Critica Sociale - XVII - n.20-21 - 16 ott.-1 nov. 1907

310 CRITICA SOCIALE " Tcu1a ti e lo sGiopetro ,, ( Uno sfogo <lcl 11.oslro <lfrell01•e) Con cotesto titolo - " Turati e lo sciopero 11 - il cattolicissimo .Avvenire ct'Jtalia di Bologoa del 22, stam1,ava, al posto del1 1 articolo di fondo, una lunga cicalata del signor Y. Mangano, nella quale, dopo aver parlato di certi Congressi giuridici in cui il Turati avrebbe dovuto, non si sa perchè, esporre le sue opinioni sullo sciopero generale, mette al muro co– raggiosamente il nostro direttore con questo formale quesito: - insomma sullo sciopero generale qual è la vostra opinione? - non senza condfrla con le altrP, solito sciocchezze, sullo sciopero che sarebbe nato per l'opera di Turati e di 'l'revos, sullo sciopero di marca riformista, sulla sop1>reasiono della stampa perio– dica, eco., ccc. li nostro direttore, cw-rtnti calamo, rispose colla lettera seguente, che riproduciamo, perchè - seb– bene indirizzata al rogllo bolognese - irisponde in– sieme, salvo in qualche dettaglio, alle spiritosissime Insinuazioni ripetute in coro da 1>arecchj,ediecine dì giornali borghesi. lilllano, H ottobre 1101. Pregiatissimo Diretto,·e e Col~a, Leggo l'articolo « Tura.ti e lo sciopero. n Forse, so Il slg. Manga.no, scambio di cercare la mia opinione sullo sciopero geoorale In uo Congresso giuri– dico palermitano che non presenziai o nel quale apprendo ora per la prima volta di essere stato annunciato fra i rela– tori, e In un altro Congresso giuridico di cui, se la me• moria mi serve, ignorai per8lno l'esistenza (in verità, lo prore8.!IO per i Congressi giuridici una profonda riverenza - ma vi interverrò Il giorno che sarò... completamento disoccupato, il che por ora non mi accade) - se, dico, scambio di cercare la mia opinione là ovo non fu detta, no rosse andato In traccia nelle pagine della Rivista quindicinale che <1.irlgo da sodici anni, o nei resoconti, stampati clal giornali, cll torso un centinaio di mie con• reronze nelle quali ne ho trattato - non avrebbe concluso col dlruandaro proprio a me, che, per la rudezza con cui sempre ml espressi su questo tema, sono il più dlf• ramato del socialisti: " Ehi là, galantuomo, e tu come la pensi tn proposito ? ,,. Saprebbe (si figuri che c'è un articolo contro lo scio~ pero generale che, In tempo di elezioni politiche, i mo• deratl o I droghieri affiggono, in grandi placards, sulle cantonate di Milano per combattere, non dirò con, quanta buona rodo,la can,Hdatura di certi miei amici socialisti!) eaprebbe che, daccbè ho l'uso della ragione e dacebò se ne parla e scrive, ho sempre pubblicamente conside– rato lo sciopero generale - salva l'eventualità di qual• che caso eccezionale e rholutlvo, che potr~bbe forse pre- 8entarsl nella storia rutura, su di che non pretendo Impancarmi ad astrologo - ad ogni modo, ho sempre considerato gli scioperi generali, cosl come e per lo ra– gioni per le quali scoppiarono o si minacciarono in lta• Ila, come un colpo di rollla e come un disastro per li J)rolotarlato. Saprebbe ohe lo mio querimonie scritte e par– lato, dloclno e centinala di volte, por Il disgraziato scio• 1>orodol '904, o por la politica, anche socialista, che lo roso possibile, ml hanno acquistata la fama di una Cas– sandra Impenitente o di un brontolone più noioso del comportabilc. Saprebbe che nessuna miglior arme sanno Impugnare contro di me I cari amici rivoluzionari, che quella di rimproverarmi - ancora oggi - li mio con– tegno di fronte a quello sciopero, che pur troppo ru do- minato da loro, e al quale, quasi solo allora fra i depu• tatl, feci ogni srorzo per imporre un termine, meritandomi