a Jnrenze le forze decisive per consumarsi. Quel II tradimento 11 fu la salvezza della democrazia, del partito socialista e dell'avvenire prole• tario in Italia. Ecco ora, a titolo documentale, le principali delibera– zioni del Convegno, tutte approvate ad unanimità: Sui rapporti fra Partito socialista e Confederazione. ' (Relato,·i: Rigola e Pagliari). u II Convegno, mentre riconosce che l'organizzazione operala deve essere animata da spirito socialista, riconosce d'altra parte che, nella sua aziono pratica, essa non può inspi• rarsi che al criteri delle conquiste graduali, incessanti, e, per lo sviluppo ed il consolidamento dell'organizza– zione in Italia, ritiene indispensabile: a) CQmbattere il localismo e il particolarismo in tutte le forme, propugnando e promuovendo la creazione di ·Federazioni nazionali; b) promuovere un aumento di quote che permetta alle organizzazioni un sano funzionamento; e) preparare il personale tecnico amministrativo adatto alle organizzazioni di resistenza, migliorandone le condizioni matP.riali e morali. Nel rapportl correnti tra Partito e organizzazioni, nei riguardi dell'organizzazione, delibera: 1° il Partito socialista s'ispirerà, nella sua propa– ganda per l'organizzazione sindacale, al concetto di favorire l'a formazione delle Unioni na?.ionali di mestiere, raggruppate nella Confederazione del Lavoro, e si ado- . J>rerà a spiegare quali ala.no le mansioni delle organiz– zazioni locali (Camere del Lavoro) e quali quelle delle organizzazioni naZionali di mestiere. I Sindacati confe– derati, alla loro volta, ispireranno la. loro propaganda a concetti profondamente socialisti, e procureranno, a mezzo della loro Direzione centrale, di collaborare assi• duamente col Partito per il raggiungimento delle idealità comuni. 2° La direzione ed il coordinamento degli scioperi economici, limitatamente alle organizzazioni affigliate alla Confederaz\onè;tèd in ciò che ha riferimento agli interessi generali di tutto il proleta.riato, spetta unica– mente a.Ila Confederazione. Al Partito spetta invece la direzione di tutto il movimento politico. · 3° Trattandosi di sciopAri fatti da organizzazioni nazionali dis1identi dalla Confederazione o da organiz– zazioni locali in contrasto con le Federazioni nazionali, il Pai;tito non potr~ fare nessun appello alla solidarietà, nè con sottoicrizionl pubbliche, nò con circolari alle Be• zioni, se l'appello non sarà deciso dlaccordo colli\ Con– federazione. ·~. 4° Lo ~oiopero per un obbiettivo politico dovrà pure

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