ogni giorno salve di Oschi e zaffate di ingiurie, di tra la folla radunata all'Arena milanese. Saprebbe che, non tanto per sostanziale differenza d'opinione - sopratutto oggi i socialisti iutelllgeutl e non« irresponsabili ,, sono tum d'accordo, in sostanza, nel rinnegare lo sciopero generale - quanto per l'opportunità, da me sostenuta, di condannarlo nella rorma più schietta, mi avvenne di rompere più d'una volta col Oruppo parlamentare e con amici carissimi, convinti che la sollevazione popolare, che si esprime nello sciopero generale, dovesse essere presa di fronte ... con più garbo. Saprebbe infine - quanto allo sciopero generalo nel servizi pubblici - che fui proprio lo, nel 1902,a caldeggiare o provocare le trattative del Ooverno col ferrovieri, porchò lo sciopero, anche allora minacciato (e non v'era l'aggravante dell'esercizio di Stato) non nvvenlssl', come Infatti non avvenne; e che v'è In Italia un Presidente della Federazione postale-te– legraftca, col quale tengo qualche dimestichezza, a cui t sindacalisti e gli scalmanati lanciano sopratutto l'accusa di avere « addomesticato e corrotto,, quel peraona.le , distogliendolo da ogni proposito e da ogni velleità di scio– perare. Dopo tutto ciò, se al slg. Mangano non mancasse - come suppongo non gli manchi - nè Il discernimento nè Il cuore, capirebbe, senza bisogno ch'io glielo dica, che, quando tuttilvia uno sciopero generale scoppia irre– frenabile, come avvenne teatè nella mia città (quello sciopero è tanto mio figlio, " nato sotto il mio patrocinio "' che ecopplò mentre lo stavo sull'Appennino fra Praccbla e Vergato, a 800 chilometri da MIiano), il dovere di chi Intenda frenarlo e concorrere a rarlo cessare, non è di starsene In cantina, corno fanno I più dei miei prodi o bollenti colleghi, che poi sbucano pieni di ardore nella settimo. od ottava giornata - ma è necessario me• scolarvisi, e non schiaffeggiare con lmproperì lo rollo eccitato cbo lo vogliono, perdendo, almeno per quei giorni, ogni influenza su esso, ma t>orsuaderle che l'impulso generoso onde lo sciopero ò nato (e questa fu sinora non pietosa menzogna, ma verità sacrosanta) deve. ritenersi soddlsratto della protesta avvenuta, dei risultati anche tenui che per avventura potò già aver raggiunti, per modo che Il danno Inevitabile sia ridotto in quei minori confini che praticamente è possibile. E capirebbe del pari che, quando un'assemblea sovreccitata, e sul punto di sciogliersi, ba decbo, o sta certamente per decidere, di rifiutare ai giornali Il lavoro tipografico, nè v 1 è modo di mutarle Improvvisamente li cervello, la proposta di dare In proposito mandali> di piena fiducia a una speciale Commissione, alla quale si reputi possibile di far infenclere ragione, non è fare del sindacalismo, ma è semplicemente Ispirarsi al senso comune. t tentare di ridurre lo sciopero già scatenato - ruberò la rra!le al mio amico Claudio Treves 1 e ammetto che cl vuole un grano di sale in zucca per Intendere certe ellissi - a uno sciopero generale "di marca riformista"' ossia a uno sciopero generalo ohe sia li meno " sciopero " o Il meno" generale ,, pos• sibilo. So bone clre tale contegno, oltre dar occasiono alle J)ostume sottili sofhtlcherlo ondo si deliziano I comodi Ipercritici, di tavo1lno, ohe ignorano le urgenti difficoltà. e I doverosi adattamenti dello rudi battaglie in mezzo al popolo, provoca o provocherà. sempre - come q11ello che mono giova alle sue libidini reazionarie - le più perfide Insinuazioni e calunnie della stampa moderatesca, quella compresa ohe, nelle ore di bonaccia, trova il suo

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